JURIC VERSO FIRENZE? I PRO E I CONTRO DELLA SCELTA

JURIC VERSO FIRENZE? I PRO E I CONTRO DELLA SCELTAFirenzeViola.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
domenica 19 luglio 2020, 15:00Notizie di FV
di Andrea Giannattasio

Chissà cosa avrà pensato Ivan Juric quando domenica scorsa, seduto da solo nella tribuna vip del Franchi a fumarsi una sigaretta, è rimasto per quasi dieci minuti a scrutare la vastità dello stadio deserto. “Un giorno tutto questo sarà mio” probabilmente, parafrasando (e ingigantendo, sia chiaro) una felice frase del Re Leone. Oppure, molto più scettico, “Chissà se tutto questo sarà mio”. Sta di fatto che rispetto a qualche giorno fa la candidatura del tecnico croato nei piani della Fiorentina ha scalato diverse posizioni rispetto alla concorrenza e questo perché se in un primo momento il rinnovo con il Verona sembrava cosa fatta, adesso qualche domanda Juric se l’è iniziata a porre. Nonostante il progetto di Setti sia ambizioso, in estate l’Hellas perderà in un colpo solo Amrabat (destinato a Firenze), Rrahmani e Kumbulla, ovvero le colonne portanti di una squadra che - assieme all’Atalanta - è stata la rivelazione della Serie A. E non è detto che l’anno prossimo sia tutto rose e fiori come in questa stagione. Ecco perché il club di Commisso sta provando con insistenza a inserirsi, proponendo al tecnico un piano di crescita almeno triennale in cui la squadra viola da “competitiva” nel 2020/21 diventi “fortemente competitiva” nel giro di poco. La domanda adesso sorge spontanea: può essere davvero Juric il tecnico giusto per guidare la rinascita della Fiorentina? Abbiamo provato a rispondere con tre sì e tre no:

PERCHÉ SÌ
1) LA VOGLIA DI ARRIVARE
: come tutti i tecnici giovani e in rampa di lancio, anche Juric è molto ambizioso. Non è un caso che - eccezion fatta per la parentesi a singhiozzi a Genova - abbia sempre cambiato ogni anno una panchina: misurarsi con sfide sempre nuove e stimolanti è il suo must. E per Ivan stavolta ci sarebbe l’opportunità di lavorare in una piazza grande e determinata come e più di lui.
2) ANCORA CON SOFYAN: se c’è un giocatore che in questo campionato ha rubato l’occhio di tutte le squadre, big in particolare, questi è Sofyan Amrabat. Un centrocampista arrivato nell’anonimato e divenuto presto la rivelazione della Serie A grazie proprio a Juric: “È di un’intelligenza incredibile” ha detto del marocchino qualche giorno fa l’allenatore. Ripartire da un centrocampo formato da lui e da Castrovilli gli faciliterebbe e non poco il lavoro.
3) UN GIOCO FINALMENTE DIVERTENTE: tutti quest’anno hanno più volte ribattezzato il Verona come una piccola Atalanta. Dinamicità, pressing alto, corsa asfissiante e chi ne ha più ne metta. Questa è l’idea di calcio di Juric, un tipo di gioco che piace e non poco alla piazza di Firenze che dopo il tris Pioli-Montella-Iachini vuole tornare a divertirsi sul serio. E, possibilmente, a vincere qualcosa.

PERCHÉ NO
1) LA POCA ESPERIENZA
: eccezion fatta per Mantova (Serie C), Crotone (Serie B), Genoa e Verona le avventura di Juric in panchina non sono state poi così tante. In Calabria e in Veneto ha fatto cose egregie (promozione con successiva panchina d’argento e una qualificazione in Europa sfumata di poco coi gialloblù) ma Firenze già dall’anno prossimo si aspetta di più. Il giovane Montella che nel 2012 arrivò dal Catania, tuttavia, seppe destreggiarsi alla grande con questo interrogativo: la speranza è che Juric sappia fare pronti-via lo stesso.
2) LE PRESSIONI DELLA PIAZZA: il nome di Juric (non certo il suo gioco) non accendono l’entusiasmo di tutta Firenze e del tifo viola in generale, anzi qualcuno ha già iniziato a storcere il naso per il poco curriculum del tecnico, paragonato a quello di altri nomi usciti di recente. Riuscirà il tecnico a reggere la pressione di una piazza molto esigente già dalle prime giornate e soprattutto quando arriveranno le prime difficoltà in termini di risultati?
3) IL MODESTO RICHIAMO PER I BIG: sicuramente Juric diventerà il nuovo Guardiola (o meglio, glielo auguriamo) ma è un dato di fatto che al momento quello del tecnico croato non sia un nome di grido per la panchina viola. E questo, oltre ai tifosi, lo sanno bene anche i giocatori di un certo livello che per sposare il progetto della Fiorentina magari preferirebbero farlo a fronte della scelta di una guida tecnica che abbia un passato vittorioso: Emery, Spalletti e Benitez (ma anche, paradossalmente, un esordiente come Daniele De Rossi) in tal senso avrebbero un tipo di appeal diverso.