INSERIMENTO ALLA FRANCESE
I più impazienti iniziano già a fremere: che succede con l'inserimento di Jonathan Ikoné nella Fiorentina? Arrivato dal Lille per 15 milioni di euro più bonus, con enormi aspettative agli albori del mercato di gennaio e cinque giorni prima di quel Piatek che oggi si prende titoli e attenzioni per via di un adattamento a suon di gol, si presentava come fresco condottiero verso gli ottavi di Champions League della sua ex squadra, con ruolo da protagonista, oltre che campione di Francia. Naturale quindi porsi qualche dubbio un mese e mezzo dopo il suo arrivo, dopo una sola presenza da titolare fin qui (a Cagliari) e solamente 110' in campo. Appena più di una partita.
Sfiorando soltanto il lato strettamente tecnico, sul quale Italiano non ha bisogno di nostri consigli, è interessante notare come nel finale del Picco, abbia agito da interno di centrocampo-trequartista pronto ad allargarsi più che da vero e proprio attaccante esterno con licenza di accentrarsi. Una modifica tattica che potrebbe benissimo essere ricondotta al semplice bisogno momentaneo (ha presto il posto di Castrovilli in assenza di altri interpreti papabili) oppure anche ad un orientamento di lungo termine, sia per un cambio suo (mezzala d'attacco?) che di schema (4-2-3-1?). C'è chi sostiene sia più trequartista che esterno, ma il suo background racconta di una carriera che tra i pro vanta 100 presenze da titolare in fascia contro la sessantina invece in zona centrale.
Rimanendo distanti dalle ipotesi, fa però bene sottolineare come più volte si sia assistito ad adattamenti piuttosto lenti al campionato italiano da parte di calciatori d'Oltralpe. Dagli juventini Henry e Zidane fino all'interista Djorkaeff o al milanista Gourcuff, la storia recente della Serie A fornisce numerosi casi di francesi che abbiano messo il turbo dopo un po', o non ci siano riusciti del tutto nonostante delle doti tecniche immense a loro disposizione. Lo stesso Italiano ha voluto citare una leggenda del gioco come Platini: "Gli ci vollero 5 mesi, Jonathan deve metterci meno".
Ultima ma non ultima, probabilmente anzi prima, la questione comunicativa. Ikone parla solo francese, è assistito ogni giorno da un collaboratore personale che lo segue (fin dove possibile) passo passo per permettergli di perdersi meno sfumature possibili. In campo però non scende, e quando c'è da dialogare il fatto che nessun altro calciatore della prima squadra parli la sua lingua pesa, inevitabilmente. Da parte di Italiano e del suo staff tecnico, però, c'è il massimo impegno nel velocizzare l'operazione di inserimento, senza ostracismi: non è un caso che lunedì sera il vice-allenatore Niccolini sia stato ammonito perché spintosi troppo oltre, fin dentro al campo, proprio per suggerirgli continue indicazioni.
Al momento non c'è bisogno di allarmarsi troppo: la Fiorentina sta riuscendo a girare con soluzioni che non lo prevedono, Italiano è convinto che, quando saprà sbocciare, potrà avere tra le mani un'arma in più. È solo questione di pazienza: spesso con i francesi in Serie A va così.