IL COME PRIMA DEL QUANDO
Guardano un po’ tutti all’orizzonte, anche perché osservare il presente consola il giusto. Semmai il contrario. Nei consueti aggiornamenti, nei numeri che rimbalzano ogni giorno, s’intravede il rallentamento del virus ma non ancora la fine del tunnel, ed è inevitabile spostare lo sguardo al domani in attesa che la tanto agognata fase due possa cominciare. Giorni nei quali il calcio continua a non discostarsi troppo dal dibattito (ben poco appassionante) sul come e sul quando terminare l’attuale stagione, più a meno tutti i livelli.
E se in campo europeo è il prossimo 22 aprile il giorno da segnare sul calendario per quelle che saranno le indicazioni da parte della UEFA, quella di oggi potrebbe essere una giornata importante anche per il movimento italiano. Toccherà sostanzialmente ai medici fornire le prime indicazioni sull’eventuale ripresa, su come immaginare gli allenamenti da sostenere in gruppi separati e così via.
Pareri importanti, certamente ancora di più delle accuse intrecciate che si scambiano i diversi fronti come avvenuto nel giro di poco tra chi prosegue sulla linea intransigente di non giocare (Cellino) e chi invece vuole assolutamente chiudere (la Lazio). Un primo passo obbligato, anche solo a livello pratico, per capire innanzi tutto il come ancora prima del quando. Anche perché, purtroppo, di certezze di questi tempi non è facile trovarne.