I MACIGNI DI PRADÈ: VIVAIO, DIVORZIO E BOCCIATURE

04.07.2019 16:00 di  Andrea Giannattasio  Twitter:    vedi letture
I MACIGNI DI PRADÈ: VIVAIO, DIVORZIO E BOCCIATURE

Più che di sassolini, dovremmo soprattutto parlare di macigni. Quelli che oggi si è tolto Daniele Pradè dalle scarpe hanno del resto tutte le sembianze di un'autentica liberazione, un sollevamento da un peso sulla coscienza per troppi anni rimasto sopito. Parole chiare e tanta trasparenza, quelle usate in conferenza stampa dal direttore sportivo, che all'inizio della sua seconda parentesi fiorentina ha scelto di presentarsi al popolo viola con tutta la disponibilità del caso, non risparmiandosi però più di una critica in riferimento alla gestione sportiva precedente (fatta eccezione per la famiglia Della Valle, ringraziata per le quattro stagioni vissute in riva all'Arno tra il 2012 e il 2016). Sono in particolare in tutto cinque i punti sui quali, più o meno velatamente, Pradè ha voluto raccontare la sua versione dei fatti, tracciando nel contempo le linee guida del futuro della società:

1) Nessuna plusvalenza né minusvalenza - A differenza di quello che è stato per anni il "credo" della Fiorentina (più volte interpretato nelle sue forme più estreme con le cessioni al miglior offerente dei prezzi più pregiati della rosa), al nuovo d.s. non sarà chiesto di acquistare giocatori da far migliorare per poi rivenderli ed incassare i proventi da reinvestire. Stesso dicasi per i rischi di minusvalenza: se dovrà essere fatto un investimento potenzialmente a rischio, il club lo supporterà, assumendosi eventuali conseguenze economiche.

2) Un settore giovanile più economico e fatto in casa - Le linee guida del vivaio viola cambieranno. Spazio a una Fiorentina più italiana (e toscana) e con spese inferiori, tra cartellini e commissioni. Niente a che vedere, ad esempio, con il lavoro svolto solo un anno fa per costruire la Primavera, formata da calciatori arrivati da tutta Europa (Belgio, Grecia, Croazia, Spagna, Svezia e Francia solo per citare alcuni Paesi) e per i quali la spesa è stata ingente ("Dopo la Juve siamo la società che spende di più per i giovani e non possiamo farlo" ha detto Pradè).

3) Bocciatura dell'80% della rosa - Numeri alla mano, ben 60 dei 75 tesserati della Fiorentina (73 a disposizione in questo momento più 2 rientranti dai prestiti) non sono funzionali al programma viola in vista della prossima stagione. Un giudizio senza appello per l'80% dei calciatori che sotto la gestione Corvino sono stati portati a Firenze e che rappresentano un peso non indifferente per le casse viola.

4) Sconfessato il rifiuto del "modello Atalanta" - "La Fiorentina deve prendere a modello Udinese, Atalanta e Sampdoria? Ma stiamo scherzando? Io la storia della Fiorentina non la calpesto, perché noi non abbiamo niente da invidiare a queste realtà" aveva detto il dg Corvino poco più di un anno fa. Pradè invece oggi ha utilizzato parole di elogio per il piano di crescita orobico, che ha portato la società di Percassi in questi anni a tre qualificazioni europee consecutive, una delle quali (l'ultima) in Champions. Un profilo, dunque, molto più umile e realistico.

5) Il mercato del gennaio 2016 e l'addio al termine di quella stagione - Daniele Pradè ha tenuto a specificare molti aspetti legati alla sua separazione con la Fiorentina. Un divorzio arrivato quasi all'improvviso ("Fino a poche ore prima ero in Spagna e trattavo un calciatore confrontandomi con l'allora presidente viola", ha spiegato il ds, senza mai nominare Cognigni) e tra lo stupore generale dell'ambiente, ormai logorato da un mercato (quello condotto a gennaio) che aveva negato a Sousa il tanto agognato rinforzo in difesa:"Eravamo secondi in campionato e non siamo stati in grado di soddisfare l'allenatore con l'acquisto di Mamman che gli avrebbe dato la giusta tranquillità. Lì si è perso l'equilibrio ed è stato tutto un uno contro l'altro".