GLI ABBRACCI E I NUMERI SINGOLARI: RIECCO AMRABAT
Qualcuno in tempi non sospetti diceva spesso che il calcio è strano. A vedere la partita di ieri sera della Fiorentina non si può non dare ragione a quel tale, sia per quanto riguarda Piatek - autore del rigore sbagliato e poi del gol che ha aperto la gara - ma soprattutto per Sofyan Amrabat e la sua storia in viola.
I numeri del protagonista della vittoria in terra ligure danno la misura di quanto il calcio possa essere strano ed imprevedibile: prima della partita di ieri, Amrabat aveva giocato più minuti in Coppa d'Africa che in campionato, partendo titolare una sola volta nella rovinosa sconfitta di Venezia il 18 ottobre scorso. Ma non solo: andando ancora più a ritroso, non aveva mai segnato su azione in Serie A, visto che l'unica segnatura in Serie A era su rigore in un Hellas Verona-Lazio. La poca propensione a segnare si è vista anche sul tiro che ha portato alla vittoria della Fiorentina sullo Spezia, nato dall'assenza di alternative per un passaggio.
Eppure da quella sliding door arrivata 15 minuti dopo il sanguinoso errore che ha portato al gol dello Spezia, può partire una nuova avventura del classe '96 alla Fiorentina. Il secondo acquisto più pagato dell'era Commisso relegato in panchina e sceso in basso nelle gerarchie dell'amore dei tifosi ma non in quelle di Italiano che gli ha sempre dimostrato fiducia. Lo dimostra il bell'abbraccio andato in scena dopo il gol: un evento non scontato se contiamo il poco utilizzo in stagione e la possibilità che il centrocampista fosse risentito.
Con l'Atalanta è destinato a lasciare il posto al ritorno di Torreira e tornare in panchina, ma ha dimostrato ad Italiano di poter essere decisivo: ora il tecnico di Kalsruhe sa di avere una freccia in più al proprio arco.