È LUI IL NUOVO LEADER VIOLA, RISCATTARLO È D'OBBLIGO
Non segnano gli attaccanti? Non segnano gli esterni? Che problemi ci sono quando in campo c’è Trottolino Amoroso Torreira che copre, costruisce gioco, dirige i compagni in campo, fa gol dopo aver preso anche una traversa e fa espellere un avversario lasciando il Bologna in dieci? Cosa volete di più, un lucano come diceva una pubblicità? L’enfasi con la quale ho iniziato non cancella certo un’altra partita bruttina della Fiorentina, un altro primo tempo, dopo quello col Verona, dove la squadra è stata in difficoltà e non riusciva ad essere lucida ed incisiva. Pare brutto, ma ho rischiato di addormentarmi sobbalzando solo per i legni colpiti dai bolognesi e per il rosso a Bonifazi e non è una bella cosa perché la Fiorentina ci aveva abituati ad un altro modo di stare in campo, ad un altro modo di imporsi, ad un’altra personalità.
Purtroppo, sappiamo bene che con la partenza di Vlahovic è come se la Viola fosse diventata un’altra squadra e stiamo ancora cercando la formula giusta, anche magica se fosse possibile, per tornare a livelli più apprezzabili e mi permetto in tal senso di dissentire col Direttore Pradè quando dice che “abbiamo dominato in lungo e in largo”. Nell’analisi mi è parso più lucido il Mister che ha riconosciuto che “la partita non è stata bellissima” ma ha aggiunto quello che tutti volevamo e che abbiamo raggiunto: “l’importante è stato vincerla”.
Questo però non toglie che la Fiorentina continui ad avere problemi nella finalizzazione e tutti gli innumerevoli passaggi, i tocchi di palla a non finire, ci portino spesso a urlare dagli spalti “ma tira” come se nessuno si prendesse la responsabilità dell’ultima battuta o peggio che non ne abbia le capacità. Ieri Piatek non ha brillato ma è stato anche poco servito, così come non mi ha entusiasmato la prova di Sottil. Questo ragazzo pare avere grandi mezzi che però non mette a frutto e rischia di bruciarsi con un atteggiamento a volte troppo narcisista. Sull’altro lato invece Gonzalez ha frullato bene tanto che per fermarlo gli avversari dovevano “abbatterlo” e Bonifazi ha beccato infatti il primo giallo proprio sull’argentino.
Nico fa un gioco spumeggiante ma per me esagera nelle manifestazioni nel momento in cui riceve un fallo, non mi piace che rotoli o rantoli per terra tutte le volte che lo toccano (a meno che non stia male davvero) perché rischia di passare per un cascatore seriale danneggiando la squadra. Furbo sì, ma plateale anche no. In questo senso amo la concretezza a tutto tondo del nostro Lucas Torreira che si è meritato l’ovazione di tutto il Franchi al momento del suo gol, proprio sotto la Fiesole dove è corso a festeggiare.
Che calciatore questo centrocampista, rincorso da anni e ora che è qui è obbligo assoluto riscattarlo, non voglio nemmeno pensare all’ipotesi che questo non accada perché l’uruguaiano sta diventando il leader di questo gruppo. Gioca a tutto campo con grande intelligenza tattica e lo si vede dare indicazioni a tutti i suoi compagni e ieri a braccia larghe urlava e sembrava un vigile a dipanare il traffico o più poeticamente un direttore d’orchestra. Ha una conformazione fisica tozza ma lo si vede sgusciare ovunque tanto che era sotto porta al momento di deviare il pallone in rete e anche la scorsa settimana contro il Verona era stato lui ad avere le migliori occasioni da gol.
Mi piace anche la passione che Lucas mette a servizio della squadra e che lo sta facendo diventare un beniamino dei tifosi. Quando l’ho visto saltare i cartelloni pubblicitari per volare ad esultare tra i tifosi ne ho avuto la conferma perché tutti hanno riconosciuto che si meritava questo sigillo e il conseguente abbraccio collettivo del popolo viola che ha per lui rispolverato il coro “picchia per noi Lucas Torreira”.
La Signora in viola