DA VICHINGO A CAMALEONTE, DA NOVE A SEI: LA TRASFORMAZIONE DI BELTRAN

27.02.2024 16:00 di  Alessandro Di Nardo   vedi letture
DA VICHINGO A CAMALEONTE, DA NOVE A SEI: LA TRASFORMAZIONE DI BELTRAN
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Non è un centravanti, non è un trequarti, né una seconda punta. Come Balto, Lucas Beltran sa solamente cosa non è, ma per adesso alla Fiorentina va benissimo così. Tra i vari ruoli che Italiano ha provato a far calzare al Vichingo da Cordoba adesso c'è anche quello di mezzala, o quanto meno di trequartista arretrato. Una posizione ibrida, plasmata sulle qualità dell'argentino e sulle necessità di una squadra, quella viola, che aveva bisogno di spostare qualità in altre zone del campo, per dar lustro al primo palleggio e frequenza al pressing sul centrocampo avversario.

LO SCACCO MATTO A SARRI - Per avere la meglio del demone valdarnese, capace di imprigionarlo in tutti e sei i precedenti (un solo punto racimolato negli incroci tra i due) Vincenzo Italiano ha dovuto osare. Per spezzare l'incantesimo ha mischiato gli ingredienti. Su tutti, a rimanere indigesto ai biancocelesti è stato soprattutto lui, Lucas Beltran. Partito nella ormai consueta posizione di trequartista alle spalle di Belotti, il nove che ha sulla maglia si è poi rovesciato in un sei. Dati e heatmap alla mano, in fase di non possesso Beltran ha agito da mezzala al fianco di Arthur. Una posizione speculare a quella di Bonaventura, per un centrocampo completamente a trazione offensiva che ha messo subito in imbarazzo la compassata mediana ospite.

UN CALCIATORE ANCORA DA PLASMARE - In questi primi sei mesi d'Italia, Beltran è partito da prima punta del tridente, per poi essere spostato qualche metro più indietro. Nel periodo di apprendistato da centravanti, sono venute fuori tutte le difficoltà di un calciatore che, messo spalle alla porta, è sembrato inadatto alla fisicità richiesta dalla Serie A. E così Italiano ha deciso di cambiargli ruolo, di usarlo da vice-Jack, qualche passo dietro ad una vera prima punta. Messo di nuovo in visione della porta, il Vichingo ha iniziato a trovare con più facilità luce per far male e, di conseguenza, la via della rete (6 gol nelle ultime 12 in campionato).

UN JOLLY DA RIUTILIZZARE - Il nuovo ruolo di Beltran sembrava consolidato, fino all'intuizione di ieri: un coupe de theatre ideato e sceneggiato da Vincenzo Italiano, che ha cambiato di nuovo pelle al suo ormai ex-centravanti, con risultati ottimali visto che il prodotto delle giovanili del River è entrato di fatto nelle tre azioni decisive della ripresa (arrivando a un passo dal chiudere il cross di Belotti poi ribadito in rete da Kayode, servendo lo stesso Belotti in area per il rigore conquistato e poi fallito da Nico e infine propiziando il 2-1 di Bonaventura con la conclusione che ha originato la corta respinta di Provedel). Dalla serata di ieri il ventiduenne argentino ne esce con la standing ovation del pubblico al momento del cambio, con tanti dubbi ancora su quale sia il suo ruolo definito nel tempo ma con la sensazione che, in questo momento, non sia poi così importante. Soprattutto per Italiano, che continuerà a usarlo come camaleonte, un coltellino svizzero capace di essere utile a ogni evenienza.