CON UN POKER IN MANO

07.06.2020 19:00 di  Dimitri Conti  Twitter:    vedi letture
CON UN POKER IN MANO
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Le tanto attese Verità di Rocco sono finalmente arrivate, sotto forma di una chiamata internazionale fiume di oltre un'ora e mezza, nel corso della quale Commisso ha potuto rispondere su vari argomenti, dei quali, inutile girarci attorno, il più atteso era lo stadio. Non a caso, infatti, il presidente viola ha dedicato a quel capitolo più tempo di ogni altro, partendo nelle sue considerazioni da un paragone con la realtà che meglio conosce, quella americana.

Ciò che ne viene fuori è come prima cosa un'amara considerazione: Commisso è abituato ad un modus vivendi totalmente differente rispetto all'Italia, paese dove anche gli affari più semplici all'apparenza possono rivelarsi matasse inestricabili. Se quindi negli States gli amministratori comunali giocano dalla parte dei grandi investitori, aiutandoli, e le tasse sulle costruzioni non si pagano, qui è diverso. Punto. Almeno finché non si assisterà ad un impulso legislativo, questo è il panorama di riferimento.

Considerato ciò, si può comunque sottolineare come Commisso appaia tutto tranne che perso d'animo, ed anzi si sia presentato all'appuntamento comunicativo di ieri pomeriggio con in mano un ventaglio di possibilità. Un poker, ed un asso che brilla più degli altri. Questo è rappresentato da Campi Bisenzio, ad oggi il fronte più caldo visto che Commisso ha svelato di avere l'opzione per comprare un terreno di 36 ettari. Nominata per ultima dal patron, è però ad oggi più probabilmente al primo posto.

Le altre possibilità vedono coinvolto anche il potenziale grande deluso, Dario Nardella. Infatti sono tre scenari che vedono lo stadio ancora a Firenze: o nell'attuale collocazione di Campo di Marte, leggasi Franchi restaurato, ma solamente a condizioni ben precise ("Non metto soldi se devo sottostare alla Soprintendenza"), con magari l'aggiunta una proprietà non al 100% gigliata visto lo status di bene pubblico dell'opera, o infine una nuova possibilità data da Firenze, esemplificata nelle Cascine dal tycoon, che faceva riferimento all'area dell'Ippodromo Le Mulina. Le idee non mancano, così come la voglia di fare. Fino ad ora, invece, è venuta meno la spinta d'inerzia da parte di un contorno che piuttosto è sembrato voler bloccare le aspirazioni di chi osa sognare un po' più in grande.