COMMISSO, Dante, Lorenzo e i paragoni aulici

24.02.2024 12:15 di  Stefano Prizio  Twitter:    vedi letture
COMMISSO, Dante, Lorenzo e i paragoni aulici
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Nella lettera inviata ieri da Commisso ai tifosi viola, ad averci colpito non è più di tanto la difesa a spada tratta del gruppo di lavoro. Non è un qualcosa di nuovo, e comunque la critica è buona norma venga accettata serenamente e come uno stimolo da chiunque svolga un ruolo sottoposto al giudizio pubblico. Sia questi un dirigente di una società sportiva, sia questi un politico, un uomo di spettacolo e anche un giornalista. Così è ed è consigliabile che chi non l’accetta o ne soffre si metta il cuore in pace. Ad essere più particolare, a suonare di nuovo fuori dagli schemi è il paragone aulico che Commisso fa tra se stesso e Dante Alighieri.

Infatti è probabile che se Dante fosse vissuto oggi e seguisse la Fiorentina gli verrebbe interdetto l’ingresso al Viola Park. La commedia non è altro che un lungo elenco di personaggi famosi del tempo e del passato messi alla berlina, presi in giro e condannati senza troppo riguardo alle pene dell’inferno, chissà dove metterebbe oggi Dante gli Elon Musk, i Bill Gates e anche i Commisso se avesse scritto. Di esempi ve ne sarebbero molti, e considerata la scarsa autocritica solitamente raccolta tra gli interventi del club si potrebbero pure tirare in ballo determinati peccati. Di certo Dante non si è mai fatto troppi problemi a immaginare pene severe, di qui la probabile interdizione del sommo poeta dal centro sportivo che il miliardario italo americano si è umilmente autointitolato.

Altro paragone che già aveva colpito la fantasia dei più fu quello con Lorenzo il Magnifico. Lorenzo fu un grandissimo mecenate, non un uomo d’affari, infatti nella banca di famiglia fece molto peggio di altri suoi parenti ben più accorti e creatori di ricchezze, Lorenzo i soldi li spendeva per regalare alla sua città, Firenze che ancora se ne giova tanti secoli dopo, la presenza di grandi artisti e la realizzazione di splendide opere d’arte. 

E ancora, Lorenzo fu un passionale: Ardo d'amore, e conviemme cantare per una dama che me strugge el cuore. Lorenzo dice 'quant’è bella giovinezza che si fugge tuttavia chi vuol esser lieto sia, del doman non v’è certezza’. Insomma, un fast fast con parole migliori, altro che crescere con calma, godiamocela oggi, ma forse tale passione Lorenzo sentirebbe il bisogno di esprimerla appendendo uno striscione allo stadio o al centro sportivo se dovesse esternare sentimenti se non di collera quanto meno di dissenso, e perciò lo farebbero identificare dalla Digos. Adesso, in attesa possano esser tirati in ballo magari pure Petrarca e Boccaccio, resta solo da capire se e quanto Commisso abbia voluto farsi consigliare, ieri e in passato, nel riferirsi a cotanti paragoni.