ARRIVA IL NUOVO FRANCHI. ORA SERVE UNA GRANDE FIORENTINA PERCHÉ È QUELLO CHE CONTA
Non ci si farà mai! Sono nel nostro patrimonio genetico, ci contraddistinguono agli occhi del mondo intero e alla fine ne andiamo anche fieri perché noi siamo così, votati da sempre alla polemica su qualsiasi argomento e abituati, per fortuna e per nascita, a vivere contornati dal bello. “Al mio segnale scatenate l’inferno”, diceva ne “Il Gladiatore” il generale Massimo Decimo Meridio, e più o meno è quanto successo dopo la presentazione del progetto per la riqualificazione dello stadio Franchi. Sinceramente non mi aspettavo così tanti pareri negativi ma è chiaro che non si può accontentare tutti, figurati un popolo di “buboni” come noi!
La cerimonia di presentazione è stata emozionante e quando sul palco sono intervenuti in contemporanea Antognoni e Batistuta confesso di essermi commossa, come tutte le volte che scorrevano le immagini storiche sulla Fiorentina. Se poi ci metti la location di Palazzo Vecchio e il Salone dei 500, il gioco è fatto e l’orgoglio fiorentino sale alle stelle. È il senso di appartenenza che ci immedesima in tutto quello che riguarda la nostra città e la nostra squadra, Firenze è casa, lo stadio è casa e questo lo hanno rimarcato anche Antonio e Bati che ci vivono o hanno vissuto.
Ecco, questo è un connotato che ci fa accalorare molto all’argomento restyling e nel mio piccolo vorrei dire la mia. Il progetto Arup probabilmente non sarà fra i più belli presentati, ma io ero già stata conquistata dalle parole dell’architetto Minora quando ha parlato di non deturpare lo skyline della nostra città perché ritengo che alcune strutture lo facciano, non amo in tal senso il nuovo Palazzo di Giustizia. Ritengo inoltre che sia diventato insostenibile andare a vedere le partite nell’attuale stadio perché ha veramente bisogno di essere restaurato perché quando vedi le crepe nel cemento, la muffa, i servizi igienici di uno squallore unico, la trascuratezza che lo avvolge ti chiedi quanto ancora potrà resistere. Detto questo mi pare che sia d’obbligo la funzionalità, la possibilità di vedere le partite senza prendere l’acqua, la speranza di stare anche più comodi nelle sedute e tutto ciò mi porta a sorvolare sul fatto che non sia proprio il massimo della bellezza architettonica.
È chiaro che dopo aver vissuto due anni circondati da virologi, immunologi, epidemiologi o tuttologi che dir si voglia adesso sono scesi in campo tutti gli architetti che covano in noi ed è partita la gara alla distruzione del Franchi che sarà. Il “Tettoia Stadium”, come è stato ribattezzato (adoro l’ironia fiorentina), a me non dispiace e sono convinta che a cose fatte piacerà a molti vista anche la rivalutazione di tutta la zona del Campo di Marte circonstante.
Quello che resta da capire è cosa ne pensa Commisso che ancora non si è espresso. La presenza di Barone alla presentazione del progetto per il Franchi non ha fatto trapelare niente e l’intervento del Direttore Generale si è basato solo sui ringraziamenti al Presidente e sul Viola Park. La società, infatti, dovrà fare le sue valutazioni per compensare i mancati introiti dello stadio di proprietà e di tutta la gestione commerciale legata ad esso. I rumors intorno al fondo Pif qualche interrogativo lo pongono.
In tutta questa vicenda, che spero stavolta trovi realizzazione e non solo chiacchere e plastici a prendere polvere, resta fondamentale lo spettacolo che all’interno dello stadio si svolge e più che altro la Fiorentina che sarà. I discorsi e le prospettive sono importanti, ma sempre di calcio di parla e a me quello interessa. Lo stadio è bello o brutto? L’importante è che sia bella la Fiorentina. Anche se invecchio baratterei lo stare alle intemperie pur di rivedere la Viola in Champions, ma se si potesse abbinare comodità e risultati sarebbe il top!
Intanto portiamoci avanti coi risultati e affrontiamo il Bologna per tornare a vincere dopo il pareggio casalingo col Verona e la precedente sconfitta col Sassuolo per riprendere la corsa verso l’Europa.
La Signora in viola