"OCCHI PUNTATI SU..." L'astinenza di Alberto Gilardino e gli orfani di Frey
Come avrebbero detto in un calcio d'altri tempi...un brodino. Perchè di questo si tratta, questo ha preso la Fiorentina in quel di Cagliari, racimolando un pareggio che sa più di sconfitta che di vittoria. Confesso che al termine della partita del Sant'Elia, campo mai tenero verso i colori viola, ho provato una brutta sensazione che da parecchi anni non mi sentivo addosso. Mi è sembrato di tornare alla seconda metà degli anni 70' (quando, per capirsi, andavamo allo stadio ad applaudire (!) Bagnato, Zuccheri, Zagano...) e dovermi rallegrare per un pareggio ottenuto a fatica contro una pari livello, come era il Cagliari a quei tempi e come (ahimè) è il Cagliari adesso. Oppure nei primi anni 90' con Lazaroni in panchina, Lacatus in campo ed una cifra di gioco a tratti impresentabile. Insomma, una sensazione di normalità, di fastidioso anonimato, di fronte alla palese impotenza della squadra viola che in 90' non ha mai dato l'impressione di poter vincere (o quantomeno provare a farlo).
Eppure la stagione della Fiorentina 2009-2010 era partita con tutt'altre premesse. La partenza di Felipe Melo aveva, paradossalmente, rafforzato la rosa con gli innesti di Marchionni, Zanetti e De Silvestri (per citare i più significativi). L'esplosione di Jovetic, il cammino trionfale in Champions, la vittoria di Liverpool...tutti segnali che portavano alla stagione della consacrazione per un progetto, per un'idea, per un sogno ad occhi aperti. Poi, all'improvviso, la squadra si è sfaldata. L'infermeria costantemente sold-out è stata la causa primaria ma c'è il netto sentore di una perdita di entusiasmo dei giocatori e di Prandelli, rassegnati all'Europa League 2010-2011 (l'ex Coppa Uefa), e proiettati verso due coppe che danno più stimoli, soldi, celebrità. Ecco, la Fiorentina (almeno in campionato) sembra una squadra che non deve dimostrare niente a nessuno dopo 4 miracoli consecutivi (per dirla alla Corvino) e sopratutto appare una formazione stanca, svuotata. A Cagliari Prandelli, oltre alle assenze fisiche di Zanetti, Mutu e (per metà) Gamberini, mancavano all'appello Frey, Gilardino, Vargas, Montolivo e De Silvestri. Otto titolari in meno, qualcuno per infortunio altri per stanchezza, altri ancora per semplice presunzione. Partiamo dal Gila: con il 2-2 di Cagliari il centravanti di Biella è arrivato a 475 minuti di digiuno (divisi in 6 partite consecutive, 4 di campionato e 2 di Coppa Italia) mostrando un appannamento preoccupante. Gilardino (ormai da tempo) gioca esclusivamente di sponda, sta costantemente spalle alla porta, non è tracimante come nei tempi migliori, spesso si nasconde dietro il suo avversario. Certo non è tutta colpa sua: il bomber mondiale è secondo in assoluto (dietro a Frey, ma il portiere non fa testo) come minuti giocati ed è fra i pochi nella rosa di Prandelli a non avere un sostituto degno di questo nome. Castillo bocciato, Babacar rimandato, Seferovic immaturo, Keirrison appena pervenuto e da valutare (Prandelli manco lo conosce!). Gioca Gilardino, sempre e comunque. Che dire di Vargas che è tornato quello (imbarazzante) dell'anno scorso: lento, pachidermico, senza iniziativa e new entry... egoista all'eccesso, tanto da smuovere anche il rimprovero di Prandelli. Calo di forma, condizione fisica precaria (a Cagliari aveva la febbre...) o colpevole vanagloria? Lo verificheremo già mercoledì in coppa Italia contro l'Inter dove le motivazioni non mancheranno di certo. Una cosa è sicura: la Fiorentina non può fare a meno di Vargas, di quel Vargas devastante che imperversava nel girone d'andata. Per Montolivo vale lo stesso discorso fatto per Gilardino (Montolo è il terzo della Fiorentina come frequenza) mentre De Silvestri soffre di una strana involuzione che lo porta a sbagliare passaggi elementari e ne limita le sortite offensive.
Detto di Gamberini convalescente, abbiamo lasciato per ultimo Frey. Oramai è sotto gli occhi di tutti: esiste una difesa viola con Frey ed una senza Frey. Il francese sta passando un periodo critico, uno dei peggiori da quando è a Firenze. Può capitare, per carità, ma il problema è che la difesa non può fare a meno delle prodezze del francese. Le sue incertezze hanno favorito la vittoria del Bologna a Firenze ed il pareggio di ieri, più altri svarioni a quattro mani con l'incerta retroguardia viola. Ecco perchè ho titolato "...gli orfani di Frey", perchè i vari Comotto, Gamberini, Natali, Felipe, Kroldrup, senza Frey sono calciatori poco più che normali, con qualche pregio e tanti difetti. Certamente non sono la tanto sbandierata quarta difesa del campionato ed il famoso 6 meno di Corvino sembra già una generosa concessione. Attendiamo allora che i nostri eroi riacquistino una forma fisico-mentale adeguata e per ora accontentiamoci della rinascita di Marchionni e Jovetic, del promettente esordio di Ljajic, dei colpi in canna che si chiamano Bolatti, Seferovic e Keirrison. In attesa di un vice Mutu...