BAGGIO a San Siro... "In ginocchio da te" (video)
20 settembre 1987, 2° giornata di campionato. E' il 78' quando un giovanissimo Roberto Baggio fugge solitario verso la gloria, affronta Giovanni Galli (ex viola in cerca di fortuna all'ombra della "Madunina") lo salta, lo irride, e deposita in rete per il 2-0 finale. Ma il gol è un puro dettaglio di fronte alla genuflessione del "divin codino" che avviene proprio sotto il “muro” dei tifosi viola. Pochi metri più in là c’era un ragazzo che (come me) entra per la prima volta a San Siro e dopo due ore se ne esce stravolto dalla gioia per aver visto il suo idolo regalare a tutta Firenze una vittoria a dir poco... storica.
Lo confesso, il racconto è autobiografico (e non si dovrebbe fare), ma credo così facendo di interpretare bene il sentimento di qualsiasi tifoso viola che, all’improvviso, si vede catapultato nella scala del calcio e trova ad aspettarlo… Daniele Massaro. Tutto nasce pochi giorni prima quando un amico mi propone di accompagnarlo a Milano per assistere a Milan – Fiorentina. E’ un tipo strano il mio amico, di qualche anno più vecchio di me. E' riuscito (non si sa come) ad entrare in confidenza con un tizio (di professione portavalori) che conosce tutto e tutti nell’ambiente viola. Più di altri conosce Daniele Massaro, da due stagioni al Milan, dopo essere esploso a Firenze nel quinquennio 82-87. Il portavalori in questione ci procura due biglietti di tribuna e gonfi di attese e speranze prendiamo il treno delle 9, destinazione Paradiso. Arriviamo a San Siro, il tizio ci aspetta all'entrata, e verso di noi viene il padre di Nicola Berti, un signore simpatico, classico parmigiano che ci intrattiene per un quarto d’ora magnificando le doti del figlio. Nicola Berti (anche lui molto amico del portavalori) è al secondo anno in maglia viola e sarà uno dei protagonisti della stagione... bisogna dire che suo padre ci aveva azzeccato. Sta per arrivare il momento, ecco Massaro (infortunato quel giorno e libero di girellare senza controllo alcuno) che ci stringe la mano e ci accompagna nel parterre di tribuna. Nessuna spocchia, un saluto al portavalori, e facciamo l’ingresso trionfale a San Siro. Fantastico, mirabolante, spaventoso… ho davanti un muro di 80.000 persone e due tabelloni elettronici da stropicciarsi gli occhi. E’ la prima in casa del Milan (all’esordio i rossoneri hanno vinto 3-1 a Pisa), ma soprattutto è il primo Milan di Arrigo Sacchi, di Gullit, Van Basten, Donadoni… Fiorentina vittima sacrificale per tutti, quindi, unico dubbio, quanti giri dovrà fare il pallottoliere prima di fermarsi. C’è un sole splendente, è il 20 settembre, e noto che è tutto perfetto ed il mio giovane cuore mi dice che non può finire male.
Comincia la partita, la Fiorentina subisce ma non più di tanto. Il Milan tiene palla ma conclude poco, noi ripartiamo con Berti e Di Chiara sulla fasce e Diaz punta centrale. con Baggio a supporto. Secondo tempo in fotocopia. Milan con percentuale bulgara di possesso palla e da dietro una frase che mi apre una speranza: “E’ dura per il Milan oggi”. E’ il commento di Massaro che passava di lì, ci ha visto ed è venuto a controllare se era tutto a posto. Io allora vinco l’emozione ed esclamo convinto: “Mi sa che possiamo anche vincerla”. Massaro mi guarda e sorride senza commentare... chissà cos’ha pensato, secondo me dentro di se sapeva che sarei stato buon profeta. Passano pochi minuti e la favola prende forma. E' il 76', Di Chiara sulla sinistra scocca un tiro rasoterra, Giovanni Galli si distende e depone il pallone sul mancino di Ramon Diaz che non perdona. 1-0 e mi giro a cercare Massaro che ovviamente se n’è andato. Due minuti dopo Roberto Baggio s’inventa uno scatto a bucare la difesa avversaria e s’invola verso la porta rossonera. Una finta, un dribbling, il rimpallo di cui sopra ed è l’apoteosi totale. “In ginocchio da te” col “Divin Codino” che si abbandona alla curva e si genuflette, bagnato dalle lacrime di gioia dei numerosissimi tifosi accorsi da Firenze. E’ il 2-0 finale e mi ritrovo, dopo l’ovvia esultanza, ad avere stampato sul volto un sorriso da ebete per i seguenti 20 minuti, come a volermi godere un momento unico, irripetibile, che resterà scolpito per sempre nella mia memoria.
Finisce la partita, ci incamminiamo all’ingresso della tribuna dalla quale siamo entrati dove ci aspetta il portavalori. Non c’è Massaro... pazienza. Secondo me anche a lui non è dispiaciuto il finale rocambolesco. L’ultima sorpresa al ritorno, stavolta in macchina, la compagnia del padre di Alberto Di Chiara, amicissimo dell’ormai famoso portavalori. L’appuntamento è a Firenze, davanti allo stadio, e per non farci mancare nulla chi c’è ad aspettarci? Alberto di Chiara, che come ogni figlio responsabile era venuto a prendere suo padre, evidentemente in visita di cortesia in quei giorni al figlio calciatore. Finisce qui, con l’ennesima stretta di mano “V.I.P” di quell’incredibile giornata. Alberto ci saluta e ci ringrazia per aver “dato uno strappo” al padre. Sarà meglio andare a casa, ormai ha fatto buio, anche se per addormentarmi ci vuole un po’ di “Domenica Sportiva”. E poi, hai visto mai che qualche telecamera non abbia zoommato sul parterre di tribuna e si possa vedere quella faccia da ebete che vi ho raccontato poco fa…
P.S - Piccola confessione: non era la prima volta che andavo a San Siro; purtroppo il mio esordio a San Siro è datato 1978, e fu un 4-1 per il Milan. Però suonava bene e l’ho voluta raccontare così. Il resto però, credetemi, E’ TUTTO VERO !!! L'augurio che mi sento di fare è che qualsiasi tifoso viola abbia, un giorno, la fortuna di vivere un pomeriggio da brividi come quello che ho appena raccontato.