VIOLA: VOGLIA DI STUPIRE SAN SIRO. INTER ESAME IMPORTANTE, CREMONESE DI PIÙ. ITALIANO HA PORTATO TUTTI AD UN BUON LIVELLO. STADIO: MAGARI ALLA FINE RESTA TALE E QUALE… AUGURONI GIANCARLO, SIMBOLO DELLA STORIA

01.04.2023 10:38 di  Mario Tenerani   vedi letture
VIOLA: VOGLIA DI STUPIRE SAN SIRO. INTER ESAME IMPORTANTE, CREMONESE DI PIÙ. ITALIANO HA PORTATO TUTTI AD UN BUON LIVELLO. STADIO: MAGARI ALLA FINE RESTA TALE E QUALE… AUGURONI GIANCARLO, SIMBOLO DELLA STORIA

La Fiorentina non vince con l’Inter dal 22 aprile 2017, un pirotecnico 5-4 al Franchi. Con Handanovic che dopo aver abbandonato la porta sfiorò il gol di un clamoroso pari, all’ultimo secondo, in un’area intasata come la Fipili, sull’assalto finale dei nerazzurri caricati da una rimonta incredibile. Da allora i viola con l’Inter non hanno toccato più palla, in termini di punti. Nel mezzo 6 vittorie interiste e 5 pareggi. Basta questo, e avanza pure, per spiegare che oggi pomeriggio alle 18 per Italiano e i suoi giocatori sarà dura, ma certamente non impossibile. 

Anche Inzaghi ha i propri affari da sistemare: è dentro in Champions e Coppa Italia, ma è in ritardo siderale dal Napoli in campionato e due lunghezze sotto la Lazio. Una stagione, per adesso, a targhe alterne. Magari ci sbagliamo, ma Inter-Fiorentina è più pesante per i nerazzurri che per i viola. A Milano le critiche tagliano come bisturi e qualcuno si lamenta dell’aria fiorentina. Il brusio di San Siro è più fastidioso della sabbia nel costume da bagno. E qualcuno si è lamentato del Franchi. Ma questo è il calcio, si dovrebbe sapere. 

I viola se la giocheranno, forti del periodo pre sosta. Arrivano a San Siro da 4 vittorie consecutive, ultimo pari con l’Empoli (finì 1-1, era il 19 febbraio), mentre non perdono dal 12 febbraio (1-0) a Torino con la Juve. Per non farsi mancare nulla anche 4 trionfi in Conference, sempre nello stesso spazio temporale. In totale sono 7 le vittorie di fila in tutte le competizioni e 8 i risultati positivi in serie. Insomma, poteva andare peggio. La domanda è la stessa: che Fiorentina ritroveremo? 

Il merito più grande di Italiano (che, beninteso, ne ha diversi), è aver traghettato i propri giocatori, nel momento decisivo della stagione, ad un livello di condizione medio-alta. Uno standard omogeneo che fa onore a lui e al suo staff. Hanno lavorato bene, applausi. Purtroppo non basta e questo Vincenzo lo sa alla perfezione. Bisogna sempre guardare avanti, mai nello specchietto retrovisore. Era dalla stagione 14/15 che la Fiorentina non si ritrovava lanciata su tre fronti. Non è poco. 

Formazione? La sbagliamo di sicuro, però ci proviamo. Terracciano, poi Dodò, forse più Quarta di Milenkovic, Igor e Biraghi (il grande ex). Amrabat e Mandragora sono ormai una coppia di fatto lavorativa, come Garinei e Giovannini nel teatro. Difficile rinunciare a loro. Batteria dei trequartisti? Ikonè, Bonaventura, Saponara o Gonzalez. L’argentino in nazionale ha segnato (non lo faceva da un anno) e prodotto un assist, ma potrebbe essere un po’ stanco. Potrebbe far comodo a partita in corso. 

Jovic non convocato per i postumi del virus, ma tanto difficilmente avrebbe avuto la maglia in partenza. E’ Cabral, adesso, il titolare dell’attacco. I viola si aggrappano a lui e alla sua rinascita: Arturone, tutto compreso, ha realizzato 7 centri nelle ultime 8 gare (complessivamente 12 le reti stagionali). Verrebbe da dire: è esploso. Arturone, ti scongiuriamo, non farci cambiare idea. Cabral è pronto a caricarsi la Fiorentina sulle spalle. Speriamo che accenda le luci a San Siro. 

La Fiorentina a Milano per stupire perché sul piano della manovra si lascia preferire all’Inter, il resto si vedrà. Ma l’impresa è possibile. Ricordandoci, però, che oggi il verdetto sarà importantissimo, mentre mercoledì a Cremona, andata di semifinale di Coppa Italia, sarà decisivo. Tutto qui. Ognuno creda quel che vuole.

L’Inter ha perso gli ultimi 2 incontri di campionato contro Spezia e Juventus: i nerazzurri non registrano 3 sconfitte di fila in serie A dal periodo tra aprile-maggio 2017 (furono 4 in quel caso). Se la Fiorentina vincesse a Milano, arriverebbe a 5 successi consecutivi, evento assente dal periodo tra febbraio-aprile 2018 (furono 6 in quel caso, con Stefano Pioli alla guida). Occhio a Barella: il sardo, infatti, ha preso parte a 4 gol (2 reti e altrettanti assist) contro la Fiorentina: la classica bestia nera.

Inzaghi partirà con Lautaro e Lukaku, una coppia fortissima: il belga è rientrato rigenerato dalla nazionale: ha firmato 4 gol in 2 partite contro Svezia e Germania. 

Finalmente si gioca, che bellezza. Ci lasciamo alle spalle 2 settimane di notizie, indiscrezioni, fiabe metropolitane, narrazioni di ogni tipo, sulla vicenda stadio. Vietato fare previsioni perché il terreno sul quale i protagonisti si muovono è cosparso di sapone. Stiamo alle sensazioni, prive di qualsiasi certezza. 

Primo: i tifosi della Fiorentina non possono emigrare per 2 anni (forse anche 3 o 4, chi può dirlo), penalizzati da costi esorbitanti. Per la stessa ragione la squadra non può giocare lontana da casa sua, il campionato sarebbe falsato perché 19 formazioni scenderebbero sul loro campo, la Fiorentina no. Ma scherziamo? Oltre al fatto che ci sarebbe una rimessa economica rilevante per le casse della società viola. Su questo punto, perdonateci, siamo intransigenti. Se non si comprende che è l’unico elemento non negoziabile in questa vicenda, allora non si conoscono Firenze né calcio. 

Secondo: i soldi del PNRR (ci riferiamo alle seconda tranche quella da 55 milioni ) sono molto a rischio. A Bruxelles sono rigidi come ufficiali prussiani. 

Terzo: se così fosse resterebbero circa 125/130 milioni della prima tranche del PNRR, quelli non oggetto di contestazione da parte della UE. Basterebbero per ristrutturare il Franchi sottraendo dal progetto iniziale alcune parti? Non abbiamo risposte, solo dubbi. Anche perché i costi, per loro natura, tendono a dilatarsi, non a restringersi. Le deduzioni fatele voi.

Quarto: qualsiasi impianto alternativo e temporaneo, non troverebbe la collaborazione del club viola. In assenza di nuove dichiarazioni del presidente Commisso, restiamo ancorati alle precedenti: senza il totale controllo dell’operazione Rocco non metterà un centesimo. 

Quinto: qualcuno immagina che si possa ristrutturare il Franchi e contestualmente giocare con una presenza di pubblico. Nessuno, però, indica in quale unità. Questo scenario ha una chance di attuazione vicino allo zero. Quale autorità, quali funzionari, quali dirigenti preposti alla sicurezza e all’ordine pubblico potrebbero assumersi una simile responsabilità? Tra l’altro il progetto di Arup è molto diverso da quello realizzato in altri impianti: lì si procedeva pezzo per pezzo, qui dovrà essere issata un’immensa copertura come se una scatola più grande coprisse una più piccola. 

Sesto: c’è anche chi sogna la demolizione delle curve, tornando ad un’idea di qualche anno fa, per altro già ampiamente bocciata. Peccato che vi siano vincoli ingessati, legati al Franchi monumento mondiale realizzato da un genio, l’ingegner Nervi. Per carità, tutto può succedere in politica, siamo in Italia… Ma pensate davvero che il Ministro della Cultura Sangiuliano, il sottosegretario Sgarbi, i vari Soprintendenti, per non parlare di tutte le organizzazioni che hanno a cuore la tutela dei monumenti potrebbero accettare questa strada? Anche in questo caso coltiviamo ettari di dubbi. 

Settimo: non ci sbalordiremmo se alla fine tutto restasse tale e quale e si fermassero le macchine. Tornando, come nel gioco dell’oca, alla casella del via. Non dimentichiamo che la Federazione vuole portare l’Europeo 2032 in Italia e allora gli stadi, volenti o nolenti, andrebbero rifatti. In questo modo i tifosi non dovrebbero viaggiare e la Fiorentina potrebbe contare su incassi sicuri. Certo, la gente allo stadio continuerebbe a prendere l’acqua. In attesa di un nuovo progetto, di un’idea innovativa che però in questa città fa sempre una gran fatica a decollare. 

Siamo al 1 di aprile, una sorta di Natale dei tifosi viola. Il compleanno di Giancarlo Antognoni, capitano della storia, simbolo di gioia e sofferenza, rappresentazione massima dell’estetica applicata al pallone, icona del senso di appartenenza ad una maglia e ad una città. Auguroni “Antonio”, quando giocavi la Fiesole ti salutava così. 

Unico 10, unico a prescindere.