VIOLA, SERVIVA PIU’ CATTIVERIA. E OCCORRE RICERCARE MAGGIOR IMPREVEDIBILITA’. CONSOLAZIONE: L’IMBARCATA NON C’E’ STATA. ORA LA PAROLA AL MERCATO
Forse la Fiorentina non ci ha creduto neanche dopo il pareggio di Kalinic. E alla fine resta la sensazione che questa squadra, pur lenta e poca cattiva, potesse fare un po’ di più sul piano della combattività. Ma se poi gli errori del passato si ripetono, è evidente che qualche limite esiste, fermo restando che la sconfitta può starci. Prima del match del resto in tanti temevano che la squadra viola avrebbe potuto subìre un ko largo. Tanto scetticismo aveva accompagnato questa gara, ma l’imbarcata non c’è stata (anche se per la verità la formazione di Allegri ha fallito 2-3 occasioni nitide). Il risultato ha detto qualcosa di diverso: nel primo tempo la squadra non ha mai dato la sensazione di poter organizzare una manovra capace di mettere in pericolo la Juve. La formula scelta da Sousa ha lasciato troppo isolato Kalinic, spesso chiuso nella morsa della difesa bianconera e anche il centrocampo non ha retto l’urto della Juve, peraltro con una metà campo non irresistibile. I segnali di una Fiorentina viva – come la chiama Sousa – sono arrivati in parte nella ripresa anche se la manovra per adesso non riesce ad accendersi; molti passaggi ma mai quella accelerazione decisiva. E un possesso palla che finisce con l’essere sterile e fine a se stesso. Tello potrebbe essere col passare del tempo l’elemento in grado di aggiungere un po’ di imprevedibilità all’azione. Cosa che è mancata a Bernardeschi atteso con curiosità nella partita con la Juve ma mai in grado di saltare l’avversario. I difetti della Fiorentina stanno ancora nella capacità di congelare il risultato: è vero che di fronte c’era la Juve, ma sono riemerse quelle fragilità che hanno a volte condannato la Fiorentina anche nella passata stagione. Inutile ripetere che questa settimana dovrà essere quella decisiva per un rinforzo di sostanza in difesa e magari anche un altro centrocampista. Nel frattempo va riconosciuto da una parte il coraggio di Sousa a mandare in campo dall’inizio Federico Chiesa, dall'altra la personalità e la giusta dose di cattiveria da parte del giovane calciatore. Nelle intenzioni del tecnico Chiesa doveva evidentemente assicurare protezione e proiezioni offensive alla squadra, cosa che comunque ha provato a fare discretamente. Tello, pur senza brillare, può tenere in ansia le difese avversarie e la sensazione è che alla fine quando lo spagnolo sarà al top si possa andare verso quel 4-3-3 utilizzato sul finire dell’anno passato. Ma di Chiesa sentiremo certamente parlare e non siamo d'accordo con chi ha sottolineato che il suo inserimento nella squadra titolare che ha affrontato la Juve sia un messaggio in codice alla società. Sousa ha parlato di lui in termini entusiastici, sostenendo che potrà essere il capitano del futuro.
Serve però in generale una Fiorentina più dinamica, più aggressiva, più convinta. Kalinic intanto si è confermato attaccante di razza e sull’unica vera occasione non ha perdonato.Ultima annotazione su Tatarusanu: i dubbi sul portiere restano. Ieri ha confermato di andare spesso in imbarazzo con i piedi, sbagliando più di una volta i rinvii. Il tempo a disposizione ora ad ogni modo in generale può ancora essere dalla parte dei viola. Nella speranza che anche il mercato possa sorridere alla Fiorentina. Magari grazie ad un guizzo di Corvino.
Lorenzo Marucci