UNA MELINA SENZA GLORIA E UNA MACCHIA NEL CURRICULUM DI TUTTI. SARÀ UN VENERDÌ DA SLIDING DOORS VIOLA, MA IL MERCATO NON ATTENDE (E IL BAYERN FA SUL SERIO PER CHIESA)

29.05.2019 00:00 di  Leonardo Bardazzi   vedi letture
UNA MELINA SENZA GLORIA E UNA MACCHIA NEL CURRICULUM DI TUTTI. SARÀ UN VENERDÌ DA SLIDING DOORS VIOLA, MA IL MERCATO NON ATTENDE (E IL BAYERN FA SUL SERIO PER CHIESA)

Una salvezza senza gloria, facendo melina, in attesa che l’Inter facesse il suo dovere. Nemmeno nel disgraziato 2005, l’anno di Calciopoli, si era arrivati a tanto. Allora la Fiorentina tirò fuori almeno le unghie, riuscì a reagire allo scempio di Roma (la mano di Zauri…) e sotterrò il Brescia con una grande prestazione. Stavolta no. Stavolta non ha proprio giocato, al punto da far vergognare i tifosi allo stadio e quelli incollati alla tv, con le dita incrociate. Dopo il pareggio dell’Empoli a San Siro, tutto lo stadio ha vissuto minuti in apnea, immaginando l’assalto del Genoa (che infatti aveva appena messo in campo Sanabria, la terza punta) e il prevedibile finale thrilling di Milano. Com’è andata ormai lo sappiamo, ma questa salvezza per il rotto della cuffia resta una macchia per tutti i protagonisti: proprietà, società, allenatore, giocatori, nessuno escluso. “Fate ridere”, ha urlato la Fiesole. E non ha torto, anzi. Via tutti, ascoltando la pancia, è l’unico commento che viene da fare, ma al di là della bramosia di vedere una Fiorentina all’altezza di se stessa e della sua storia, adesso conta capire cos’abbia in testa Diego Della Valle. Del calcio è stufo da tempo, con Firenze il rapporto è rotto e anche lo stadio (ora più che mai, visto che il Tar ha bocciato la nuova pista di Peretola) sta ormai diventando una pura chimera. 

La domanda allora nasce spontanea: Perché non dovrebbe vendere? Perché - ovviamente se i soldi pattuiti dovessero realmente essere messi sul piatto -  dovrebbe dire no a Commisso? Venerdì mattina dopo il CdA convocato in tutta fretta, ne sapremo di più. Per il momento nessuno si sbilancia, ma quello che è certo è che il tycoon calabrese ha voglia di Italia e fa sul serio. Della Valle pare si sia infastidito per il patto di riservatezza non rispettato: conoscendolo, non è un dettaglio. Ma sembra difficile pensare che un affare di questa portata possa saltare per qualche spiffero di troppo. In fondo, il buon Joe Barone, fedele braccio destro del capo anche ai Cosmos, era in tribuna non certo all’insaputa del club viola, che non a caso, lo ha accompagnato all’auto poco prima del fischio finale della partita. Le carte insomma sono in tavola, la strada per una Fiorentina a stelle e strisce è tracciata (al momento credo poco alle alternative, da Eurnekian al Qatar, ma naturalmente potrei sbagliarmi). 

Nel frattempo è già partita la grande fuga, ma non è detto sia una cattiva notizia: via Norgaard, via Edimilson (andrà al Mainz), via ovviamente Pjaca, Gerson e Veretout, la cui futura moglie è già segnalata a Napoli in cerca della nuova casa. Auguri, non ci mancherete. Volano cocci invece sulla vicenda Traorè e questo scoccia molto di più. Il ragazzo è interessante, ha forza, fisico, personalità e ottime prospettive. Corsi ha alzato la voce, la Fiorentina invece si fida del gentlemen agreement del gennaio scorso. Ma l’evidente immobilismo attuale dei viola rischia seriamente di far saltar tutto, anche perché Napoli e Juve sono già pronte a superare i 13 milioni offerti da Corvino. Sullo sfondo resta poi il grande dubbio Chiesa. Babbo Enrico aspetta da tempo una convocazione in sede per parlare di futuro, mentre il suo telefonino scoppia di richieste, ultima delle quali in arrivo dalla Baviera, dove il Bayern sta preparando una mega offerta per avere Federico come nuovo Ribery. Ovvio che nessuno però lo chiamerà finché Della Valle non avrà scelto che strada prendere: venerdì dunque è la slinding doors viola. Dovessi scommettere, come detto, punterei sulla porta con vista New York, ma le prossime saranno inevitabilmente settimane complicate. I cosiddetti closing (il Milan insegna) non si fanno in 5 minuti e il mercato della rifondazione viola, comunque vada la trattativa, rischia di partire parecchio in ritardo.