UNA CITTA’ INTERA SPINGE LA FIORENTINA ALL’IMPRESA NELLA NOTTE CHE PUO’ DECIDERE IL FUTURO. DA CHIESA CHE RESTA A CORVINO IN BILICO, ECCO I PIANI DI DIEGO. MONTELLA CI CREDE: L’ATALANTA SI PUO’ BATTERE. LAZIO IN FINALE.
E’ una notte densa di sapore e di significato, una notte che per la Fiorentina assomiglia molto a un bivio. Sul campo c’è da salvare una stagione, fuori ad aspettare c’è un futuro tutto da scrivere che in gran parte dipenderà dal risultato della partita di questa sera. Finale o non finale cambierà molto nelle strategie e nelle decisioni dei Della Valle e condizionerà anche l’umore di una tifoseria e di un ambiente.
Pensieri positivi e pensieri negativi che si sfidano, c’è di tutto dentro questi novanta minuti.
E’ chiaro che per eliminare l’Atalanta servirà un’impresa straordinaria, ma questa squadra, questo gruppo, spesso ha dato il meglio davanti alle salite più dure, nei momenti più complicati ha saputo andare oltre. E stasera, dopo il 3 a 3 dell’andata, si dovrà andare oltre. L’Atalanta vista anche lunedì sera contro il Napoli sembra una macchina, ma a volte, anche le macchine restano senza benzina. O fondono. La Fiorentina dovrà essere lì, senza paura, sempre in partita, ad aspettare, ad approfittare, a difendere e attaccare con i tempi giusti. Se esiste la Partita Perfetta non lo so, la Fiorentina dovrà provare a giocare una di quelle partite lì. E poi il calcio è strano, nessuno parte mai battuto e i pronostici spesso saltano.
Montella ha fiducia, l’ha detto e ridetto ai ragazzi. Ha lavorato sulla tattica, ma soprattutto sulla testa dei giocatori che dovranno trovare nell’autostima una risorsa in più. L’Atalanta è forte, gioca bene, ma non è il Real Madrid e neppure il Manchester City. A volte lascia spazi, in altre situazioni perde palla in attacco e si scopre, sono i suoi limiti.
Come giocare? Se seguo i pochi giorni di lavoro di Montella credo che si partirà con il 4-4-2. Questo modulo consente di chiudere bene le fasce e l’Atalanta sulle fasce costruisce molto del suo gioco. In fase difensiva può diventare 4-5-1 abbassando un attaccante per occupare bene gli spazi, interrompere le linee di passaggio e impedire il gioco di prima palla a terra della squadra di Gasperini. Le due linee dovranno stare compatte per recuperare palla e rilanciare negli spazi Chiesa e Muriel che in velocità sono imprendibili. Il copione dovrebbe essere questo, recupero palla e contropiede rapidissimo.
Gli interpreti in difesa sembrano scontati con Lafont in porta, Milenkovic, Pezzella, Ceccherini e Biraghi i quattro in linea. In mezzo al campo credo servano la fisicità di Dabo e il recupero palla di Veretout. Gli esterni saranno fondamentali. Non si può pensare di mettere giocatori troppo difensivi perché comunque il pareggio non può essere l’obiettivo, quindi credo in Gerson e Mirallas, Benassi non ha il passo e Edimilson è fuori da troppo tempo. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di spostare Dabo sull’esterno (c’ha giocato anche in Francia) con Benassi in mezzo, ma siamo alle solite: il pari non basta e Mirallas forse fa più comodo per le migliori qualità tecniche. Davanti mi sembra scontato rivedere Chiesa e Muriel, gli unici che parlano lo stesso linguaggio tecnico. Simeone sarà la carta da giocare a gara in corso. Ma nelle decisioni dell’allenatore a volte influiscono anche i colloqui individuali, il carattere dei ragazzi e in questa gara l’aspetto caratteriale può fare la differenza nella scelta fra due giocatori potenzialmente equivalenti. Non mi aspetto sorprese, non è una partita per ragazzi o esperimenti.
Se la Fiorentina dovesse conquistare la finale contro la Lazio che ha battuto il Milan, sarebbe la seconda dell’era Della Valle dopo quella maledetta e sfortunata del 2014 contro il Napoli. A suo modo un evento. A quel punto le decisioni sulla strategia futura saranno prese soltanto dopo la gara del quindici maggio.
E’ evidente che una finale potrebbe dare sensazioni nuove, far cambiare qualche idea, ricreare positività. Ma inutile correre.
Diego Della Valle ha già lanciato qualche messaggio e le idee sono chiarissime.
E’ stato lui a volere Montella e uno come Montella non è tornato per vivacchiare, qualche promessa di rilancio l’ha sicuramente avuta.
Intanto, come vi abbiamo anticipato martedì scorso su questo nostro giornale online, e ribadiamo oggi dopo ulteriori verifiche e aver saggiato altre fonti vicine alla famiglia, Diego vuole tenere Chiesa: dirà no a tutte le offerte per la cessione del giovane attaccante viola.
E’ scattato l’orgoglio di Diego, la voglia di far vedere che può resistere anche a maxi proposte, l’idea sempre sbandierata che i contratti vanno rispettati. Poi chissà cosa succederà se dovesse arrivare un’offerta da 100 milioni cash, ma oggi come oggi Diego ha tolto Chiesa dal mercato e su Chiesa vuole rifondare la squadra. Sembra irremovibile. A Chiesa sarà aumentato l’ingaggio per convincerlo a restare ancora più sereno per almeno un’altra stagione, per riconquistare l’Europa, questo vuole Diego. Del resto solo uno come Chiesa, con le sue qualità e caratteristiche uniche, può cambiare le partite, è un valore aggiunto e può contribuire al rilancio.
Ma non solo Chiesa, il progetto sarà diverso rispetto ai due anni tristi appena passati e Montella è già stato chiaro. I giovani vanno benissimo, ma serviranno anche giocatori più esperti. Alcuni andranno via per ragioni di bilancio (Veretout, Milenkovic e forse altri compreso Simeone), ma saranno rimpiazzati con gente da Fiorentina. Servirà un regista e Montella l’ha già detto.
Nel rispetto dei conti, l’obiettivo è però quello di costruire una squadra più omogenea rispetto a quelle troppo imperfette messe in piedi da Corvino negli ultimi due anni.
E allora ecco un altro tema: il direttore generale resterà?
Anche su questo si esprimerà e deciderà Diego. Tenuto conto che ci sarà da sostituire anche il direttore sportivo Freitas in uscita. Che succederà?
Di sicuro, Corvino o non Corvino, Montella avrà voce in capitolo nella campagna acquisti su questo il direttore generale (se resterà) dovrà arrendersi e l’incontro dell’altra sera in un ristorante del centro di Firenze è sintomatico: le scelte saranno condivise e non più soltanto appannaggio di Corvino all’insaputa dell’allenatore. Non mi sembra poco.
Comunque tutto passa anche da stasera, la Fiorentina sa che eliminare l’Atalanta potrebbe aprire un capitolo nuovo dentro e fuori dal campo. Sarà durissima, ma di una cosa siamo convinti: i viola ci proveranno fino all’ultima possibilità, all’ultima energia, all’ultima goccia di sudore.