TRA CATTIVE ABITUDINI E SCRICCHIOLII CHE RIPORTANO AL PASSATO, SERVE CHIAREZZA. IL PRIMA POSSIBILE.
All'indomani dell'inopinata sconfitta interna con il Sassuolo si sono svegliati tutti un po' elettrici. In particolare Montella che ha subito richiamato la squadra al lavoro annullando il giorno di riposo. Un ulteriore segnale per uno come il tecnico viola sempre molto misurato. Ma che l'Aeroplanino stesse vivendo un periodo delicato lo si era già intuito. In particolare lunedì quando, a margine della conferenza stampa pre campionato, i messaggi alla società sono apparsi sin da subito chiarissimi. Una squadra più forte, acquisti mirati, la conferma dei migliori (Montella sembra tutto fuorchè convinto della bontà di una cessione di Cuadrado) e magari anche qualche aspetto a metà strada tra comunicazione e staff medico che lo stesso Montella non ha mai troppo digerito (leggere alla voce "Gomez").
Parole che certamente rispecchiano le ambizioni dell'intero popolo viola, rimasto suo malgrado a secco anche quest'anno. Per tanti motivi capitanati in primo luogo dalla clamorosa sfortuna di non avere a disposizione Gomez e Rossi, e tra i quali forse resiste anche qualche responsabilità dello stesso allenatore. Fin qui tutto normale, se non fosse che il braccio di ferro che si sta delineando all'interno della società, riporta indietro a vicende passate. Legate all'asticella alzata da un tecnico poi finito in Nazionale e a divisioni interne per niente semplici da ricompattare, almeno per un paio d'anni. La grande differenza rispetto a quei tempi, però, è il fatto che se quel ciclo era a fine, quello di Montella sarebbe appena all'inizio.
La Fiorentina, in altri termini, rischia di ripetere per l'ennesima volta fin troppo vecchi errori. Legati a una programmazione ritardata, a scelte rinviate, a c.d.a. che slittano di settimane e settimane e a una chiarezza che tarda ad arrivare. Per il tecnico e di conseguenza anche per i tifosi. Ora che la Coppa Italia è alle spalle, perciò, l'augurio che si cominci finalmente a programmare è sempre più forte. Confermando un direttore sportivo che bene ha fatto, rassicurando un tecnico che, errori a parte, è tra i migliori in circolazione e rinnovando i contratti a giocatori simbolo come Borja Valero e Gonzalo Rodriguez. Perchè saranno anche formalità, ma per il momento le firme non sono arrivate.
Serve allora che come già capitato negli ultimi 2 anni proprio ADV riporti serenità in casa viola e magari anche un po' di compattezza. Gli screzi Pradè-Cognigni di qualche mese fa, il rinnovo che non arriva per il diesse, le esternazioni di Montella e il suo nervosismo di fronte ad articoli, a suo dire, "su dettatura" (ma se l'allenatore pensa che la società possa dettare articoli, significa che qualche contrasto c'è, e tirare in ballo la categoria sembra più uno scatto d'ira che non una riflessione ponderata) e la brutta aria che tira su una Fiorentina comunque reduce da una buona annata (difficile valutarla diversamente soprattutto contando il doppio handicap Rossi-Gomez) sono tutte testimonianze, purtroppo, di cattive abitudini che in società si fatica ad eliminare. E che, per inciso, si ripercuotono anche sulle scelte e sui risultati degli ultimi anni. Nei quali, per esempio, a gennaio non si è avuto il coraggio, o la forza, di alzare gli investimenti fornendo alternative a un tecnico costretto alla rosa all'osso. Sia nella passata stagione che in quella che va chiudendosi.
Tommaso Loreto - Direttore www.firenzeviola.it