TORREIRA, TUTTA LA VERITA’ SUL DIFFICILE RISCATTO. VERTICE DI MERCATO CON ITALIANO A CAMPIONATO FINITO. IL TECNICO: NESSUN CALCOLO, VOGLIO SEI PUNTI. ROCCO NIENTE JUVE, TORNA IN AGOSTO. IL RIGORE E LE POLEMICHE MONTATE AD ARTE
Torreira tornerà titolare lunedì prossimo contro la Sampdoria, sta ritrovando una forma finalmente accettabile dopo un mese difficile e comunque l’assenza dello squalificato Amrabat lo manda direttamente in campo.
Quando sta bene Torreira è un giocatore imprescindibile, un altro dei miracoli di questa stagione e del lavoro di Italiano. Veniva da due anni difficili, messo in discussione e spesso in panchina dall’Arsenal, ma anche da Simeone all’Atletico. A Firenze è tornato quel regista determinante apprezzato anni fa proprio nella Samp, ma anche un leader che pesa nello spogliatoio e un goleador di scorta con cinque centri stagionali. Sappiamo che la Fiorentina ha in mano il suo riscatto fissato in quindici milioni di euro e sia la società che il giocatore hanno più volte manifestato l’intenzione di continuare assieme.
Torreira non perde occasione per esaltare la sua fiorentinità acquisita, a Firenze sta bene come giocatore e come persona.
E allora perché il suo riscatto non è automatico?
Ci sono difficoltà o meglio delle cose sulle quali discutere che riguardano, ovviamente, l’aspetto economico. Abbiamo già scritto che, legittimamente, la Fiorentina sta cercando di ottenere uno sconto rispetto ai quindici milioni fissati l’estate scorsa proprio per il fatto che il rilancio sia avvenuto grazie alla squadra viola e l’Arsenal in questo modo può monetizzare una cifra comunque importante per un giocatore che l’estate scorsa non aveva mercato.
Non sarà facile convincere gli inglesi, i contatti sono cominciati più di due mesi fa e la stretta ci sarà soltanto a campionato finito, ma non dobbiamo dimenticare anche un altro aspetto fino ad oggi sottovalutato e alla fine forse fondamentale: l’ingaggio del giocatore. E questo potrebbe diventare un problema non da poco.
E’ vero che Torreira, come detto, ha più volte manifestato l’intenzione di restare a Firenze, ha dimostrato l’attaccamento, ma guadagna una cifra molto più vicina ai quattro milioni che ai tre, comunque lontana dai parametri della Fiorentina.
Come sappiamo, i giocatori viola più pagati hanno tutti ingaggi attorno ai due milioni. Questa cifra è sorta di asticella, di soglia, sulla quale si possono inserire bonus, ma che diventa una sorta di limite per mantenere sotto controllo il monte-ingaggi che è già il settimo della serie A.
Dunque, Torreira è disposto a ridursi l’ingaggio?
E qui torniamo alla trattativa per il riscatto. Le due cose sono inscindibili, la Fiorentina stringerà con l’Arsenal quando ci sarà un accordo anche con il giocatore. L’aria non è quella del muro contro muro, si sta semplicemente cercando una strada che possa accontentare tutti e le possibilità ci sono.
Ci potrebbe essere una buonuscita dell’Arsenal per Torreira, ad esempio, la squadra inglese con la cessione risparmia un ingaggio importante. Lo sconto degli inglesi sui quindici milioni potrebbe proprio finanziare il bonus per il giocatore.
Insomma, operazione in ponte, fattibile, ma non conclusa e non in dirittura d’arrivo. E’ facile capire che quando ci sono di mezzo i soldi è dura fare previsioni, non è mai scontato che un giocatore decida di tagliarsi l’ingaggio quasi del cinquanta per cento. E la Fiorentina certe cifre non le può dare a nessuno, i costi salterebbero. Furono promesse a Vlahovic, ma allo scopo di far firmare il rinnovo per poi vendere meglio il giocatore, non certo per tenerlo a sei milioni l’anno.
Il discorso su Torreira si potrebbe anche allargare a Odriozola. La Fiorentina potrebbe anche decidere di trattare con il Real (che chiede comunque troppo), ma il giocatore guadagna quattro milioni (oggi ne pagano metà gli spagnoli) e un taglio del cinquanta per cento sarebbe anche ingiusto chiederlo.
Tornando a Torreira, anche per il ruolo che riveste, la Fiorentina proverà a trattare fino in fondo per trovare l’accordo e far restare il giocatore a Firenze affidandogli per i prossimi anni le chiavi del centrocampo, ma oggi è vietato fare previsioni.
Se ne riparlerà a fine campionato e anche per questa operazione essere o non essere in Europa potrebbe spostare qualcosa. Nelle Coppe la società ha più incassi, i giocatori sanno di entrare in un giro positivo che può dare visibilità internazionale e contribuire ad alzare il livello degli sponsor e il giro complessivo di interesse attorno al proprio nome che oggi, molto spesso, è una piccola azienda familiare.
Aspettiamo tutti l’Europa, che fare? Italiano ha le idee chiarissime.
Dopo la straordinaria prova dell’altra sera contro la Roma, per me i novanta minuti più belli della stagione per la prestazione della squadra e le sue conoscenze calcistiche, la sua accresciuta maturità, l’allenatore ha chiesto sei punti dalle sfide con la Samp e la Juve. Inutile fare calcoli.
La Fiorentina non può e non deve farli. Questa la sintesi del discorso dell’allenatore alla squadra, che ripeterà giorno dopo giorno fino alla fine della stagione. La vittoria con la Roma ha messo le ali, dimostrato a questa squadra che può battere chiunque, la forma fisica è ottimale, stanno tutti bene, le motivazioni e la spinta arrivata da questa vittoria faranno il resto.
Il gruppo viola è consapevole di avere meritato un posto nelle coppe, in Europa, per il calcio espresso e una stagione al di sopra di tutte le aspettative e quel premio meritato vuole andare a prenderselo con tutte le energie rimaste. E non sono poche.
Poi la posizione in classifica si guarderà alla fine, dopo l’ultima partita con la Juventus che ha vinto le prime tre senza meritare e non può sempre andare così, anche nel calcio c’è un Dio…
A proposito di Juve, i soliti noti hanno scritto e detto le bischerate classiche: invece Rocco non ci sarà. Non è giusto dare notizie non vere, ma è pur scorretto illudere o far sperare i tifosi sul ritorno del loro presidente. Non è così, Rocco non ci sarà, segue la squadra come prima e più di prima, sente e “gasa” tutti, ma tornerà soltanto in agosto, la data esatta non si conosce, forse qualche giorno prima dell’inizio del campionato che quest’anno partirà molto presto e per l’Europa potrebbero anche esserci dei preliminari.
Sempre a questo proposito, la fantasia galoppa e la storia del contratto di Italiano da firmare e rinnovare è sempre più bizzarra e giornalisticamente inquietante. Ora per qualcuno si aspetterebbe proprio il ritorno di Rocco che infatti non tornerà. In tanti non si sono ancora messi l’animo in pace. Italiano il contratto ce l’ha e vuole restare a Firenze come vi sto raccontando da almeno due mesi, molto prima che scoppiasse la ridicola vicenda-Napoli.
Ma lo stesso discorso vale per i tanti nomi di giocatori accostati alla Fiorentina anche in questi giorni. Sondaggi, analisi e valutazioni tante come è normale che sia, il mercato e lo scouting si fa tutti i giorni, ma nessuno ha stretto su nessun nome.
A fine campionato ci sarà un vertice fra i dirigenti e Italiano durante il quale si parlerà del rinnovo dell’allenatore e soprattutto dei bonus che merita per questa stagione straordinaria e si metteranno le basi per il mercato con un paio di nomi per ogni ruolo da coprire. Anche qui, ovvio, essere in Europa o non esserci sposta molto, a cominciare dalla rosa che se si dovesse giocare il giovedì numericamente andrà rafforzata ancora di più. Tempo al tempo.
Per chiudere torno sulla gara di lunedì sera con la Roma che, ripeto, per me è la migliore della stagione per conoscenze calcistiche, intensità e mentalità. Ovviamente in tanti hanno parlato solo del rigore andando dietro a Mourinho che di questa strategia ha fatto un’arte. Quei due o tre che mi seguono anche su media, radio o tv nazionali, sapranno che avevo già criticato aspramente molti atteggiamenti simili di Mourinho e la pressione sugli arbitri che ad ogni partita esercita la panchina della Roma. E non solo Mourinho: per me è una strategia. In campionato, ma anche in coppa. Qualche torto la Roma l’avrà anche subito, per carità, ma questa idea di condizionare gli arbitri prima, durante e dopo per la gara successiva, dovrebbe essere stroncato.
Il rigore? Sapete già chi ha sbagliato, il varista Banti. Secondo il protocollo, il Var non avrebbe dovuto intervenire per segnalare il fallo all’arbitro Guida che in un’azione come quella di Gonzalez è l’unico responsabile della valutazione. Non c’è un chiaro ed evidente errore come previsto dal regolamento. Però il rigore si poteva dare, il contatto c’è e l’attaccante viola era già stato ampiamente sbilanciato prima di entrare in area. Chi può giudicare quel contatto ininfluente? A volte quando sei lanciato basta anche poco e poi se vogliamo parlare di calcio, in una partita dominata dalla Fiorentina dove la Roma non è mai riuscita a giocare, ha tirato in porta una sola volta su punizione, quanto può avere inciso questa decisione? Nel conto, allora, mettiamoci anche Ikonè fermato ingiustamente davanti alla porta e un altro rigore più netto ancora su Gonzalez.
Se tutti parlassero meno di arbitri e più di gioco, soprattutto gli addetti ai lavori e in particolare per partite a senso unico come questa, ne guadagnerebbe la cultura calcistica del nostro Paese. E anche la loro credibilità.