Se Pioli si volta verso la panchina, chi c'è che può cambiare la partita? Pellegrini idea chic, ma ecco la verità. Servono un vice Kean (maschio alfa) e un vice Dodo. La grana ingaggi alti e i no di Beltran e Ikone

Allegri ha aggiunto la Fiorentina nel pronostico delle squadre che lotteranno per andare in Champions e se questo è stato un atto di cortesia verso Pioli bisognerebbe chiederlo a Max, il quale sa bene cosa facciano le persone educate quando vogliono distruggere qualcuno: lo ignorano.
Pioli ha recuperato l’apertura di credito dopo aver scritto l’affronto sulla lavagna nello spogliatoio, ma in cuor suo è consapevole che la rosa debba avere molta profondità per salire lassù, non solo a parole e nelle previsioni estive che non si negano quasi a nessuno.
L’allenatore viola può schierare una formazione di qualità disponendola in un ideale 3-4-1-2 (De Gea, Comuzzo, Pongracic, Ranieri, Dodo, Fagioli, Sohm, Gosens, Gudmundsson, Dzeko, Kean) ma il problema è che se poi si volta verso la panchina fa fatica a trovare qualcuno in grado di cambiare la partita. Riflettere bene su questo. L’obiettivo è quello di avere due protagonisti tendenzialmente simili per ogni ruolo, quindi se schieri subito l’attacco titolare devi avere qualcuno che entra per sparigliare le carte, aggiungere pepe, creare apprensione nella zona del campo dove 90 volte su 100 si decidono le partite.
Non è detto che Pioli cominci sempre con Gudmundsson dietro a Kean e Dzeko, ma solo chi vuol ignorare il problema crede che non sia necessaria una riserva di grande spessore per i due attaccanti di ruolo. Avendo rinunciato a sostituire Sottil in un ruolo che in teoria non serve più, la Fiorentina dovrà dunque attrezzarsi per trovare un giocatore capace di fare il mestiere di punta centrale. La scorsa stagione Kean è stato 25 volte il maschio alfa di una squadra che non aveva riserve in attacco, quest’anno è arrivato Dzeko ma non basta. Ci si avvicina verso la cosiddetta ‘zona Pradè’, cioè quella in cui la bussola del Ds sembra orientarsi meglio nel frullatore del mercato e a nessuno sfugge che le uscite di Beltran e Ikone siano un problema serio. I due ‘esuberi’ hanno oltrettutto ingaggi che pesano parecchio e vanno ad aggiungersi a quelli di Brekalo e Barak, più volendo quello di Kouame: una dodicina di milioni lordi che vanno a incidere sul monte stipendi generale, che non può superare il 70 per cento del fatturato.
Da valutare anche la situazione in uscita a centrocampo, con i riflettori viola che si sarebbero accesi su Lorenzo Pellegrini, in teorica uscita dalla Roma. I lati positivi a proposito del giocatore sono tanti, i dubbi riguardano la ripresa completa dopo la lesione al quadricipite che ha fermato Pellegrini a maggio, uniti a uno stipendio lordo che si avvicina ai 7 milioni.
Per quanto ci riguarda, possiamo solo aggiungere che il nome di Pellegrini mai è stato fatto nei colloqui interni di mercato viola, in cui tutto è stato condiviso fra dirigenti e allenatore. Il mercato può aprire piste inattese, ma per ora emerge questa situazione.
Giovedì la Fiorentina giocherà contro la squadra ucraina del Polissya l’andata dei playoff di Conference a Presov, in Slovacchia, nella piccola Futbal Tatran arena da 6500 posti. Trecentocinquanta di questi - impossibile averne di più - sono stati subito venduti ai tifosi della Fiorentina e non solo per questo evitiamo di sminuire il valore di una coppa che, lo abbiamo ripetuto forse troppe volte, davvero poco ci affascina, al quarto anno consecutivo di frequentazione. La Fiorentina ha fatto sapere che il lungo flirt con la Conference le ha fruttato una cinquantina di milioni, mica pochi, sebbene lo sforzo di giocare e per gli spettatori assistere ad alcune partite sia stato notevole per l’improbabile livello generale. Il quarto anno nella ‘Coppa inclusiva’ comincia al solito con l’obiettivo abbastanza dichiarato di vincerla, o almeno arrivare in finale, anche perché contrariamente alle passate edizioni non ci sono squadre davvero imbattibili, sulla carta, come per esempio il Chelsea la scorsa stagione.
Quindi rispetto per la Conference e il piccolo Polissya, rappresentano un mondo parallelo che la Fiorentina dovrà affrontare dimostrando da subito che contro le squadre più deboli non va in crisi di idee, sbattendo contro il muro delle porte chiuse senza trovare sbocchi, con un calo di fantasia e di zuccheri. Questo almeno sarà un buon motivo per guardare la partita di giovedì.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 2/07 del 30/01/2007
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