MONTELLA E PRADE’ COME MARTY E DOC: E’ IL RITORNO AL FUTURO VIOLA. IL RITORNO DI BATI (CON LA REGIA DI ANTOGNONI) SAREBBE IL COLPO DEI COLPI, SAREBBE COME RESTITUIRE LA FIORENTINA A FIRENZE

12.06.2019 00:00 di  Leonardo Bardazzi   vedi letture
MONTELLA E PRADE’ COME MARTY E DOC: E’ IL RITORNO AL FUTURO VIOLA. IL RITORNO DI BATI (CON LA REGIA DI ANTOGNONI) SAREBBE IL COLPO DEI COLPI, SAREBBE COME RESTITUIRE LA FIORENTINA A FIRENZE

Montella e Pradè come Marty McFly e Doc, una specie di Ritorno al Futuro in edizione viola. Alla Fiorentina sta cambiando tutto, ma la bizzarra abitudine di guardarsi indietro, continua lo stesso. C’è di più, però. Molto di più. In serata Sky ha parlato di Batistuta come possibile uomo nuovo viola. Un’idea rilanciata nei giorni scorsi anche da noi su Firenze Viola, un ritorno che (se confermato) farebbe esplodere di gioia tutta Firenze. Alzi la mano chi non ha gioito per le corse alla bandierina, le mitraglie, le punizioni di Batigol, l’idolo della folla viola, il più grande cannoniere della storia della Fiorentina. Per Commisso sarebbe il colpo dei colpi: Gabriel e Antognoni sono icone intoccabili, miti e simboli della passione viola, unirli nella nuova Fiorentina sarebbe andare oltre il senso di appartenenza. Sarebbe come restituire la Fiorentina a Firenze. La regia del possibile ritorno di Bati è tutta di Giancarlo, che si è portato a cena il vecchio cannoniere e lo ha convinto con poche parole. Gabriel in fondo non aspettava altro, lui stesso lo aveva confessato prima e dopo la grande festa in Piazza Signoria. Sarebbe bello, sarebbe bellissimo. Ma per ora fermiamoci qui, aspettiamo i comunicati e di capire quali mansioni avrà davvero Batistuta.

Lui di sicuro non farà solo l’uomo immagine. Gabriel ama Firenze, ma non è adatto a restare ai margini. In campo dominava, ha il carattere di un leone e se tornerà a vestirsi di viola, lo farà solo con un ruolo preciso. La mossa di Commisso comunque merita un approfondimento: in questi bagni di folla (e di sudore) fiorentini, Rocco ha capito tutto. Ha capito quanto conti l’empatia, l’amore, quanto conti mischiarsi con la gente e farla volare con la fantasia. Bati è la mossa migliore che potesse fare, è la chiave per aprire definitivamente il cuore della gente. Soprattutto oggi che Firenze arriva dall’epoca dell’autofinanziamento, del taglio dei costi e delle ambizioni. I conti, il Corvo, li ha rimessi a posto, ma il campo ha detto che il Pantaleo bis è stato un esperimento fallito, al punto di rischiare forte di crollare in serie B. Commisso invece è a un passo dall’annunciare Pradè, l’uomo della rivoluzione del 2012, del salasso Mario Gomez, del dolce rischio Pepito, del sogno europeo e di una Fiorentina da Champions. 

Con lui ci siamo divertiti, il pubblico si spellava le mani e i giornali di mezzo mondo parlavano della Fiorentina come di una squadra nuova, senza mediani, costruita per giocare e dominare le partite. Il suo ritorno fa sperare che la storia si possa ripetere e il feeling tra lo stesso Pradé e Montella potrà solo giovare. Il ds ha fatto anche errori, naturalmente: ma al di là dei vari Yakovenko, Sissoko e Anderson, il posto lo perse per i rapporti tesi con Cognigni, figli di un monte ingaggi schizzato troppo in alto per un club che non ha mai fatturato più di 100 milioni. Con Commisso avrebbe carta bianca dal punto di vista tecnico, ma molto dipenderà dal budget che il nuovo proprietario viola gli metterà a disposizione. Di sicuro, Pradè è quasi l’opposto di Corvino. E’ un gran parlatore per esempio, sa comunicare e creare empatia con la gente. Non è poco, anzi è già moltissimo. Il credito di cui gode Commisso a Firenze è enorme, fare chiarezza sugli obiettivi e sulla strada da intraprendere per ricreare la Fiorentina che fu, aiuterà ulteriormente ad allungare la luna di miele. Di sicuro il ds aspetta a gloria di tornare, perché la Fiorentina (dopo la Roma) - sono parole sue - ha rappresentato l’avventura più bella della carriera. Con Pradè, come ovvio, l’Aeroplanino viaggia forte verso la conferma. E, personalmente, credo sia la mossa giusta. Montella è un ottimo allenatore, ha idee interessanti e in testa un calcio proposito.

Nella sua prima avventura a Firenze ha dato il meglio di sé, in questi mesi invece è parso un pesce fuor d’acqua, ma allenare una squadra che non ci stava più con la testa sarebbe stata dura per chiunque. Un’altra chance insomma la merita, anche perché con due anni ancora di contratto, cambiare poteva valere la pena solo in caso di arrivo di un top. Montella e Pradé, Marty e Doc. Ritrovare Borja e Gonzalo, Cuadrado, Pizarro e Joaquin sarà dura, ma sognare fa bene al cuore. La Fiorentina di Commisso insomma è ufficialmente partita per la sua grande avventura e Rocco se n’è ripartito per New York con le idee chiare: per chiudere il cerchio dei dirigenti, deve ancora scegliere l’uomo dei conti, l’amministratore delegato che possa affiancare Antognoni e Pradè a Firenze. Luca Scolari - già collega di Pradè all’epoca dei Sensi - può essere un nome buono. Scolari e Commisso si sono incontrati ieri in gran segreto. I due si sono presi 2-3 giorni di tempo per sciogliere le riserve, l’alternativa più credibile resta Gandini. Entro la fine della settimana i nodi saranno sciolti, Bati compreso. Poi sarà mercato. E lì, a partire dal discorso Chiesa, capiremo quanto grande potrà essere l’american dream viola.