L'ORGOGLIO FERITO. MA FIRENZE ESCE A TESTA ALTA
Raccontare Fiorentina-Juventus, oggi, non è semplice. Raccontare il cuore ferito di una città a testa alta, l'orgoglio lacerato, il sangue vivo, che ribolle. Sognava guardando il cielo d'Europa, Firenze, ed è stata accetata da una stella. Una saetta di un campione come Andrea Pirlo, per il quale gli aggettivi finiscono ed i sospiri continuano. I rimpianti. Quel grido strozzato in gola coi pugni chiusi, lo sgomento per una partita iniziata bene. Dove l'episodio è sempre un soffio che accarezza maligno la palla, che toglie l'equilibrio a Ilicic e la lucidità a Gonzalo Rodriguez. Che fa perdere il fiuto a Mario Gomez, che toglie quel centimetro buono per l'ultimo dribbling.
Firenze voleva addormentarsi cullata da un sogno. E che sogno. Battere la Juventus, Conte, Agnelli. Il presidente che ha sfidato tutti con quel giro di campo prima della sfida, digerire l'obiettivo europeo e lasciare un retrogusto amaro alla fiorentina bianconera. Sarebbe stato bello, per Firenze, se Rodriguez avesse preso quel pallone a Llorente. Oppure se Neto avesse preso con un guantone ora più bello che mai, quel fendente di Pirlo. Magari, sogna nella notte la città, se Ilicic non avesse perso l'equilibrio e se quel diagonale, pronti via, di Gomez, avesse baciato il palo e fosse entrato in rete. Invece il risveglio, brusco. Sul cuscino, a testa alta, ma con la voce strozzata e i denti serrati. Spiegare cosa significhi, per una città, essere sempre Davide che non sempre atterra Golia, non è semplice.
Nascere e sentire un senso d'appartenenza. Esser scelti non è abbastanza. Si sceglie, anche, d'essere sfavoriti. Perché te lo racconta il dna, il sangue che bolle magari dopo una sconfitta amara, perché i denti stretti cento volte valgon bene un 4-2 da sogno. Ogni piccola soddisfazione, per altri, è una grande gioia. Perché per Firenze, per le piazze così, dove l'amore va oltre al successo, al risultato, quando sai in partenza che ne vedi in tante davanti, la Storia si fa con le singole battaglie. Quella di ieri è andata male, il condottiero Pirlo ha accecato tutti con una splendida saetta. Non è facile raccontare l'umore della città oggi. L'orgoglio ferito di una Firenze a testa alta. Coi denti stretti. Un amore lacerato, ma infinito. Nonostante le sconfitte, anche quelle più amare, contro la Juventus.
Di Marco Conterio
Responsabile di redazione, Tuttomercatoweb.com