L'OBBLIGO DI UN CAMBIO DI PROSPETTIVA PER IL BRUSCO RISVEGLIO POST CONFERENCE, LA LAZIO SCOPERCHIA LE FALLE VIOLA. LE CONTRADDIZIONI DELL'ATTACCO FIGLIE DEL MERCATO E UNA LETTURA DI ITALIANO CHE FA DISCUTERE
Se pochi si erano illusi di fronte al tris calato in Scozia, consapevoli del valore degli avversari, parecchi di più speravano in tutt’altra serata dopo aver visto l’avvio della Fiorentina contro la Lazio. Nelle difficoltà laziali dei primi minuti pareva di leggere la risalita dei viola sulla scia di giovedì sera, al cospetto di un gruppo certamente più attrezzato. Invece ancora una volta la mancanza di precisione sotto porta ha fatto una netta differenza. Vecino e Zaccagni sugli unici palloni finiti in area di rigore per la Lazio, le mani nei capelli per le occasioni sprecate da Jovic in casa viola.
Grosso passo indietro quello del serbo che aveva ritrovato gol e sorrisi a Edimburgo, perché al di là di un ruolo da prima punta che proprio non sembra andargli a genio le occasioni mancate nei primi minuti avrebbero potuto cambiare di molto la prospettiva. Che sia un problema di posizione, o mentale, poco cambia, così come non cambia una classifica di molto peggiorata dai soli 7 gol segnati in 9 gare di campionato
Certo, qualcosa che Italiano fatica a cambiare nell’attacco c’è, è evidente. Le ripetute bocciature di Cabral (senza cambiare posizione a Jovic) raccontano di una strada imboccata nella quale è difficile scorgere l’uscita dal tunnel, e aver tolto ieri sera dal campo Kouamè (di gran lunga l’unico pericoloso) sarà motivo di lunghe discussioni nelle prossime ore, ma se l’entità della sconfitta con la Lazio poteva e doveva essere limitata (la resa nel finale da parte del gruppo è questione che resta preoccupante) dopo lo 0-4 contro Immobile e compagni è inevitabile osservare un divario tecnico che oggi impone alla Fiorentina un rapido quanto deludente cambio di paradigma.
Quasi che le perplessità emerse a fine mercato, almeno su queste pagine, oggi si confermassero prima in campo e poi in una classifica che obbliga la Fiorentina a guardare diversamente la classifica, abbandonando (almeno momentaneamente) mire europee e calandosi in un campionato che si fa inevitabilmente diverso. Conseguenza primaria di un’estate dalla quale la Fiorentina è uscita diversa (e stando ai numeri impietosi più debole) e per questo motivo questione da tenere di conto nel rimescolare nuovamente le carte. Perché in mezzo a più note negative emerse di fronte alla più attrezzata Lazio resta la lettura da parte di Italiano ancora una volta troppo a senso unico, e comunque non sufficiente a limitare le falle di un organico comunque pieno zeppo di contraddizioni.