"JOJO? NON CI SENTIAMO NÉ CI SENTIREMO PRIGIONIERI" DICE LA FIORENTINA. SI FERMANO LE TRATTATIVE PER IL RINNOVO DI LJAJIC
Sarà un tema che ci accompagnerà per del tempo a venire, si rassegnino - e si fermino qui nella lettura - gli amici che fossero allergici all'argomento. Parliamo di Stevan Jovetic, del presunto accordo sottoscritto tra Fiorentina e giocatore per la cessione ad una cifra predeterminata (correva la gestione Corvino) e della convinzione del manager dell'attaccante montenegrino di poter far valere quell'accordo nel prossimo giugno. Partiamo da alcuni dati inconfutabili, partiamo dai fatti, dalle notizie: il contratto tra Jovetic e la Fiorentina depositato regolarmente in Lega non contiene alcuna appendice, alcuna scrittura a parte, non contiene insomma clausole di sorta. L'altra notizia è che il manager di Jovetic, Fali Ramadani, non figura al momento nell'agenda degli appuntamenti di Daniele Pradè. Nè per il discorso Jovetic nè per quello legato al rinnovo - preconizzato dallo stesso club viola alcune settimane fa - dell'altro giovane slavo che milita nella Fiorentina, Adem Ljajic. L'accordo con Ljajic scadrà nel 2014, siamo quindi nell'area di "pericolo", indugiare ancora potrebbe rendere conveniente per il giocatore attendere la scadenza naturale e quindi lo svincolo. Ramadani lo sa e, sua prerogativa tattica, vuole giocarci per aumentare la propria forza contrattuale nei confronti della Fiorentina. Aumetarla per gli interessi di Ljajic, ma anche per quelli di Jovetic.
Messi tutti gli ingredienti nel piatto azzardiamo la prima sintesi: ci sarà una qualche forma di conflitto, una battaglia di posizione, una sfida fredda, tra la società viola e colui che è ormai molto di più di un semplice procuratore, di un manager, il sopracitato Fali Ramadani. Anzi c'è già una guerra in corso. E ci sarà nei mesi a venire. Il principe dei procuratori levantini, mezzo serbo e mezzo turco, già abile tessitore delle proficue trame (proficue per i suoi assistiti, per i club e per lui) che hanno portato al trasferimento di Nastasic al Manchester City e di Behrami al Napoli, ha giocato anche d'azzardo in queste trattative. Ed ha provato anche a fare l'en plein: infatti Ramadani è stato il protagonista del tentativo di addio anticipato di Jovetic alla Fiorentina messo in atto la scorsa estate. E sembra volerlo essere del prossimo trasferimento di JoJo alla Juventus (ipotesi alla quale continuiamo a ribadire di non credere in nome della nostra buona conoscenza del carattere dei Della Valle).
"Non ci sentiamo, nè pensiamo di sentirci in futuro, prigionieri di questa situazione legata a Jovetic - questo ci ha detto la Fiorentina per bocca di un suo alto dirigente - siamo del tutto sereni". Il club viola manifesta tranquillità e nega possa essere lo stesso Ramadani ad aver alimentato le voci di questi mal di pancia del giovane giocatore montenegrino. Dire però che è colpa dei giornalisti sarebbe la soluzione più facile e superficiale. In realtà è proprio dall'entourage di Ramadani che filtra la voce dell'esistenza di una "carta integrativa" al contratto tra la punta e il club viola, una carta non depositata in Lega, quindi senza valore dal punto di vista del diritto sportivo, ma con il peso - sempre secondo queste voci - di un accordo liberamente sottoscritto tra le due parti ormai due anni fa. Intanto Jovetic continua ad alternare prove convincenti a prestazioni opache e il suo gemello Ljajic non sembra volersi distinguere rispetto al compaesano. Pensieri inconfessabili? Sogni di glorie lontane? Troppa influenza delle istanze serbo turche? Chissà?!
Il fatto è che prima o poi sarà il caso di costruire un argine, di regolare un rapporto, quello trai giocatori, i loro manager e le società calcistiche, che ha assunto ormai forme abnormi, grottesche e sconvenienti. I professionisti che assistevano gli interessi degli atleti si sono trasformati in "holding" che acquistano le prestazioni sportive di giovani virgulti per rivenderle, anche a caratura come le vecchie schedine del Totocalcio, a club stranieri. "Holding" che ricevono percentuali astronomiche sotto forma di senseria, tanto per fare un esempio il cartellino dell'allora giovanissimo Jovetic costò alle casse viola 10,7 milioni di euro dei quali 2,7 iscritti a bilancio sotto la voce "percentuali procuratori". "Holding", società e aziende non più singoli professionisti, che ricevono una sorta di incarico, quasi un appalto, per allestire le squadre di calcio. Che decidono il destino di quattro, cinque, sei titolari di una squadra. Un caporalato per milionari. Una forma di spread, manovrato ad arte, che si alza in maniera inversamente proporzionale alle prestazioni dei giocatori. Anche qui forse serve… uno Tsunami.
Stefano Prizio