IL PASTICCIO DEI BIGLIETTI PER TOTTENHAM-FIORENTINA: QUANDO IL TIFOSO/CLIENTE È L'ULTIMA RUOTA DEL CARRO

12.02.2015 00:00 di  Tommaso Loreto  Twitter:    vedi letture
IL PASTICCIO DEI BIGLIETTI PER TOTTENHAM-FIORENTINA: QUANDO IL TIFOSO/CLIENTE È L'ULTIMA RUOTA DEL CARRO

La vicenda, giusto dirlo subito, è di quelle spinose. Perchè le responsabilità principali sono a monte, e perchè in quello che è oggi il rapporto tra società e tifosi (o clienti a seconda di come si preferisce chiamarli) è necessario andarci sempre con i piedi di piombo. Elargite tutte le premesse del caso, però, non può non meritare una riflessione la situazione caotica che riguarda i tagliandi per White Hart Lane. I biglietti inviati dagli inglesi, del resto, erano già una miserissima quota, e pur nel rispetto delle regole (ai tifosi ospiti è destinato il 3% della disponibilità dell'impianto) è indubbio che la responsabilità principale cade sulla società britannica, esattamente come nel caso dei tifosi del Torino e dei biglietti per Bilbao.

Di contro ci sono almeno un paio di ordini di riflessioni. La prima, pressochè scontata, che va a cadere sulla gestione dei 1800 tagliandi ricevuti (che già apparivano, fin da subito, come briciole viste le oltre 6000 richieste sui voli per Londra) e su come sono stati suddivisi. La seconda direttamente sulla metodologia di distribuzione. Se in altri termini si voleva privilegiare i Viola Club, lasciando di fatto soltanto 600 biglietti a disposizione di chi voleva acquistarli senza passare da associazioni del tifo, si poteva certamente rendere più trasperente l'assegnazione dei tagliandi sulla base delle famose mail da inviare a mezzanotte. Un notaio che avesse potuto certificare tutto, o anche la semplice lista pubblicata dei possessori del prezioso biglietto, sotto questo profilo, avrebbe aiutato a non fare “cattivi pensieri”.

Ma anche un intervento più pronto, rapido e solerte della stessa Fiorentina avrebbe aiutato. Magari cercando subito (quindi dalla mattina del 13 dicembre scorso) una mediazione con gli inglesi per provare ad alzare la quota dei biglietti, anche solo rivendicando una disponibilità ben diversa per la gara di ritorno (quando potrebbero essere circa 2500 i biglietti a disposizione del Tottenham). Senza contare, poi, le segnalazioni relative alla beffa riservata a chi aveva acquistato biglietti diversi dal “settore ospiti” che oggi si sente negare dal Tottenham l'accesso allo stadio (trattasi di coloro che erano già registrati sul sito del club inglese, prima del sorteggio del 12 dicembre, e oggi costretti a restare fuori se, come pare, il Tottenham stesso non garantisce l'ingresso per problemi propri).

Non perchè la società viola potesse stravolgere gli scenari, in fondo chi ha acquistato il volo sapeva comunque del rischio che correva di non trovare biglietto, ma perchè certamente poteva mettere davanti a tutto la tutela del proprio tifoso, che in Fiorentina (da più parti) si è anche chiamato “cliente”. Non esiste nessun ambito nel quale un cliente (affezionato come ogni tifoso viola) riceva un trattamento del genere, e non esiste nessun'altra realtà nella quale il friutore finale, il cliente, o quel che resta del tifoso, debba essere considerato l'ultima ruota del carro e per questo nemmeno meritevole di avere, se non proprio la certezza, almeno la speranza di essere allo stadio a sostenere i propri colori e la propria squadra.

Tommaso Loreto - Direttore www.firenzeviola.it