GOD SAVE AMAURI
Che gennaio non fosse il mese della Fiorentina era già da tempo un fatto assodato e comprovato. Sarà il freddo, la neve o una congiunzione astrale sfavorevole, ma ai colori viola il primo mese dell'anno resta indigesto e non poco. E così a sostegno di tale teoria, anche per quest'anno, è arrivata puntuale la consueta delusione in sede di mercato. Dopo il buon Amauri sembrava infatti prossimo il colpo El Hamdaoui. Un'operazione di fatto conclusa con tanto di firma sul contratto, visite mediche, comparsata al Franchi, foto di rito e primi autografi. Poi l'imprevedibile fumata nera sul filo di lana. La causa? Una fideiussione mancante!!! Paradossale, incredibile, al limite del surreale. In altre parole: 'Benvenuti nell'imprevedibile mondo Viola!'
Messa dunque da parte l'amarezza, ecco che allora, non ci resta che rivolgere sommessamente una preghiera agli 'dei del calcio' affinché tutelino Amauri e la Fiorentina fino al termine della stagione. Una supplica a cuore aperto, per la salvaguardia della nostra amata Viola e per il bene della città di Firenze, che speriamo possa essere ascoltata e accolta. Almeno fino a quando la situazione di classifica non sarà più confortante e la zona retrocessione uno spettro lontano.
Una conditio sine qua non con la quale questa Fiorentina, per sfortuna o negligenza, sembra destinata a convivere, dopo due anni di nulla cosmico, e dalla quale non appare intenzionata a liberarsi. Difficile infatti in tal senso darsi una risposta convincente in merito a ciò che è accaduto nell'ultima giornata di mercato e in particolare nell'operazione El Hamdaoui. O ancor più darsi una ragione plausibile sul perché non ci si potesse tutelare, con un minimo di lungimiranza, andando a bloccare qualche altro giocatore in grado di coprire il vuoto lasciato dalla partenza di Santiago Silva (il che la dice lunga). Onestamente non ce ne sono e non ne trovo. Così come non possono bastare le giustificazioni apposte dalla stessa Fiorentina ad un giorno dal fallimento della trattativa. Tutt'al più la sensazione dominante è che, per l'ennesima volta, la società abbia preferito grossolanamente giocare la carta dell'imprevisto. Ovvero sperare fino all'ultimo secondo che le cose potessero prendere una piega diversa, piuttosto che porsi il problema elementare di trovare una soluzione alternativa. Una scelta francamente incomprensibile che rischia adesso di mettere in seria difficoltà una squadra già di per sé in balia del fato, ma che a conti fatti ben si concilia con la storia recente delle sessioni di mercato invernali della Fiorentina. Scorrendo infatti gli annali Viola sotto la voce 'mercato di gennaio' appare evidente come la Viola soffra – e non poco – la sessione invernale di riparazione. Esempi lampanti alla mano diventa impossibile non ricordare il gennaio 2005 – ovvero prima dell'arrivo di Corvino – e l'approdo in pompa magna del 'Ronaldo dell'est' Valeri Bojinov, costato all'epoca 13 milioni più Valdes e divenuto ben presto una delle meteore viola più illustri e strapagate. Proseguendo su questa strada si arriva così al gennaio del 2006 e a Luis Antonio Jimenez (mezza punta di talento e soltanto mezza stagione in viola). Ancora nel 2007 è la volta di Kuzmanovic (da prima osannato, poi relegato in panchina e infine ceduto per una buona cifra). Dal 2008 in avanti si entra quindi nel vivo della questione. Nell'ordine spiccano infatti per demerito gli acquisti di Da Costa (disastroso) e Cacia (impalpabile) e nella stagione successiva (2009) quello di Emiliano Bonazzoli (la statua di sale). In questo rapido excursus dei mercati invernali, il premio al peggior gennaio viola spetta di diritto al 2010. Anno horribilis nel quale approdano a Firenze: Felipe (per 9 milioni), l’inadatto Bolatti e l’acerbissimo Keirrison. Tre acquisti e tre flop clamorosi che aprono le porte alle ultime due sessioni più recenti. Positiva qualla del 2011 con l'arrivo di Behrami e Neto, e quella appena conclusa con Amauri e Olivera.
In sostanza sette anni di chiaroscuro – più scuro che chiaro – che anche in questo gennaio hanno trovato conferma e continuità. Sintomo evidente che, al di là delle rassicurazioni societarie, il seme dell'imprevisto non sia stato ancora debellato e che al contrario il copione sia rimasto lo stesso degli anni passati. Da una parte dunque, Amauri – utile e più che mai necessario alla causa viola –, dall'altra il mancato arrivo di un ulteriore rinforzo in attacco. Nel mezzo la preoccupazione legittima e fondata dei tifosi viola. Tanto che ormai, nella speranza di una futura abolizione del mercato invernale, non resta che esclamare: 'God save Amauri'.
Cristiano Puccetti
direttore sport lady Radio e Quotidiano Viola