GIÀ PRONTA LA RIVOLUZIONE, POCHI GLI INCEDIBILI SE NON SI CENTRA L’OBIETTIVO. TUTTI SOTTO ESAME. SERVONO OTTO VITTORIE PER SPERARE NELLA CHAMPIONS. SOUSA E LA SQUADRA CI CREDONO
Nove giornate che possono fare la Fiorentina del presente, ma soprattutto del futuro. Nove giornate decisive per tanti, forse per tutti. Centrare l’obiettivo Champions darebbe un senso completamente diverso a quello che accadrà dopo la fine del campionato, in caso contrario sarà inevitabile tirare una riga per valutare con serenità, ma anche con severità tutto quello che è accaduto durante una stagione dai troppi volti diversi. L’esame sarà generale, dai dirigenti al tecnico, con i giocatori, naturalmente, al centro delle valutazioni.
La Fiorentina è stata come un grafico di borsa, con dei picchi di calcio assoluto, bellissimo, straordinario, ma anche con inattese e a volte inspiegabili cadute. Perché? Dove si è sbagliato? Chi ha sbagliato? Chi dovrà pagare? Come e dove intervenire per rimediare, cambiare e fare ancora meglio? Sono questi gli interrogativi che necessariamente dovrà porsi Adv con i suoi consiglieri più fidati.
E’ chiaro che arrivare in Europa League sarebbe comunque un risultato apprezzabile in base ai soliti parametri economici, territoriali e tecnici che collocano la Fiorentina tra il sesto e l’ottavo posto in tutte le classifiche. La quarta o quinta posizione significherebbe comunque essere andati oltre il livello potenziale per la quarta stagione consecutiva. Non è poco e questo va sempre tenuto in considerazione per dire che la stagione, tutto sommato, è stata positiva.
Quest’anno , però, ci sarebbe anche da sentire l’amaro in bocca dopo essere stati in testa alla classifica per sei giornate e per due terzi del campionato in Champions senza poi cogliere l’obiettivo sognato.
A proposito, ma è ancora possibile? A questa domanda Paulo Sousa ha risposto sì e tutta la squadra, con lui, ci crede ancora. I giocatori sono pronti per cercare un filotto da qui alla fine della stagione, due mesi intensi che potrebbero diventare ancora esaltanti. Ma è davvero possibile un’impresa del genere? Oggettivamente e toccando ferro, la squadra vista nelle ultime settimane non mi sembra in grado, non sembra avere le risorse nervose e fisiche per giocare in primavera come ha giocato nello straordinario autunno del 2015. Ma la Roma ha un calendario orrendo, con quattro grandi da affrontare (Inter,Lazio, Napoli e Milan), anche se sei punti da recuperare sono tantissimi. Anche l’Inter sembra in un momento migliore di quello dei viola, ma qui aiutano gli scontri diretti.
Sousa e la squadra sono consapevoli che per sperare devono fare otto vittorie e un pareggio in casa con la Juventus, solo questa può essere una tabella di marcia sulla quale fare ancora dei conti e delle previsioni. I viola dicono che ci proveranno che ce la vogliono fare. Speriamo.
Nel frattempo abbiamo la sensazione che si stia preparando l’inizio di un nuovo ciclo. Sousa ha dato la sua disponibilità a restare, a questo punto soltanto un disastro nelle prossime settimane potrebbe far cambiare i piani della società.
Per quanto riguarda i giocatori ci sono tante richieste, la Fiorentina è assediata e lo sappiamo. Piacciono a più squadre Bernardeschi, Kalinic, Vecino, Ilicic e Alonso, ma anche Badelj e Astori hanno mercato. L’interrogativo è quello di sempre: vendere, non vendere?
Il calcio di oggi ci ha insegnato che le occasioni vanno prese al volo se l’offerta è alta. Se ne vale davvero la pena. Gli esempi di Jovetic, Nastasic, ma anche Ljajic e per certi versi Cuadrado (oggi non vale 32 milioni) insegnano. Bernardeschi, ad esempio. Se c’è qualcuno che vuol fare pazzie (e ci sono) è logico tenerlo?
Per me il giocatore diventerà fortissimo, ma sui giovani bisogna sempre essere cauti. Proseguirà la crescità? Possibile. Ma potrebbe anche avere raggiunto il suo top. E comunque se dovesse crescere ancora tra un anno il problema si riproporrebbe. Tanto vale ragionare ora come i giocatori di borsa, se c’è davvero un’offerta sopra i trenta milioni (e c’è) bisogna vendere, incassare e magari poi pentirsi. Ma la regola è questa. Il discorso vale anche per Kalinic e gli altri: nessuno può garantire un’altra annata super come questa. In genere meglio monetizzare.
E’ chiaro però che per ragionare così, da grande società, la Fiorentina dovrà essere prontissima già fra due mesi, dovrà avere le idee chiarissime per reinvestire i soldi che dovessero arrivare, su giocatori importanti o su altri giovani forti indicati dal tecnico con i quali ripartire. Non vorrei più vedere, ad esempio, un mercato orrendo come quello di gennaio nel quale sono state buttate troppe occasioni per crescere.
La Fiorentina del futuro della squadra base dovrà tenere soltanto giocatori importanti come Borja Valero, Gonzalo o Badelj che anche per l’età non hanno richieste in doppia cifra, poi qualche elemento di contorno. Roncaglia va via, Kuba non sarà riscattato e anche gli altri arrivi di gennaio. Anche su Tello ci sono molti dubbi sulla sua adattabilità al campionato italiano. Concludendo, dal portiere in su servirà un bel restyling per dare a Sousa uomini in grado di giocare il suo calcio con più qualità e più naturalezza. L’obiettivo, lo dico già da ora, è quello di far meglio nella prossima stagione. Adv lo vuole e ci crede
Naturalmente ci sarà da lavorare molto anche nel rapporto con la città e la tifoseria, nella comunicazione, ma questi discorsi li abbiamo già fatto più volte. Aspettiamo le mosse della Fiorentina. In quanto a mosse, quelle di Sousa per Frosinone sono obbligate. Almeno speriamo. Tata in porta. In difesa rientra Gonzalo con Tomovic (o Roncaglia) e Astori. La linea a quattro è fatta con Bernardeschi, Vecino, Badelj e Alonso. Davanti Kalinic con dietro Ilicic e Borja. Niente scherzi e niente turn over.