ECCO PERCHÉ DIEGO HA SCRITTO LA LETTERA. I RETROSCENA. È ALL’ESTERO: TUTTE LE DECISIONI BLOCCATE, MERCATO COMPRESO. ALTRO CHE PIOLI, E’ MONTELLA IL VERO ERRORE. NUMERI DA ESONERO. IL PARMA KO ORA FA PAURA

14.05.2019 00:01 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
ECCO PERCHÉ DIEGO HA SCRITTO LA LETTERA. I RETROSCENA. È ALL’ESTERO: TUTTE LE DECISIONI BLOCCATE, MERCATO COMPRESO. ALTRO CHE PIOLI, E’ MONTELLA IL VERO ERRORE. NUMERI DA ESONERO. IL PARMA KO ORA FA PAURA
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© foto di Federico De Luca

Diego Della Valle ha fatto tutto da solo, senza consultarsi o dire niente a nessuno, neppure ai suoi manager. Di pancia, come al solito, ha buttato giù quello che aveva dentro. Più o meno come aveva fatto un mese fa con il documento che portò alle dimissioni di Pioli. E’ cambiata soltanto la location internazionale, allora era a Hong Kong, questa volta la mail all’indirizzo del giornale fiorentino di riferimento (del quale fra l’altro è azionista) è partita venerdì da New York. Ma perché l’ha fatto proprio ora visto che la contestazione dura da tempo? Perché d’improvviso ha deciso di rompere con tutto e tutti, di attaccare Firenze e i fiorentini, sindaco compreso? E’ davvero una dichiarazione di guerra che porterà all’addio?

Tutte domande alla quali, da sabato, stanno cercando di dare una risposta anche i suoi uomini più fidati che , conoscendolo, non sono affatto meravigliati di questo sfogo. Ddv è fatto così, conosce poco la diplomazia, spesso agisce d’istinto, gli piace rispondere colpo su colpo, non è la prima volta e non sarà l’ultima. Ma quale è stata la molla scatenante, cosa lo ha indispettito questa volta?

Le gocce che hanno fatto traboccare il mitico vaso viola sarebbero sostanzialmente due. La prima è il livello della protesta dei tifosi che è andato a toccare il suo core-business, le sue boutique di via Tornabuoni. Un affronto inaccettabile per Ddv che ha sempre cercato di tenere separato il mondo del lusso, l’attività per la quale è un numero uno, con il mondo calcio. L’ha visto come il tentativo di gettare discreto sulla famiglia, davanti ai negozi che sono sacri, una pubblicità negativa che ha girato il mondo lo ha fatto esplodere. Ma non solo questo.

E qui siamo alla seconda ragione dell’incavolatura: lo stadio. Ddv ha letto le parole del sindaco Nardella che nei giorni scorsi aveva rilanciato la palla nel campo della Fiorentina dicendo in sostanza, noi comune siamo pronti, diteci se questo stadio lo volete fare davvero o no. Ddv ci ha visto una strumentalizzazione elettorale, lui ritiene di essere pronto, mentre il comune pronto non lo è, secondo il patron viola sarebbero ancora tanti i passi burocratici da fare.

A questi due motivi scatenanti vanno aggiunti gli striscioni sempre più frequenti, la contestazione sempre più alta e il dileggio costante della sua famiglia. Insomma per Ddv era arrivato il momento di replicare e lo ha fatto.

Se a qualcuno interessa il mio parere, dico che trattasi dell’ennesimo autogol. E mi perdonerà Diego se mi esprimo con metafore calcistiche che lei sicuramente faticherà a capire. Lo deduco dal fatto che vista la sua fatica a capire il calcio, comprenderne anche le metafore credo sia impossibile. Ma io insisto. Trattasi di imperdonabile autogol. E non le nascondo la meraviglia, mai mi sarei aspettato che una figura della sua altezza si abbassasse a questionare e in sostanza a litigare, con i tifosi.

Una volta lei volava più alto e non soltanto per via dell’elicottero. Evidentemente mala tempora currunt, e sono sicuro che qui mi capirà. Dicevo dell’autogol perché secondo il mio modestissimo avviso, le sue argomentazioni sono tutte sbagliate. Anzi, mi correggo, tutte meno una. L’ho detto mille volte e lo ripeto: i tifosi hanno diritto a contestare, ma sbagliano a offendere. Non si offende per nessuna ragione. Punto e basta. Soprattutto se sei un fiorentino e come tale hai il dono straordinario dell’ironia. Lo sapete che ferisce più l’ironia delle offese? E lo sapete che offendendo date alibi e fornite giustificazioni? Detto questo, tutto il resto scritto da Ddv è sbagliato. A cominciare dai presupposti. Si è mai chiesto Ddv perché i tifosi contestano? Lo sa che la Fiorentina è da tre anni fuori dall’Europa, oggi quattordicesima in classifica e in piena zona retrocessione? In queste condizioni cosa dovrebbero dire i tifosi, grazie di esistere signor Diego?

Ricorda quando comprò Mario Gomez? Allora c’erano trentamila persone a urlare festanti il suo nome: il calcio è anche questo. Chieda al suo amico De Laurentiis, lo contestano perché arriva secondo e non batte la Juventus. Bisogna stare al gioco e andare avanti. La crisi dell’azienda Fiorentina per altro è talmente evidente e mi sarebbe piaciuto che lei lo avesse riconosciuto, il non averlo fatto mi da un senso di fastidio. Le confesso.

Cosa ha fatto invece lei, quando le sue aziende, quelle che ritiene vere, sono andate in crisi? Prima lo ha ammesso, poi ha rilanciato cambiando gli stilisti e i manager, mutando strategie aziendali e commerciali. Non ha dato la colpa ai clienti. La stessa identica cosa andava fatta con la Fiorentina. Si può sbagliare, basta ammetterlo e intervenire per correggersi. Si può perfino adottare l’autofinanziamento a patto di avere manager in grado di fare bene calcio ma, purtroppo, la Fiorentina non li ha. E questo è il problema vero. Se la sua azienda Fiorentina funzionasse, lottasse per il quinto-sesto-settimo posto, con dignità e competitività, nessuno le direbbe niente. Forse questo le sfugge, ma è il nocciolo della questione.

Quanto la vogliamo tenere ancora in società gente come Cognigni, bravo manager per carità, ma uno che il calcio non lo ha mai amato, lo sopporta, non lo capisce? Quanto lo vogliamo tenere ancora uno come Pantaleo Corvino, già messo da parte perfino dal modesto Bologna quando si sono accorti che era ormai un ex? Ma non è solo questo. Quando vogliamo cominciare a gestire la Fiorentina come una azienda vera, con attenzione, partecipazione, dedizione, ma anche passione e coinvolgimento? Eppure basterebbe poco. Lo sa Ddv che facendo bene calcio a Firenze, grazie al seguito che c’è, con i sistemi giusti e le persone adatte, si potrebbe perfino guadagnarci? E così arrivo ai braccini e ai conti, a lei tanto cari. E’ vero, Ddv si è frugato e io l’ho sempre riconosciuto. In diciassette anni di Fiorentina la famiglia Della Valle ha immesso circa 230 milioni. Un media di poco più di 13 milioni l’anno. Ma benedetto Iddio, soltanto queste cifre modeste, viste i soldi che circolano nel calcio, dovrebbero suggerirle che facendo bene calcio si potrebbe pareggiare o guadagnare, come ho appena detto. Tredici milioni, in fondo, sono un giocatore di medio livello… E invece no, ci si ostina in questo limbo, senza idee, con distacco e disinteresse, pensando che i tifosi non siano né riconoscenti né comprensivi. Mi perdoni, ma quale film ha visto? I tifosi hanno contestato perfino Berlusconi dopo 27 titoli (tanto per dire) e a lei non si può chiedere conto di questo disastro sportivo? Fra l’altro né sorprendente, né inatteso, fin troppo chiaro ed evidente. Talmente evidente che perfino io negli ultimi tre anni, dopo averla giustamente applaudita per i tre quarti posti, mi sono permesso di segnalare uno dopo l’altro tutta una serie di errori che nell’interesse della Fiorentina potevano essere evitati prima e corretti poi. Niente. Errori che sommati ora stanno diventando fatali. Ma forse il non capire niente di calcio e l’essere vegetariano mi ha aiutato… Forse esagero, ma se ha un attimo di tempo e voglia analizzi i dati del campionato e vedrà: se non ci fosse stato Chiesa questa squadra ora sarebbe retrocessa. E di cosa parliamo ancora? Le confesso che, al suo posto, mi sarei guardato bene dal mostrare i muscoli in questa situazione. Palare oggi chiamasi, appunto, autogol. E che dire della mancata cessione della Fiorentina?

Non penso di essere lo scemo del villaggio, ma non lo escludo a priori, però lo confesso: non ho mai provato a comprare la Fiorentina. E un motivo c’è. Costa troppo. Vede, egregio Ddv, se lei volesse davvero vendere la sua società a un prezzo equo, dopo una valutazione fatta da esperti e non da me, magari qualcuno ci potrebbe fare un pensierino. Se lei continua a chiedere 250 milioni o più (230 spesi più interessi) per andar via da Firenze senza averci rimesso neppure un euro, la Fiorentina non la venderà mai. Questo mi sembra chiaro. E allora, fino a quando vogliamo prenderci in giro con questa storia che non ci sono acquirenti?

Non ci sono perché, appunto, come dice lei non ci sono scemi del villaggio che pagano una cosa un terzo (almeno) in più del suo valore. Mi consenta, direbbe Berlusconi un altro che lei non ama, ha mai fatto calcolare quanto le ha portato in termini economici la valorizzazione del brand e l’esposizione mediatica personale, l’essere proprietario di una club della serie A? Questo plus, per correttezza, andrebbe calcolato e mi creda, non è roba da poco. E allora, allo scemo del villaggio almeno un po’ di sconto si può fare?

Chiudo con lo stadio. Secondo me non lo faranno mai, ma spero di sbagliare. Forse ha sbagliato anche il sindaco ad appiattirsi sulle posizioni di Ddv dimenticando che gli imprenditori di solito imprendono e fanno i loro interessi. Le amicizie sono di facciata. Bastava che, in proposito, Nardella chiedesse a Renzi… I Della Valle si muoveranno solo quando avranno la certezza di costruire e troveranno tutte le strade spianate, annessi e connessi, e forse questo al sindaco è sfuggito. S’è fidato. E adesso cosa succederà dopo questa lettera? Sinceramente non ho capito cosa Ddv  volesse dire quando ha dato a tutti appuntamento a un minuto dopo la fine del campionato. Una festa per la salvezza? Cosa potrà succedere peggio di quel che sta succedendo ora? Venderà tutti i giocatori e porterà la chiavi al sindaco? Iscriverà la Fiorentina al torneo amatori per fare un dispetto ai fiorentini? Cosa abbia in testa Ddv non lo sa nessuno. Neppure i suoi manager, i suoi funzionari. Ma intanto un effetto lo sfogo l’ha ottenuto: in società si è bloccato tutto. Stop alle strategie future appena tracciate e stop nel gettare le basi di mercato, motori spenti in attesa delle decisioni del Capo. E siccome Ddv starà all’estero, impegnatissimo nelle sue vere attività, per un’altra decina di giorni, non si prenderanno decisioni di nessun tipo. Ma, diciamo la verità, nessuno pensa a rivoluzioni o colpi di testa spiazzanti. Dopo lo sfogo di Ddv tutto dovrebbe riprendere come prima, ammesso e non concesso (purtroppo) che la Fiorentina riesca a salvarsi. Non ci voglio pensare e non succederà, ma una possibilità estrema di retrocessione esiste ancora e la sconfitta del Parma a Bologna ha complicato ancora di più le cose. Domenica il Parma dovrà vincere a tutti i costi e fare la corsa sulle disgrazie (eventuali) dell’Empoli o del Genoa è davvero deprimente.

Tutto questo indurrebbe a un imbarazzante silenzio mentre invece Diego Della Valle ha avuto pure il coraggio di parlare. Ecco, una cosa a Ddv non manca, appunto, il coraggio. Un coraggio da leone. Però, mi consenta ancora, vorrei sottolineare l’ultimo, clamoroso errore calcistico da lei appena commesso. Pioli di sicuro non è un genio della panchina e diverse colpe le ha, ma, intanto lo avete preso voi e poi pensare o farsi convincere che tutte le colpe dei pareggi e di una annata balorda fossero le sue, non è stato saggio. Ancora meno opportuno costringerlo alle dimissioni a sette giornate dalla fine. Con i pareggi di Pioli ora la Fiorentina sarebbe salva, con le sconfitte di Montella rischia la B. Perché? Facile. La situazione non è stata analizzata bene, s’è agito ancora una volta di pancia, contro qualcuno, cercando un capro espiatorio, senza valutare i veri motivi del terzo anno sbagliato e di un evidente fallimento complessivo di un piano di lavoro. Prendere Montella in corsa è stata la scelta più sbagliata possibile. Sa cosa le dico, Ddv? Bigica avrebbe fatto più punti. Montella viene da due esoneri devastanti, prima Milan poi Siviglia. Lo sapevano in società? A questo punto mi viene il dubbio. Ma prima ancora aveva deluso anche alla Sampdoria. La piazza non lo amava da quando se ne andò dicendo che a Firenze non si poteva fare bene calcio, che Firenze era poco per lui. Non basta. Un altro macroscopico errore: non s’è valutato fino in fondo il legame Pioli-squadra. Morale? Montella andrebbe esonerato subito, ma non si può. Un punto e due gol in sei partite raccontano di un allenatore senza futuro. Per di più non ha perso il vizio di prendersela con i tifosi e cerca di scaricare sul clima non positivo le sue evidentissime difficoltà a stare su una panchina. La squadra non lo segue, è evidente. Voglio capire come si ripartirà l’anno prossimo con un allenatore così destabilizzato. Ma intanto ora c’è un rischio concreto da scongiurare: perdere anche a Parma. Purtroppo i gialloblù dovranno assolutamente vincere, il pari non basta più e loro sono più abituati a certe partite. Non resta che toccare ferro, ma caro Ddv, ora basta lo diciamo noi… Anzi, lo urliamo…