DUE ANNI IN TRASFERTA: NON È POSSIBILE. UN PROBLEMA GIGANTESCO PER TUTTI. EMPOLI O CASTELLO: LE SOLUZIONI MIGLIORI. PUÒ SUCCEDERE ANCORA DI TUTTO...

25.03.2023 10:40 di  Mario Tenerani   vedi letture
DUE ANNI IN TRASFERTA: NON È POSSIBILE. UN PROBLEMA GIGANTESCO PER TUTTI. EMPOLI O CASTELLO: LE SOLUZIONI MIGLIORI. PUÒ SUCCEDERE ANCORA DI TUTTO...
FirenzeViola.it
© foto di Giacomo Falsini

Non c’è pace sul pianeta Fiorentina. Nemmeno quando sono le nazionali a prendere il sopravvento, neppure quando il campo sorride dopo lunghi periodi di vacche magre. A prenderla sullo scherzo potremmo dire che coi viola non ci si annoia mai. E’ una costante. Ma stavolta c’è ben poco da ridere. Ciò che era nell’aria - anche qualche imprudente aveva raccontato che a cantieri aperti il Franchi avrebbe garantito comunque un minimo di capienza - è diventato realtà all’inizio della settimana con la dichiarazione del sindaco Nardella, nero su bianco, che la Fiorentina nella stagioni 24/25 e 25/26 sarebbe stata costretta a giocare sempre in trasferta o in campo neutro, se preferite. Perché è una sorta di squalifica mai toccata a nessuna squadra italiana, forse al mondo. 

Tra campionato e coppe eventuali il calcolo porta più o meno a 100 gare (se consideriamo anche le trasferte secondo regola) da giocare lontano dal Franchi. Qualcuno dice che il fattore campo negli anni sia un po’ evaporato, ma a tutto c’è un limite… Non scherziamo. Non va bene, non è possibile. I penalizzati? Tutti. Con i tifosi in prima fila. Gli orari del calcio sono mutati nelle varie epoche. Oggi è un eufemismo parlare di gara della domenica… Giocano tutti i giorni, a tutte le ore. Di cosa parliamo. Pensate che un tifoso normale, cioè uno che svolge una professione classica, possa partire alle 15 del pomeriggio per evitare il traffico e arrivare in tempo per la sera al Picco o al Mapei? O magari al Braglia di Modena?

E quanto dovrebbero spendere in 2 anni i tifosi della Fiorentina? Quanti mancati introiti ci sarebbero per la società viola? Perché anche il club pagherà un caro prezzo. Quanto sarebbe corretto per il buon svolgimento del campionato castigare una squadra a giocare sempre fuori casa mentre le altre no? Potremmo parlare di serie A regolare oppure no? Non sono domande, ma macigni. Che rischiano di schiacciare un ambiente. Senza dimenticare la tempistica dei lavori: per ottenere i fondi del PNRR il cronoprogramma dei lavori comunali, prevede la chiusura della pratica stadio entro e non oltre il 31 dicembre 2026, pena la non erogazione dei contributi economici, con ricadute gravissime sulla comunità. Però è anche vero che uno stato avanzato dell’opera potrebbe contemplare qualche mese di slittamento: in quel caso i tifosi vivrebbero anche il terzo anno in trasferta? Sarebbe pazzesco. 

Non è un caso che il dibattito in città sia incandescente: siti, radio, tv e carta stampata, non si parla d’altro. La contestazione rispetto a questa situazione monta come un’onda anomala dell’Oceano. Il problema è serio. E va oltre il dibattito Franchi sì, Franchi no oppure “la ristrutturazione è bellissima”, no “il nuovo impianto si dovrà chiamare “Tettoia Stadium”… Battute al vetriolo tipicamente fiorentine. Ci teniamo alla larga dalla polemica politica che prevede una discussione aspra tra i soldi privati che Commisso avrebbe messo a disposizione per la realizzazione del nuovo stadio e quelli pubblici garantiti dal PNRR che saranno spesi. Anche se, questo lo possiamo registrare, nel resto d’Italia c’è un focus particolare sul rifacimento del Franchi con i soldi del PNRR. 

Riteniamo, invece, che ora il nodo complesso da sciogliere riguardi i tifosi. Non possono sostenere un carico così. Si poteva prevedere questo disagio? La risposta è sì ed e semplice. C’era il tempo per muoversi, anticipando le mosse del dissenso. Ma qualcosa si può ancora fare perché il club viola dovrà comunicare la sede dove disputare le gare casalinghe entro l’aprile 2024, quindi manca praticamente un anno. Adesso l’obiettivo è adottare la soluzione che somigli al male minore, visto che il danno è servito. Il presidente della Regione Giani che conosce bene le dinamiche della Fiorentina, ha lanciato la proposta di allagare il campo, da 5000 posti dell’Arma dei Carabinieri, all’interno della Scuola dei Marescialli di Firenze - zona Castello -, portandolo a circa 15mila unità. I Carabinieri hanno dato la piena disponibilità, ma anche in quel caso dovrebbero servire un po’ di milioni per l’allargamento. Chi pagherebbe? Sicuramente non lo Stato. 

Seconda possibilità: l’unico stadio da Serie A presente al momento in Toscana è il Castellani. Ma anche questo scenario si mostra ingarbugliato: pare, infatti, che l’arena di Empoli sia diventata bene alienabile da parte del Comune, quindi vendibile. Ci sarebbe già un compratore su piazza: l’Empoli. E le indiscrezioni raccontando che l’operazione sarebbe in stato avanzato, prossima alla chiusura. L’interlocutore, dunque, non sarebbe più la sindaca Barnini, bensì il presidente Corsi. La Fiorentina se volesse optare per il Castellani dovrebbe trovare un accordo col numero uno della società azzurra. Possibile? Certo, ma la diplomazia dovrebbe lavorare a fondo. 

Il resto? Si spazia dal Picco al Braglia, passando per Reggio Emilia - stadio magari utile per le eventuali coppe europee - senza dimenticare Perugia o altro. Mete più o meno lontane, con tutte le scocciature del caso. Il silenzio fino ad ora della Fiorentina, rispetto a tutto il caos di questi giorni, è eloquente. Parla da solo. La società viola riflette e aspetta le prossime mosse. Nel frattempo Palazzo Vecchio deve ancora trovare un accordo per quello che accadrà dal 2026 in poi in termini di nuova stipula della convenzione, sicuramene più esosa di quella attuale. Anche il tema dello sfruttamento delle aree commerciali è ancora tutto da definire. Interessa al presidente Commisso oppure no? Lui ha altre idee per la testa? Quesiti legittimi, per ora orfani di risposte. Terreno scivoloso, tutto potrebbe essere ancora in ballo, niente escluso. Anche Campi Bisenzio. Siamo davvero sicuri che quella vicenda sia tumulata? Stante così le cose, i fronti aperti rimangono molteplici. Può ancora succedere di tutto…