CARO GILA, QUEL VIOLINO...

Caro Gila,
ti ricordi Lione, marzo 2006? Andata dei quarti di finale di Champions League: Lione-Milan. Tua prima stagione in rossonero, impatto non facile. Benino in campionato, ma in coppa non avevi ancora segnato un gol, dopo 7 presenze. Nella chiacchierata della vigilia mi spiegavi, tra l’altro: “Al Milan non ho ancora esultato come a Parma, con il gesto del violino. Lo farò quando mi verrà naturale, per un’occasione importante. Magari domani…” Il giorno dopo non l’hai mai vista, sostituito dopo un quarto d’ora della ripresa: Lione-Milan 0-0. Al ritorno 90 minuti in panca a vedere Inzaghi che ne faceva un paio e Sheva che ne segnava uno. Neppure un gol in Champions al termine di quella prima stagione rossonera. Doveva essere già tutto chiaro lì, Gila: promettere il violino porta sfiga. Il violino, si sa, è lo strumento del diavolo. Quando il divino Niccolò Paganini vibrava l’archetto, si udiva a teatro tanfo di zolfo. Col violino non si scherza. Puoi mimarlo se segni, come ti suggerì Marchionni a Parma, ma prometterlo alla vigilia mena gramo. Ormai dovresti averlo imparato. Ogni volta che l’hai fatto, poi hai steccato. Ricordi lo scorso anno prima di Fiorentina-Milan dell’11 aprile 2011? Di nuovo: “Se segno alla mia ex, festeggio con il violino”. Fiorentina-Milan 1-2, i gol li segnano Seedorf e Pato. Gilardino, voto: 5. Non ti bastavano questi precedenti? Eppure la settimana scorsa: “Se segno alla Roma, tiro fuori il violino”. Come non detto: sostituito dal Tanque Silva. Caro Gila, non segni in campionato dall’11 settembre, data infausta già di suo. Ma San Siro e l’Inter sono una buona occasione per interrompere il digiuno. Ricordi l’inizio della stagione 2004-2005, l’ultima col Parma? Tre partite senza gol, il sofferto debutto nell’Italia di Lippi, a Palermo, contro la Norvegia, con Toni protagonista a sorpresa; i gol sbagliati contro la Slovenia… Forse la prima piccola crisi nella tua ancora giovane carriera. Le prime critiche dopo gli elogi infiniti delle stagioni precedenti. Ma alla quarta giornata, Inter-Firentina, ti sblocchi e tiri dritto nella solita gloriosa vendemmia di gol: saranno 24. A San Siro, nel maggio scorso, segnasti un gran bel gol. San Siro e questa Inter spaurita sono una bella occasione per interrompere il lungo digiuno. Ma mi raccomando, Gila, alla vigilia, lascia stare il violino. Tienilo chiuso nella custodia e sprofondalo in cantina. Nessun accenno, nessuna promessa. Anche perché alla Fiorentina, di questi tempi, meglio evitare musica e discoteche. Ma se proprio non resisti e vuoi promettere qualcosa di musicale, prometti che in caso di gol a San Siro afferrerai la bandierina e ti farai una schitarrata, oppure annuncia che mimerai il bassotuba, lo xilofono, i bonghi… Tutto, ma lascia in pace il violino, per l’amor di Dio. Che è lo strumento del demonio. Il povero Delio ha già un diavolo per capello, non complichiamogli l’inferno.
Ciao, Gila.
Luigi Garlando
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