BERNA, LA JUVE FRENA. MA SI TRATTA A OLTRANZA. CORVINO NON VUOLE GIOCATORI, SOLO CASH. IL MILAN MOLLA KALINIC E LUI (PER ORA) TORNA A MOENA. CHIESA, IL NAPOLI INSISTE E ALZA L’OFFERTA. MA NON SI MUOVE
Di facile nella vita non c’è niente, diceva il filosofo. Ma anche nel calciomercato. Chiedere per conferma a Corvino da settimane alle prese con i casi Borja Valero (per fortuna risolto), Bernardeschi e Kalinic che stanno condizionando pesantemente il mercato viola.
Oggi avrebbe dovuto essere il gran giorno del passaggio di Bernardeschi alla Juventus, ma ieri le due società hanno scoperto di essere ancora "molto lontane". Tranquilli comunque, l‘affare non salta.
I bianconeri vogliono fortemente il giocatore: sono convinti che diventerà un campionissimo. La Fiorentina lo vuole vendere per finanziare gli acquisti. Berna ha già l’accordo in tasca, cinque anni per quattro milioni più bonus l’anno.
Allora perché non si chiude?
Si tratta sulla cifra, servirà ancora una forte opera di mediazione dell’avvocato Bozzo (procuratore di Berna) per avvicinare le parti. Intanto l’incontro previsto per oggi non ci sarà e forse sarà pure più difficile chiudere entro la fatidica data di giovedì venti. Abbiamo detto, le parti sono lontane.
Corvino vuole 45 milioni cash, senza contropartite di giocatori, e non si schioda. Ha già impostato diverse operazioni (Simeone è bloccato da settimane) e per chiuderle ha bisogno di questo denaro. Non vuole invece giocatori perché in genere quelli della Juve guadagnano cifre lontane dalle proposte della Fiorentina e poi nessun bianconero accetta il passo indietro nella carriera. No, quindi, a Sturaro. Ma anche Rincon, l’ultimo possibile, non interessa granchè. Corvino preferisce andarsi a comprare i giocatori che vede lui e questo è noto.
Ai 45 milioni richiesti la Juventus ha replicato offrendone 35. No secco della Fiorentina. L’avvocato Bozzo sta cercando di far passare il messaggio che 45 milioni sono troppi per un giocatore che in teoria potrebbe liberarsi a zero nel 2019. Ma Corvino, giustamente, tiene duro.
Si potrà chiudere a quaranta milioni più bonus?
E’ questo l’obiettivo del mediatore, ma serve ancora un’opera certosina di convincimento. La Fiorentina sa che la Juve vuole Berna a tutti i costi. La Juve ha l’accordo con il giocatore e sa che la Fiorentina non può far saltare tutto.
Si troverà un’intesa? Dico di sì, ma serve ancora pazienza. I giochi non sono fatti, salvo improvvise accelerate. Comunque Bernardeschi anche se non si dovesse chiudere entro giovedì, non andrà a Moena. Il ritiro chiude domenica e sarebbe mediaticamente sbagliato presentarlo ai tifosi. Si vogliono evitare altri e si batteranno tutte le strade per arrivare all’obiettivo nei tempi e modi giusti.
Anche Kalinic, dopo il colpo di testa, ha capito di non poter tirare troppo la corda. Vuole andar via? Non è così facile e scontato anche se lui lo chiede da gennaio e la società ha intenzione di accontentarlo. Corvino insiste su una valutazione di 25-30 milioni, molto alta per un giocatore di 29 anni e mezzo che un campione non è e non lo è mai stato. La sua massima valutazione è stata di sei milioni quando l’ha acquistato il Dnipro. Perché allora Corvino pretende così tanto?
Semplice. Ha fatto più o meno questo ragionamento: se devo prendere venti milioni per Kalinic (una certezza) e li devo poi andare a spendere tutti per rimpiazzarlo (Simeone già bloccato), mi conviene allora tenere Kalinic. Il discorso cambia con una plusvalenza più alta che potrebbe essere reinvestita sul mercato. Insomma, qualcosa ci vuole guadagnare.
Discorso logico, tardivo nei tempi, ma logico. Chi lo vuole a certe cifre? Qui arriva il difficile. Il Milan si sta tirando indietro, ha altri obiettivi. E Kalinic lo ha capito, se insiste rischia di rimanere con il cerino in mano. Rompe con la Fiorentina e poi?
Si spiega anche così l’ammorbidimento di ieri. Il croato tornerà a Moena e si metterà a disposizione dando tempo al suo procuratore e a Corvino di trovare un’altra squadra alternativa al Milan disposta a spendere le cifre che la Fiorentina chiede.
Si guarda all’Inghilterra, ma anche alla Bundesliga. E poi, più avanti, magari dopo aver venduto Bacca e Niang anche il Milan potrebbe rifarsi vivo per offrire una maglia a Kalinic. Servirà tempo. L’importante aver chiuso (almeno per ora) questa brutta vicenda.
La Fiorentina, come ha sottolineato Salica durante la presentazione, vuole ripartire con il sorriso, con la positività, liberandosi di tutti i problemi, dei musi lunghi e di chi non ha la maglia nel cuore. Inutile tenere gli scontenti, anche per Kalinic è auspicabile che alla fine si vada a un’intesa comoda e vantaggiosa per tutti.
Non ci sarà intesa, invece, per Chiesa: c’è già. Federico è il portabandiera dei contenti, delle energie positive. Sarà la benzina di questo gruppo, anche se De Laurentiis insiste, complice il mare di Capri e amicizie intrecciate con i Della Valle. Come vi avevo anticipato mesi fa Adl è innamorato di Chiesa e lo aveva già chiesto. Lo vede l’alternativa a Callejon, un campione potenziale. L’ultima, nuova offerta, è di venti milioni cash più i cartellini di Giaccherini e Strinic, ma la Fiorentina non solo non tratta, non risponde proprio.
Federico Chiesa ha vent’anni e un contratto fino al 2021: praticamente blindato. Magari Adl potrà riprovarci fra qualche anno, ma soltanto nel caso in cui Chiesa avesse voglia di un’altra esperienza e per ora i segnali non ci sono.
Corvino, dunque, aspetta di chiudere le operazioni Berna (soprattutto) e poi magari anche Kalinic, per poi lavorare sul mercato in entrata. Non possono bastare i tanti giovani che sono arrivati in questi giorni. Riparliamone. Serve polpa e la polpa, anche se con colpevole ritardo, arriverà. Di Simeone ho detto, bloccato per venti milioni. Per Paletta si parla. Altri profili sono tenuti rigorosamente in cassaforte da Corvino. E se è vero che la Fiorentina non ha coppe, non ha preliminari, e può prepararsi con calma, è altrettanto vero che la squadra viola manca ancora di un’ossatura e diversi ruoli sono scoperti, a cominciare da quello del terzino sinistro. Pioli aspetta fiducioso, più o meno anche noi, ma insisto: Berna andava venduto prima e il tempo c’era.