AMAURI NON BASTA
Amauri, finalmente! Amauri: acquisto giusto, contratto strano. L'italo-brasiliano è praticamente della Fiorentina. Si parla tuttavia di un accordo di sei mesi, ma che senso ha? Corvino è su cento calciatori, ma non è convinto di nessuno. C'è qualcosa che non va, temo fortemente che ci sia qualcosa sotto che non sappiamo. Indagheremo. Ora prendiamo quel che passa il convento, Amauri. Che non basta, assolutamente, da solo a risolvere i problemi della Fiorentina.
La speranza, a questo punto, è che il rendimento dell'attaccante brasiliano sia quello visto nella scorsa metà di stagione a Parma e non quello degli ultimi anni in bianconero. Se così fosse, ed è lecito attendersi che lo sia, la Fiorentina potrà finalmente chiudere l'annoso equivoco legato all'assenza di una prima punta di ruolo e con essa anche le polemiche sorte in queste settimane dopo la cessione di Gilardino. Di necessità virtù, verrebbe da dire. Anche perché il trentaduenne attaccante bianconero, stando agli ultimissimi rumors di mercato, arriverebbe in viola con una sorta di contratto ponte. Ovvero cinque mesi di contratto - in prestito - e la possibilità di rinnovare l'impegno in viola qualora le prestazioni risultassero soddisfacenti. Una condizione accettabile, considerato il momento di difficoltà, ma che lascia ancora grossi dubbi in merito al futuro del progetto. Lo stesso che, dopo Novara e Roma, sembrava aver intrapreso la giusta strada attraverso l'impiego dei tanti giovani gigliati di buone speranze. Un abbaglio dunque, almeno per quanto concerne il gioco espresso e l'utilità di alcuni giocatori (si scrive 'alcuni' si legge: Cerci, Lazzari e Vargas) domenica al Franchi con il Lecce. Una condizione, in sostanza, che non sembra essere mutata con il passare del tempo e che obbligatoriamente impone alla società un'attenta quanto celere riflessione sulla strategia di mercato da adottare prima del 31 gennaio. Il mercato invernale è però da sempre un campo minato, specie per chi – come la Fiorentina – si ritrova colpevolmente costretta ad attingervi per forze di causa maggiore e senza una disponibilità economica rilevante. Vedi il già citato arrivo in extremis - più forzato che cercato - di Amauri.
Ecco allora che all'orizzonte, gioco forza, la Fiorentina si ritrova nella difficile situazione di dover reinventare una parte consistente di squadra in meno di quindici giorni attraverso cessioni (onerose) e scambi dell'ultima ora. Liberarsi in tal senso dei pesi in eccesso per dar modo di inserire nuovi giocatori utili alla causa e vogliosi di indossare la maglia viola. Via dunque Cerci e la sua intolleranza verso la città e i tifosi viola. Via Vargas e i suoi chili in eccesso mai smaltiti. Via i Munari e i giocatori non all'altezza della situazione. Via i desaparecidos dimenticati come Felipe e Marchionni, mai scesi in campo a dispetto dei loro stipendi faraonici. Ricostruire in estrema sintesi uno spogliatoio in preda a fazioni anarchiche e in conflitto tra loro stesse, eliminando il superfluo e cercando di ridare ordine ad una situazione fuori controllo. Vendere quindi senza però sottovalutare la necessità impellente di rinforzare l'organico. Magari andando a cercare sul mercato giocatori abili e arruolabili (oggi ma anche in previsione futura) in grado di dare a Rossi la possibilità di lavorare con profitto in questa seconda metà di stagione e porre solide basi per le prossime.
Cominciare dunque a creare un progetto tangibile e godibile per tutti, dalla dirigenza ai giocatori passando ovviamente per i tifosi, stanchi di veder la propria Fiorentina in balia di sterili polemiche, contraddizioni interne e scarsi risultati. Anche perché, ad oggi, la domanda relativa all'esistenza o meno di un reale progetto Fiorentina sorge spontanea, mentre la risposta, stando ai fatti, continua ad essere piuttosto incerta.
Cristiano Puccetti
direttore sport Lady Radio e Quotidiano viola