C'ERA UNA VOLTA LA PAZZA INTER di Andrea Capretti

Di Andrea Capretti, Lady Radio, per Firenzeviola.it
10.04.2010 00:00 di  Andrea Capretti   vedi letture
C'ERA UNA VOLTA LA PAZZA INTER di Andrea Capretti

“Caro Babbo Natale, mandami un allenatore che renda la mia squadra un pochino meno folle… già spendo tanto in giocatori, per favore fammi risparmiare almeno sulle pillole per il cuore”. In tempi di intercettazioni clamorose e nuove rivelazioni, ecco l’inedita testimonianza scritta che il presidente dell’Inter Massimo Moratti in un impeto di speranza aveva messo nero su bianco due estati fa. Fuori stagione per il Natale, ma a quanto pare venne accontentato lo stesso. Il paffuto portatore di regali del nord (no cari tifosi viola, non stiamo parlando dell’arbitro Ovrebo) organizzò una cena in un ristorante di Parigi ed dopo il dolce ecco il regalo: Josè Mourinho. A guardar bene un dono piuttosto caro, da circa 11mln l’anno, ma ci sono cose che non si possono comprare nel calcio: una di queste è la tranquillità.

Moratti chiedeva quella come by pass per le vittorie (a cui si era riabituato già con la gestione Mancini) Mourinho lo ha accontentato in cambio di turbolente dichiarazioni, battibecchi con giocatori ed avversari, settimane polemiche. Insomma calmi in campo, fuori chissenefrega. La Fiorentina affronta due volte in quattro giorni l’Inter più sicura dei propri mezzi dai tempi dello scudetto dei record targato Trapattoni. Nervi tesi quelli sì, ci sono ancora ma l’equilibrio e la compattezza in campo, italiano ed europeo, sono diventati un marchio di fabbrica che Mourinho ha dato ai suoi giocatori. Testato l’anno scorso con la sbandata controllata dopo l’eliminazione anzitempo dalla Champions; rinvigorita in questa stagione mostrando la capacità di non perdere la testa malgrado la rimonta subita in campionato, qualche ko a sorpresa e soprattutto il tabù infranto dell’Europa senza soddisfazioni. In casa Inter non è importante se il metodo scelto per tenere tutti uniti è stato quello del vedere nemici ovunque, anche quando non ce ne sono. Così però si è sviluppata una squadra (unica in Europa assieme al Bayern Monaco) in grado di essere sempre in corsa su tutti i fronti e che delle prestazioni altalenanti, imprevedibili e folli del passato ha lasciato il suo inno o poco più.

Questa sensazione di forza viene avvertita dagli avversari, ma la Fiorentina non si deve lasciar spaventare malgrado Milito sembri infallibile, Sneijder un radar e Cambiasso dotato di vari gemelli in mezzo al campo. Perché i viola hanno dimostrato di poter tenere testa a tutte le grandi, fuori e dentro i confini, manca forse solo l’Inter ma servirà la stessa arma mostrata in passato: l’iniziativa e non l’attesa. Niente complessi, velocità ed organizzazione per prendere di sorpresa una squadra abituata a comandare e ormai compiaciuta nel farlo. Gioca con tanti attaccanti, convinta di non rischiare, i viola possono dimostrargli che non tutte le volte vince chi spara più forte, basta quello più preciso. La Pazza Inter non c’è più, ma ha pur sempre la testa piena di pensieri e tra questi la Fiorentina può inserirsi; non speri di farlo per una crisi di nervi degli avversari anche se una punizione di Vargas o i gol di Gilardino sono robe da emicrania vera.