BUFFON, Sono felice ma non sono qui per replicare Vialli

04.09.2023 14:31 di  Luciana Magistrato   vedi letture
BUFFON, Sono felice ma non sono qui per replicare Vialli

Presentato il nuovo capodelegazione azzurro, il campione del mondo, Gigi Buffon. Introdotto così dal presidente della Figc Gravina:  "Orgoglioso di poter dare questo testimone a Gigi Buffon. Sabato con Spalletti abbiamo parlato di orgoglio e appartenenza e Gigi Buffon con il record di presenze in nazionale è l'emblema di corerenza con quello che cerchevamo. La maglia azzurra lui ce l'ha come seconda pelle. E quando abbiamo parlato di questo ruolo già di Gigi Riva e Gianluca Vialli e con loro condividiamo il valore. Oggi l'Italia è in mani salde con Spalletti ct e Buffon capodelegazione, con queste scelte credo di aver fatto il massimo".

"Sono molto felice - inizia Buffon - ringrazio il presidente e il ct per la fiducia riposta in me, l'idea che io possa aiutare la Nazionale a crescere mi inorgoglisce e mi rende felice. In questa nuova veste penso di poter dare un contributo e mettere un mattoncino. Il ricordo di Gianluca è immenso perché era anche fuori dal campo, c'era condivisione totale. Aver la presunzione di essere al pari suo sarebbe sbagliato perché ognuno di noi ha un proprio passato e percorso attraverso il quale maturi e ti dai delle risposte che da giovane non hai. Venire a riproporre quanto fatto da Gianluca Vialli non ne sarei all'altezza. Spero di aiutare con un consiglio e un qualcosa che magari ad altri può essere sfuggito. Mi chiamano per fare gare d'addio ma ora non mi va e nel momento in cui chiudo non voglio essere attacco al passato, è stato bellissimo ma ora arriva un'altra avventura. Io sono nato e cresciuto con il mito degli azzurri dell'82 e i racconti di mio padre su Gigi Riva e quando lo vidi per la prima volta lo vidi come un monumento. E i giovani li puoi aiutare in questo modo, facendoli appassionare per riavvicinarli, oltre ad avere una nazionale vincente".

Tra i giovani portieri in chi si rivede? "Negli ultimi tre-quattro anni il serbatoio italiano è cresciuto e 5-6 sono di livello altissimo, senza toccare Donnarumma che ormai se la gioca con i primi della classe mondiale. Gli altri stanno dando risposte importanti, come Vicario, Provedel, Meret, Falcone, Di Gregorio che stanno dimostrando di diventare qualcosa di importante, non cito Carnesecchi che ora non sta giocando. Rapporto con Donnarumma? L'ho visto crescere anche attraverso gli errori soprattutto se paghi in prima persona. Rospetto al ragazzo lasciato ho trovato un uomo quasi, è sulla via della maturità professionalmente parlando".

Difficile smettere? "Sono arrivato ad un'età che mi ero fatto un'idea perciò non è stato difficile. Ero arrivato alla fine in uno stato psico-fisico ottimale e lì mi sono fatto male, quello è stato il segnale"

Zoff o Buffon? "Io sono l'ultimo che vuole rispondere a queste cose. Sono felicissimo per quello che ho dato e ricevuto, Zoff resterà il punto di riferimento della storia italiana. A volte mi sento un privilegiato ad avere questa opportunità".

Rischio del ruolo? "Nonostante gli alti e bassi che proponiamo, arriviamo da una non qualificazione ma anche da una vittoria di stile e quindi c'è la via di mezzo. In questi giorni ho avuto la fortuna di stare vicino al presidente e al ct con il suo staff, ho risentito parlare di concetti e valori, imprescindibili se si vuole arrivare a degli obiettivi minimi, anche se poi ci sono sempre gli avversari. Ho la sensazione che l'Italia abbia trovato la persona giusta. E non sono io (sorride, ndr).

Un cruccio non aver fatto il sesto mondiale? "E' un cruccio non aver fatto il sesto mondiale, sarei stato l'unico ma penso che la vita sia stata sempre benevola che ancora non ho scoperto come mi ha ripagato di quel dispiacere. Un uomo di sport deve saperlo accettare. Io penso di essermi sempre speso per il bene comune e il gruppo e trovarmi lì da solo mi avrebbe messo a disagio".

Sentito Bonucci e spazio in azzurro? "Ci siamo sentiti ora devo mandargli un messaggio per la nuova avventura. La scelta è sicuramente ponderata di chi è stato abituato a lottare per raggiungere traguardi e questo gli va riconosciuto, è il bello di un campione di 35 anni che ha voluto affrontare i disagi di quell'avventura perché motivato a farlo. In azzurro non ho titoli per dirlo io".

Tra tutte le Italia, quali vorrebbe ritrovare qui? "Una Italia generosa, perché in questi 21 anni ci sono stati Nazionali anche più forti di quelle che hanno vinto o piazzate ma non mi hanno lasciato le emozioni che dovevamo lasciare. Nel 2006 era un'Italia solidale e altruista, quella del 2012 e del 2016 con Conte anche se non è stata la più forte ma ha saputo emozionare. Perché bisogna regalare un'emozione a chi ti guarda".

Scelta di Mancini? "Ha già parlato il presidente, è una scelta inaspettata alla quale però la federazione mi sembra abbia dato risposte celeri e convincneti. Ed è questo che conta"

Ha visto tante ripartenze, cosa ha detto a Spalletti: "Gli ho detto che mi toglie le parole, io dovrei intervenire ma devo farlo quando ci sono dei vuoti ed invece la completezza dei discorsi e dei valori sa trasmettere era sufficiente. Con un ct così dovrò dir poco".