RADICI PROFONDE

24.11.2020 00:00 di  Tommaso Loreto  Twitter:    vedi letture
RADICI PROFONDE
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca 2020

Il commento di Prandelli a fine gara è stata la miglior fotografia, l’ennesima verrebbe da dire. Se c’è un segno di costanza nell’ultimo lustro dei viola è quello legato a un’apatia di gioco mai del tutto superata, a un’identità di squadra mai pienamente raggiunta e compresa. Ancora domenica la Fiorentina slegata sconfitta dal Benevento ha ribadito paure e fragilità che già aveva conosciuto, nel recente passato ma anche in quello più remoto. 

E’ d’altronde da prima dell’arrivo di Commisso che è cominciato il declino viola, o meglio quell’incapacità di rendersi unici in campo e per questo pianemante apprezzati anche dai propri tifosi. Se si esclude l’encomiabile reazione alla scomparsa del capitano Astori, con Pioli in panchina, è ormai dal girone d’andata miracoloso del primo anno di Paulo Sousa che le maglie viola non trascinano una città intera, e gli anni dei cori dedicati al colore del pallone sono ormai lontani ricordi. 

Questo per dire che se l’arrivo di Commisso è avvenuto sulle macerie tecniche di un ciclo mai riaperto, la questione sembra far capolino anche nelle difficoltà del primo anno italiano del nuovo proprietario e in quello attuale. Da qui allora il sempre più impellente bisogno di un punto di rottura, di un cambio di rotta probabilmente anche nella gestione complessiva di tutto il gruppo. Se Prandelli assicura per forza di cose un modo diverso d’intendere la guida tecnica, fosse solo perchè ha appena cominciato, spetterà anche alla società scuotere la squadra affinché superi una volta per tutte il momento. 

Anche perchè il rischio è quello di ritrovarsi di nuovo impantanati, in modo pressoché identico a quanto avvenuto la scorsa stagione in cui a metà dicembre si scelse di sostituire Montella con Iachini. Problemi rimasti irrisolti nonostante i cambi in panchina siano proseguiti, e proprio per questo sintomi di difficoltà e lacune radicate in profondità nel tempo. Urgono cambiamenti, in tutte le direzioni, perchè nel frattempo il cammino in termini di calendario e avversarie, da qui a Natale, si fa parecchio più complicato.