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Baggio e il dono della maglia dell'esordio viola dopo 39 anni. Il Divin Codino a FV: "Sono felice, per me è un ricordo importante"

Baggio e il dono della maglia dell'esordio viola dopo 39 anni. Il Divin Codino a FV: "Sono felice, per me è un ricordo importante"
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di Angelo Giorgetti

E' stato un lungo assedio, teniamoci bassi e diciamo più di trent’anni. Poi la punizione a giro all'angolino, imparabile, con il malloppo in mano e la voce da corteggiatore: 'Allora me lo fai questo regalo?' Bisognerebbe essere eroi per rispondere no a Baggio, figuriamoci a Baggio che ti marca stretto per avere una maglia, la sua poi, quella cult dell'esordio nella Fiorentina, il 29 gennaio 1986, un filo invisibile che ha tenuto insieme tutte le cose.

FirenzeViola.it ha la possibilità di raccontarlo in esclusiva, le immagini che vedete ci sono state inviate direttamente da Baggio che si è fatto fotografare dalla figlia Valentina. Non ci si può aspettare un romanzo da Roberto, ma qualche parola sì: ‘Mi fa piacere che i tifosi della Fiorentina sappiano che sono felice, ringrazio il mio amico Giuliano perché per me questa è la maglia più importante’.

E qui bisogna fare un passo indietro nella storia. Ottavi di finale di coppa Italia, partita di andata contro l’Udinese, viola in campo con Galli, Contratto, Pin, Passarella, Carobbi, Oriali, Berti, Antognoni, Pellegrini, Monelli, Massaro. Agroppi fa entrare Baggino al 74’ al posto di Pellegrini, la Fiorentina stava vincendo 2-1 (gol di Pin e Passarella, che poi segnò anche il 3-1). Immaginiamoci il giovane Roberto riemerso dall’infortunio che gli aveva fracassato il ginocchio: aveva addosso quella maglia con il numero 16 per entrare nel calcio vero e ricominciare tutto, quei pochi minuti sono rimasti per Baggino un brivido senza tempo. Per 39 anni quella maglia ha vissuto incorniciata a casa di Giuliano, che ha resistito a molte tentazioni prima di restituirla a chi l’aveva indossata portando in giro, per la prima volta, se stesso e Firenze. Non è stato in effetti un regalo indolore.

Dice Giuliano Ghelardoni (immortalato nella foto in basso con un giovane Baggio): ‘Mi sembra di rivedere ora Roberto che entra nel mio locale, il Sesto Pub, con in mano la maglia che lo aveva riportato al calcio dopo l’infortunio al ginocchio. Veniva a mangiare da me ogni sera, avevo conosciuto i suoi genitori quando era appena arrivato a Firenze e in un certo senso me lo avevano affidato… Quella sera mi disse tieni la maglia, te la regalo. Io l’ho fatta incorniciare per appenderla in casa, per me è sempre stato un quadro da museo’.

Era anche il simbolo di una rinascita e negli anni è diventato sempre più prezioso, non solo a livello sentimentale, perché in giro per il mondo sai quanti collezionisti avrebbero voluto averla. Baggio a Vicenza ha una stanza di cinquanta metri quadrati circondata da armadi a muro e tutti sono pieni di maglie. Fra queste, solo una della Fiorentina con lo sponsor della Crodino. Perché? Lo spiega Giuliano: ‘Le aveva regalate tutte ai bambini che gliele chiedevano, quando era a Firenze. Poi è passato il tempo e sapeva bene che quella più preziosa l’aveva donata a me. Con un po’ di cautela provò a chiedermela, ma io con il cavolo che te la rendo, gli dissi. Tutto questo, venticinque anni fa’. E poi? ‘Beh, è successo l’inevitabile. Pochi giorni sono andato a casa di Eddy Baggio, gli ho dato la maglia e lui l’ha portata a suo fratello. L’idea era quella di farmela firmare, ma quando è uscita da casa mia già sapevo che Roberto se la sarebbe tenuta. Confesso, non ho dormito per due notti, ma è giusto che la storia torni addosso alla storia’.

Un’amicizia lunga quasi quaranta anni e centinaia di aneddoti che sarebbe divertente raccontare. Un giorno magari lo faremo, ovviamente con l’accordo dei protagonisti. Fra Giuliano e Roberto tutto è rimasto sempre nell’ambito della leggerezza e il fascino di quella maglia, ora, svolazza nella stanza della memoria che Roberto custodisce nella sua villa vicino a Vicenza, in via Firenze. Quando si dice il caso.