IL PRIMO GOL DI RUI, E MANUEL (PASQUAL) SOGNA DI ALZARE UN TROFEO...
Rui Costa va sempre di moda, sopratutto a Firenze. Sono passati 12 anni dal suo addio (forzato), ma i suoi gol, i suoi assist, le sue lacrime versate il 13 luglio 2001 resteranno per sempre. Lo abbiamo rivisto nella serata della "Hall of fame", mentre alza l'ultima coppa Italia. Era il 13 giugno 2001, e di lì a poco la Fiorentina di Cecchi Gori conoscerà l'onta del fallimento. Lo ha ricordato Manuel Pasqual, proprio oggi mentre firmava l'ultimo contratto della carriera... "Ho prolungato perchè ho scelto Firenze a vita. Vorrei alzare un trofeo da capitano, come ho visto fare ieri sera a Rui Costa. Dev'essere un'emozione incredibile". Eh già, Manuel Pasqual che sogna di ripetere le gesta di Manuel Rui Costa. Questione di omonimia, questione di feeling con la maglia viola. In realtà, Manuel in una cosa ha già superato Rui: 8 anni col giglio sul petto contro i sette del portoghese. E si va per i nove... Adesso manca il suggello finale, che può essere una coppa Italia (traguardo minimo), l'Europa League (traguardo medio), lo scudetto... Un traguardo che non vogliamo nemmeno nominare. Nel frattempo cogliamo la palla al balzo (un pò come fece Rui in quel lontano 23 ottobre 1994) e ricordiamo il "battesimo" con la Fiorentina.
IL PRIMO AMORE - Il primo gol è un pò come il primo amore, non si scorda mai. Provi a pensarlo, a sognarlo (come sarà, quando sarà, sopratutto... a chi sarà), poi lo senti arrivare... Infine lo abbracci, lo coccoli, non vorresti più lasciarlo andare. La storia d'amore tra Firenze e Manuel Rui Costa si è svolta più o meno così. Roberto Baggio aveva tradito già da 4 anni, prima di lui c'era stato Antognoni, e ancor prima De Sisti e Montuori. Una tradizione di numeri 10 mica male. Tra Baggio ed il presente un interregno anonimo, incolore, per niente degno del blasone viola. E allora ci pensarono il portafoglio di Vittorio e l'occhio clinico dello stesso Antognoni: la scelta cadde su un ragazzo portoghese, per l'appunto un numero 10 dalla tecnica finissima e l'eleganza innata, prodotto della scuola del Benfica. Si chiamava Manuel Cesar Rui Costa, scoperto a soli 9 anni dal grande Eusebio. Su di lui è stato scritto e detto quasi tutto: per noi Rui Costa è uno dei primi cinque numeri 10 della storia viola, certamente uno dei giocatori più amati e rimpianti a Firenze.
BATISTUTA APPOGGIA A RUI... Dicevamo di quella palla al balzo, datata 23 ottobre 1994. Si disputava la 7° giornata del campionato '94-'95, all'Artemio Franchi si presenta il Padova della coppia Stacchini-Sandreani. Manuel vestiva la maglia numero 10, era alla sesta presenza stagionale, Ranieri sembrava credere in lui... anche se di lì a poco arriverà qualche sostituzione di troppo ad incrinare il rapporto. Cronaca: Fiorentina in campo con Toldo, Carnasciali, Pioli, Carbone, Marcio Santos, Malusci, Robbiati, Di Mauro, Batistuta, Rui Costa, Flachi. Padova in vantaggio al 27' con Balleri, pareggio viola immediato di Di Mauro. Al 52' l'overture del portoghese: angolo calciato sotto la Ferrovia, palla spiovente in area, la controlla Batistuta che appoggia per Rui al limite dell'area. Il fantasista si coordina, sembra perdere l'equilibrio, poi lo ritrova magicamente per scoccare un tiro al "sette" alla destra di Bonaiuti. Splendido, imprendibile, chirurgico. Applauditissimo. Rui guarda al cielo, per lui una sorta di benedizione. La dedica è per il piccolo Felipe, appena nato. Sarà il primo dei 9 gol stagionali, il primo dei 50 realizzati col giglio sul petto su 276 presenze totali. Chiuderanno la partita il 3-1 di Carbone e l'immancabile sigillo del Re Leone. Oggi, a distanza di 9 anni, la Fiorentina sogna sempre l'Europa (League), Pasqual sogna di ripetere le gesta del portoghese... Firenze sogna lo scudetto.