RIGANÒ, Accettai subito la Viola. Contro Messi...
L'ex attaccante viola, Christian Riganò, ha rilasciato un'intervista per l'edizione digitale de La Repubblica. Tanti i temi trattati dal bomber di Lipari, protagonista della rifondazione della squadra gigliata e contribuendo in modo significativo alla cavalcata che, dalla C2, riportò il club in Serie A dopo il fallimento. Riganò parte proprio da questo argomento, ricordando i suoi primi momenti in maglia viola: ““Giocavo in C1 con il Taranto e avevo messo a segno 27 reti in campionato, ma ho subito accettato la proposta viola, perché ero certo che i Della Valle avessero l’intenzione di risalire il prima possibile. In città c’era un’atmosfera di tristezza e una sorta di depressione legata al calcio. Una squadra con una storia così significativa, quasi dimenticata e fallita per motivi banali, mentre negli anni successivi si assisteva a salvataggi avventati... Nella mia stagione d’esordio ho realizzato 30 gol; abbiamo intrapreso insieme il viaggio che ci ha condotto in Serie A nel 2004, ed è scattata la scintilla.”
L'ex viola aggiunge poi un ricordo sul suo passaggio al Levante nella Liga spagnola, dove nel 2007 affrontò il Barcellona di Messi: “L'argentino era un giovane di vent'anni. Era davvero molto forte e segnò anche un gol. Tuttavia, faceva parte di una squadra di campioni, con Xavi, Iniesta e Henry, che segnò una tripletta e poi mi donò la sua maglia, blu e con la scritta Unicef.”
In chiusura, Riganò commenta la fine della sua carriera: “Possiedo due patentini da allenatore e ho avuto esperienze di allenamento nei dilettanti, vincendo anche alcuni campionati, ma non ho mai ricevuto chiamate per progredire di categoria. Forse per via del mio carattere: se mi assegni una responsabilità, voglio essere io a prendere le decisioni, senza compromessi o intrusioni. Se non mi comporto bene, sentiti libero di farmi andar via, non è un problema. Questo principio vale sia nel calcio che nella vita in generale.”
Sulla sua vita attuale, lontano dal mondo del calcio e su Firenze, la sua città attuale: “Sono tornato a fare il muratore. Mi sveglio alle 6:30 del mattino e la giornata è lunga fino alle sei di sera; purtroppo, fumo più di prima. Ho trovato la mia dimensione. Giro in scooter e in due minuti arrivo ovunque, la città è piccolina. Non c'è molto traffico, forse adesso un po' di più perché stanno costruendo le tranvie. E poi, lavoro permettendo, vado ovunque quando mi chiamano, nelle tv locali o alle serate dei club viola. Ma se chiamano me, vuol dire che non riescono a contattare qualche giocatore di oggi, quello a cui un ragazzino di dieci anni chiederebbe un autografo.”