Il dt della Fiorentina Goretti: "Abbiamo creato un blocco italiano e patrimonializzato la squadra, siamo vicini ad essere a regime"

Il direttore tecnico della Fiorentina Roberto Goretti è intervenuto a Umbria Tv durante la trasmissione “L’anticipo”, intervistato dal suo ex giocatore al Perugia ed ex viola Aleandro Rosi al debutto della collaborazione con l'emittente umbra con la sua rubrica ‘A tu per tu’.
Come hai iniziato a fare il ds? "Quando ho smesso di giocare, tornato da poco a Perugia dove tutto era iniziato, avevo 34 anni . Durante il derby Arezzo-Perugia non stoppai un pallone e decisi di smettere. Ho finito la stagione senza giocare, al posto dei rimanenti stipendi mi sono fatto dare due quadri che guardavo sempre allo stadio. Il presidente Damaschi mi prese per fare il vice di Federico Cherubini che però non arrivò al Perugia ed io iniziai così nel settore giovanile. Gli dedicavo tutta la giornata, mi piaceva. In quel periodo è arrivato Santopadre e quando diventò presidente decise di cambiare tutto e Agnolin che era dirigente e Lombardi che era al settore giovavile gli dissero di prendere me come ds, non fu semplice scegliere ma mi convinse Camplone che era stato preso come allenatore e che era stato mio compagno. Agnolin mi diceva sempre che potevo portare il Perugia in serie A, ci siamo andati vicino ma purtroppo qualcosa è sempre è mancato".
Che consiglio mi daresti per il futuro visto che ho appena smesso? "Intanto te l'ho dato discreto anni fa perché sono venuto due o tre volte a casa tua a Roma per convincere te e soprattutto tua moglie che non voleva saperne di Perugia e mi fa piacere ritrovarvi ancora qua. Ora ti consiglio di fare più esperienze per trovare la tua strada. Se uno fa qualcosa che fa con passione sarai fortunato come quando giocavi".
Che differenza c'è tra Perugia e Fiorentina? "Sono cose diverse, sono situazioni molto più complesse ed articolate. Ma fare il dirigente cambia un po' da città a città. Farlo al Perugia serviva più fantasia, creatività e molto più rischio, salendo di categoria si riducono sia il rischio che le altre due cose. Ci sono obiettivi sempre difficili ma sempre realistici. A Perugia in serie B se dividevi le 20 squadre in quattro blocchi dal punto di vista della forza finanziaria eravamo tra il terzo e quarto blocco ma il presidente diceva voleva la serie A ed era molto intrigante e credevo fosse possibile devo dire ci siamo andati anche vicini, arrivavamo spesso ai playoff però sfiniti perché spremuti al massimo tutti. Alla Fiorentina è molto diverso, al di là del ruolo che può essere diverso con compiti ripartiti e responsabilità condivisa".
Com'è lavorare con Pradè? "E' un piacere lavorarci perché è una persona innanzitutto per bene, di grande cultura e che riesce a coinvolgere tutti e tutto il suo staff. In questo anno e due mesi, da quando sono arrivato a Firenze, credo che abbiamo fatto un buon lavoro, è arrivato un percorso completamente nuovo per la Fiorentina, l'anno scorso praticamente è finito un ciclo ed abbiamo dovuto ricostruire ma io a Daniele ho detto che sono un esperto in ricostruzione perché al Perugia ne cambiavamo ogni anno 20 su 24 e che non c'era problema ma ovviamente il livello dei contratti economico è più alto e dunque complicato"
Come sta andando? "Credo che il percorso sia avviato bene, con l'italianizzazione, abbiamo creato infatti un blocco italiano; inoltre lo scorso anno cambiando tanto avevamo preso tanti prestiti mentre ora ne abbiamo solo due abbiamo patrimonializzato la squadra. Siamo vicini ad arrivare a regime per la Fiorentina. Vedremo i prossimi passi quali saranno e come li faremo".
Come si fa a colmare il gap? "Nel calcio parte tutto dai fatturati e 5-6 realtà ce l'hanno veramente alto. Quelle poco al di sotto possono riuscire a competere negli anni con continuità solo se crei un modello e uno stile di gioco, come ha fatto l'Atalanta, come dicono tutti, che ha creato un modello e uno stile di gioco con Gasperini e con i dirigenti ed è stato fondamentale per portarsi al livello delle altre più forti economicamente. Il gap a mio avviso lo migliori con lo stile di gioco e il modello che si vuole creare e da pensarlo a realizzarlo ce ne passa".
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