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Andrea Ardito: "Il Como può spendere quanto vuole, i viola no. Questa secondo me è la vera differenza"

Andrea Ardito: "Il Como può spendere quanto vuole, i viola no. Questa secondo me è la vera differenza"FirenzeViola.it
© foto di Marco Farinazzo/TuttoLegaPro.com
Oggi alle 11:15Primo Piano
di Redazione FV
fonte Intervista a cura di Francesco Benvenuti

L'ex calciatore e allenatore delle giovanili del Como, ora direttore tecnico dell'Alta Brianza calcio, Andrea Ardito ha rilasciato un'intervista esclusiva ai microfoni di Radio FirenzeViola per parlare del match che domani al Franchi, calcio d'inizio alle ore 18:00, vedrà sfidarsi Fiorentina e Como. Queste le sue dichiarazioni a partire da un commento sul progetto della formazione lariana: "È un momento particolare e strano. Como non aveva mai vissuto le luci della ribalta come in questo momento. A livello economico è la società più ricca al mondo, la piazza sta vivendo un sogno. Io da tanti anni mi sono trasferito a Como e tocco con mano le sensazioni della gente. Si fa fatica, anche io mi sento comasco acquisito, a capire dove può arrivare questo progetto. La gente di Como sta vivendo veramente un sogno. Stanno facendo i passi giusti anno dopo anno dalla Serie C in su, piano piano hanno messo sempre dei tasselli, fino alla scelta di Fabregas che forse è stato il tassello più importante perché nonostante sia ad inizio carriera sta dimostrando di avere idee e di saperle mettere in pratica. Tra i prossimi anni lo vedremo nei top club al mondo secondo me".

Adesso il progetto Como è sulla bocca di tutti. La nuova sfida dei lariani può essere quella di imparare a reggere pressioni e aspettative?
"Sì, il budget che ha messo sul mercato è importantissimo e quindi hai per forza obiettivi diversi rispetto all’anno scorso. Anche però pressioni e domande diverse da tutte le parti in causa, società, giocatori e allenatore. Hanno fatto investimenti importanti ma non su giocatori affermati, per lo più hanno cercato giovani di prospettiva, i più forti magari in quella fascia d’età sul mercato. Non penso che il Como già quest’anno riuscirà a fare quello step in avanti che potrebbero suggerire gli investimenti, ma nell’arco di un paio d’anni potrà davvero alzare l’asticella. Personalmente la mia curiosità è rivolta a questo: senza le coppe europee può spendere senza i paletti del fair play finanziario, vedremo poi se riuscirà ad entrare in Europa come riuscirà a muoversi e a fare investimenti importanti senza quelle entrate economiche importanti che hanno i club europei".

Fiorentina-Como può essere considerato uno scontro diretto?
"La Fiorentina negli ultimi anni ha fatto le coppe europee e anche molto bene. Arrivare in finale o in semifinale in cuna coppa europea, al di là di vincere o perdere, vuol dire avere un range chela Fiorentina si è conquistata sul campo. Il problema è che con il fair play finanziario un club non può spendere quanto potrebbe o vorrebbe, la differenza oggi con il Como è questa. Il Como ogni anno può spendere tutti i soldi che vuole perché il campionato italiano lo permette. Fiorentina, Bologna ma anche Torino quando è arrivato in Europa hanno avuto queste difficoltà. La Fiorentina negli ultimi anni ha fatto campionati importanti e con Pioli l’obiettivo è quello di alzare l’asticella rimanendo sempre all'interno dei paletti finanziari".

Da dirigente, le difficoltà del Como, di cui ha parlato Fabregas, nel trovare buoni giocatori italiani è legato al suo modo di giocare oppure c'è davvero assenza di giovani talenti nel nostro paese?
"È ovvio che i talenti ci siano anche in Italia. Da calciatore ho fatto tutte le categorie, dalla Serie D alla Serie A, e i giocatori forti ci sono sempre stati e in tutte le categorie. Quello che percepisco è che i costi da sostenere per prendere alcuni ragazzi italiani in confronto ai pari età dell’est Europa, americani o africani sono più alti. Questo è forse lo scoglio che alcune società che vogliono investire su giocatori italiani possono trovare. I giocatori italiani ci sono bravi anche in Serie B e in Serie C. A volte ci sono anche delle belle favole come quella di Lazzari che dai dilettanti è arrivato in Serie A dimsotrando di poterci stare tranquillamente".

Il limite di Nico Paz è ancora tutto da scoprire. Quanto può crescere ancora l'argentino?
"Bisogna vedere se ha dei limiti. Nelle prime partite che ho visto avevo la sensazione di vedere un potenziale campione. Intravedevi subito quella classe, quel modo di giocare diverso dagli altri. Fa delle giocate, in maniera naturale, che gli altri non riescono nemmeno a vedere. Ha enormi potenzialità e il Como è riuscito a tenerlo nonostante il possibile ritorno al Real Madrid o le potenziali offerte dal Tottenham Questo fa capire cos’è oggi il Como. Penso che per lui Como sia il posto ideale per crescere". 

La nuova sfida di Kean sarà ripetersi?
"Vi dico un aneddoto su Kean. Nel 2015-16 allenavo l’under17 del Como e a dicembre andammo a sfidare la Juventus e c’era Kean, sotto età, che subentrò nel secondo tempo. Era impressionante. All’epoca mi dissero che forse l’unico problema sarebbe potuto essere di testa perché aveva già da giovanissimo Raiola come procuratore. Ha sempre avuto potenzialità atletiche e fisiche enormi. Non è forse riuscito a imporsi alla Juventus a livello caratteriale ma alla Fiorentina ha sentito dentro di sé quanto il club volesse puntare su di lui. L'anno scorso ha fatto subito quello step mentale. Si è assunto delle responsabilità e questo mi porta a pensare che forse, doversi confermare, potrebbe non essere un problema per lui. Mantenersi a quei livelli è sempre la sfida più importante per tutti, però l’ho visto maturato anche a livello mentale".