ZONA CESARINI

30.09.2021 00:00 di  Tommaso Loreto  Twitter:    vedi letture
ZONA CESARINI
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© foto di Federico De Luca

Rocco Commisso e l’intera tifoseria viola scoprirono tutto il talento di Dusan Vlahovic in una fredda serata di metà dicembre, due anni fa al Franchi. Dusan Vlahovic sentì invece il boato dell’intero stadio per lui per la prima - vera - volta due minuti dopo il novantesimo di quella sfida giocata il 15 dicembre 2019, quando contro l’Inter in vantaggio l’attaccante tirò fuori dal cilindro un eurogol che valse il pareggio. Quel centro in zona Cesarini è rimasto impresso negli occhi di tutti, a Firenze e non solo, e da allora ne sono seguiti (per fortuna di tutti) parecchi.

Dopo tre allenatori e due stagioni complesse Commisso e Vlahovic sembrano oggi non avere più tempo, più o meno come quando il serbo se ne andò in solitaria senza che la difesa interista riuscisse a fermarlo. L’intervento del presidente viola di ieri segna l’inizio del recupero di una partita che va avanti da più di un anno,  fin da quando ancora non era ben chiaro se Vlahovic potesse essere la prima scelta in attacco. E soprattutto avvia un inevitabile conto alla rovescia visto che è stato lo stesso Commisso ad anticipare la sua ripartenza per gli States.

Solo che adesso se il tempo sta per scadere anche la pazienza del club viola sembra agli sgoccioli, almeno a giudicare da come Commisso ha raccontato di una trattativa che l’entourage del calciatore non sembra voler evolvere dribblando incontri e accordi. Se l’intento resta quello di proteggere il patrimonio tecnico in vista del campionato, è chiaro che la vicenda sul rinnovo in questione comincia a farsi più pesante del previsto, almeno rispetto a quanto trapelava da Moena dove - si diceva - i segnali positivi erano sempre di più.

Insomma se la speranza di una fumata bianca prima della partenza di Commisso comincia a perdere peso, nonostante l’offerta non abbia grandi precedenti nel passato del club, è la pressione che potrebbe aumentare su Vlahovic (anche da parte della piazza) che ora rappresenta un fattore con il quale fare i conti. Per la società certo, ma pure per lo stesso Italiano che si augura di ritrovare sempre e comunque un calciatore non condizionato da una situazione di stallo che ha un po’ stancato tutti.

E anche per lo stesso Vlahovic, che soltanto qualche mese fa in ritiro si diceva pronto a firmare non appena avesse ricevuto il contratto. Perchè proprio lui potrebbe scrivere la parola fine su questa vicenda, al netto delle ritrosie del procuratore, mettendo una firma in zona Cesarini su un contratto che certamente vale un top player. Anche e soprattutto adesso, in pieno recupero, esattamente come avvenne con quel pallone che scaraventò nella porta di Handanovic sotto gli occhi del suo nuovo presidente.