PROVACI ANCORA DIFRA

28.07.2020 13:30 di Luciana Magistrato   vedi letture
PROVACI ANCORA DIFRA
FirenzeViola.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Nel borsino degli allenatori (la rosa è sempre più ristretta perché man mano si stanno accasando tutti) in queste ore prende quota, pur in ballottaggio, il nome di Di Francesco. Il tecnico, nonostante in questa stagione abbia iniziato con la Sampdoria, è libero di firmare subito per la prossima senza doversi rapportare con il club ligure da cui ha consensualmente rescisso già ad ottobre. E non è una cosa da poco visto che, pur se un tecnico tesserato con un club ma a casa perché esonerato ha dalla sua di potersi legare ad un'altra società rescindendo dalla prima, non sempre ha voglia di perdere soldi per un club senza Europa e ancora tutto da verificare. Basti pensare a Luciano Spalletti e ai "problemi" economici con l'Inter. Il tecnico abruzzese d'altronde è stato più volte vicino a sposare la causa viola, in particolare quando era un rampante e giovane allenatore del Sassuolo. Durante una panchina d'oro nel marzo 2017 proprio Firenzeviola lo pizzicò sotto casa di Corvino ma poi il club neroverde non gradì e pretendeva un compenso economico di diversi milioni e soprattutto lo stesso Di Francesco non fu convinto dal progetto viola, scegliendo poi, magari con il cuore visto che ci aveva giocato, la Roma.

Anche l'estate scorsa, con Montella in bilico, il suo nome fu vicino alla Fiorentina (si dice che Corvino in primavera si fosse accordato per un triennale, anche se la notizia fu poi smentita dal club viola) ma il cambio di proprietà convinse DiFra ad accettare la Sampdoria e i viola confermarono Montella (scelta rivelatasi sbagliata per entrambi). Oltre agli anni importanti con il Sassuolo, che ha saputo portare a livello internazionale pur con qualche inciampo, è nella Roma che Di Francesco ha convinto conquistando la semifinale di Champions, anche se l'anno successivo è stato esonerato. D'altronde Di Francesco ha un principio preciso: "Un allenatore deve essere supporrtato e non sopportato" come disse in una conferenza stampa in giallorosso appunto. Nomen omen (Eusebio gli è stato messo in onore del campione portoghese), bel gioco di stampo zemaniano, carattere forte e trasparente, tipico degli abruzzesi, ha nel procuratore un alleato per la Fiorentina, vista l'amicizia con Pradè. Certo a Firenze verrebbe visto come l'ennesimo romano (solo per averci giocato e allenato) portato dal ds ma di sicuro il profilo piace anche se la concorrenza su di lui non manca. In Italia soprattutto il Cagliari e il Torino ci hanno messo gli occhi sopra in ballottaggio con Giampaolo così come i due sembrano giocarsela testa a testa a Firenze (salvo novità come accadde in passato con Sousa), ma le sirene più importanti sono dall'estero, Spagna in particolare. Vedremo insomma se questa sarà la volta buona.