PALLADINO, PERCORSO ED IDENTIKIT DEL PROSSIMO TECNICO VIOLA

PALLADINO, PERCORSO ED IDENTIKIT DEL PROSSIMO TECNICO VIOLA
lunedì 3 giugno 2024, 15:10Notizie di FV
di Redazione FV
fonte A cura di Jacopo Mannina

C'è aria di rivoluzione a Firenze, e la prima mossa fondamentale è scegliere con cura il nuovo condottiero. Alla vigilia dell'ultimo match di campionato, il recupero della 29° giornata contro l'Atalanta, e in attesa di un possibile commento ufficiale della dirigenza viola previsto per martedì (leggi QUI l'indiscrezione di FirenzeViola.it), dove si farà il punto della stagione, la Fiorentina sembra aver preso la sua decisione. Infatti, ieri Raffaele Palladino è stato avvistato a Firenze, le sue quote di vederlo sulla panchina della Fiorentina la prossima stagione al posto di Vincenzo Italiano salgono vertiginosamente. Facciamo quindi un tuffo nella carriera di Palladino: dal suo percorso come calciatore ai primi passi come allenatore nelle giovanili, fino ai successi con il Monza. Analizziamo il suo stile di gioco e perché la Fiorentina potrebbe aver puntato tutto su di lui.

IL PALLADINO CALCIATORE
Nato a Mugnano di Napoli, Raffaele Palladino inizia a calcare i primi campi da calcio con la squadra della sua città, Amici di Mugnano. Qui cattura l’interesse del Benevento, che lo acquista e lo lancia in Serie C quando è ancora minorenne. Non passa molto tempo prima che la Juventus noti il giovane esterno d’attacco, prelevandolo dalla squadra campana per inserirlo nella propria primavera e farlo fare esperienza. Dopo i prestiti alla Salernitana e al Livorno, torna alla Juventus, dove fa il suo debutto in Serie A, segnando il primo gol nella massima serie. Tuttavia, chiuso da campioni come Del Piero, Iaquinta e Trezeguet, Palladino trova la sua dimensione in squadre della nobiltà della Serie A, come il Genoa e il Parma. Conclude poi la carriera con una positiva esperienza al Crotone, coronata da una salvezza storica, e al Monza in Serie C, dove però, a causa di problemi fisici, non riesce a debuttare in campionato. Durante il suo periodo ligure l’esterno offensivo si conquista anche la nazionale maggiore italiana con la quale, oltre ad un paio di presenze in partite amichevoli contro Portogallo ed Olanda, scende in campo in una partita di qualificazione per Euro 2008 contro le isole Fær Øer.

IL PALLADINO ALLENATORE
Una volta annunciato il suo ritiro dal calcio giocato, Palladino non abbandona la società di Berlusconi. Si fa le ossa come allenatore, prima come collaboratore tecnico del club lombardo e poi iniziando la trafila come capo allenatore nelle giovanili, partendo dall’U15 nel 2020 e venendo promosso definitivamente alla primavera nel 2021. Con i giovani ottiene subito ottimi risultati, sfiorando il Campionato di Primavera 1. La svolta arriva l’anno successivo: con la prima squadra allenata da Stroppa che aveva raggiunto la storica qualificazione in Serie A tramite i playoff, Palladino riceve l’occasione d’oro. A settembre 2022, dopo un deludente inizio di stagione con 0 vittorie nelle prime 6 partite, viene chiamato a sostituire Stroppa. In soli 5 giorni prepara la squadra per un difficile match contro la Juventus, che si conclude però con una vittoria storica grazie al gol di Christian Gytkjær, la prima per i brianzoli in Serie A. In due stagioni con il Monza, il tecnico campano non solo salva la neopromossa dal ritorno immediato in Serie B, ma si distingue anche per il bel gioco espresso dalla squadra. Conduce il Monza a un 11° posto e a un 12° posto (stagione appena terminata) in Serie A, con una media punti per partita di 1,36. Nel primo anno, il suo Monza sfiora persino la qualificazione europea, arrivando a solo 4 punti dall’ottavo posto occupato proprio dalla Fiorentina.

LO STILE DI GIOCO
Il sistema di gioco adottato dal Monza presenta delle piccole differenze rispetto allo stile di gioco italiano in termini di formazione, con il tecnico che inizialmente si era affidato a una difesa a tre per poi passare a 4 durante il suo percorso. Palladino non è un integralista: molte sono le sue modifiche proprio in termini di formazione, con molti giocatori che possono essere mobili ed adattabili al contesto. Un aspetto di continuità tecnica che l’allenatore campano può garantire rispetto all’operato di Vincenzo Italiano è senza dubbio il lavoro importante fatto sugli esterni. Schierati come quinti o come terzini, la spinta sulle fasce è sempre stato un marchio di fabbrica. La posizione dei trequartisti poi, schierati dietro la punta centrale nel 3-4-2-1, ricorda la posizione di Ilicic e Borja Valero ai tempi di Paulo Sousa, dove si potrebbero benissimo inserire sia Beltran che Bonaventura. Senza addentrarci troppo in tatticismi, Palladino ha comunque dimostrato dunque un gioco propositivo e in grado di poter soddisfare le esigenze della piazza di Firenze.