MONTAGNE RUSSE
Inutile girarci intorno, c’è parecchia confusione sotto il cielo viola. Il sei a zero di oggi a Napoli scoperchia nuovamente tutte le pecche di un organico cui sembra aver sempre fatto difetto una chiara direzione tattica, un'idea di calcio. Inevitabile notare come con l’addio a Duncan sia stato completamente smentito l’ultimo mercato invernale, segno che troppe volte si è voluto guardare all’oggi senza progettare troppo il domani. La Fiorentina che aveva fornito qualche progresso nell’ultimo mese si scioglie di fronte al Napoli sia perchè le scelte iniziali non pagano sia perchè ancora questa squadra non ha trovato una sua quadratura tattica, e se per Prandelli il tempo per lavorare non è mancato è altrettanto vero che determinate contraddizioni hanno radici datate, antiche.
Sotto questo profilo sentire dal tecnico viola raccontare di un summit di mercato in ponte a breve fa pensare a un’organizzazione in corsa che rischia di rivelarsi nuovamente tardiva. Fermi restando i bisogni evidenti di un gruppo che ha bisogno di alternative in attacco e in mezzo al campo (possibilmente con l’inserimento di un regista) società tecnico dovranno soprattutto individuare i giusti obiettivi in relazione a una minima crescita.
Chi pensava che qualche risultato utile potesse mascherare le difficoltà offensive, o che qualche esperimento tattico avrebbe limitato le lacune in mezzo al campo rinviando anche determinati interventi sul mercato è oggi nuovamente smentito da un risultato pesante, da libri di storia, che riporta le lancette viola a momenti più complicati vissuti nel girone d’andata, dunque sarà il caso di programmare nel migliore dei modi.
Anche perchè gli stessi passi in avanti sul piano della compattezza, dello spirito di squadra e più in generale dell’esser gruppo sono andati sparendo al Maradona, minuto dopo minuto mentre il Napoli prendeva d’infilata tutta la retroguardia viola. L'assenza di cartellini gialli in 90 minuti ai limiti della lezione di calcio sono lì a testimoniarlo. Serve ripensare molti aspetti della gestione fin qui tenuti, a cominciare da scelte sul mercato che ancora oggi non pagano e che nelle prossime due settimane non ammetteranno nessun margine d’errore. Pena un girone di ritorno sulle montagne russe che stanno purtroppo diventando un’abitudine fin troppo pericolosa.