MAI UNA GIOIA

30.05.2024 00:30 di  Tommaso Loreto   vedi letture
MAI UNA GIOIA
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E con questa fanno tre. Tre finali perse nel giro di un anno, tre schiaffi uno più doloroso dell’altro, tre batoste che volenti o nolenti entrano nella storia. Se il presidente Commisso nell’avvicinamento al match di Atene aveva sottolineato l’impresa di arrivare due volte in fondo a una competizione europea il bilancio finale è un film dell’orrore. E d’altronde mai come oggi si può parlare di un bilancio finale, perché il ciclo Italiano volge al termine, perché gran parte del blocco squadra è destinato ad andarsene, e perché ricostruire adesso è un obbligo.

Un gruppo che non meritava questo tris di delusioni - Fa male immaginare il dolore di squadra e tecnico che avrebbero voluto alzare la coppa al cielo e tenere fede a un patto nato qualche mese fa. Fa malissimo, seppure il film della partita di Atene racconti sempre la stessa storia. Ancora una volta sotto porta la Fiorentina gira a vuoto, ancora una volta le occasioni sprecate fanno la differenza in assenza di attaccanti in grado d’incidere. Nel mezzo c’è anche una manovra che non è più quella del tempi dei migliori, una lettura del match che Italiano sembra ritardare troppo nei cambi e tre leader che non riescono a trascinare il gruppo. Nico ormai lontano parente (da mesi) dell’acquisto più costoso della storia del club, Bonaventura leggero come una piuma nel momento clou del primo tempo, Arthur impalpabile. E poi ancora Kouamè e Belotti a ricordare come anche quest’anno, sul fronte offensivo, la società abbia fatto poco o niente per aiutare questo gruppo arrivato a fine stagione sulle ginocchia.

Un'altra delusione da digerire e un futuro da disegnare - Di fronte ai viola c’era un Olympiakos che è parso star meglio, che ha corso di più e che ha capitalizzato l’occasione migliore con una punta che ha freddato Ranieri per il gol vittoria. Si dirà che in quell’azione resta pure qualche recriminazione per un presunto fallo su Milenkovic, ma nella valutazione generale non si può ignorare nemmeno un braccio di Quarta che se rivisto sarebbe potuto costare carissimo. Adesso che i 10.000 di Atene prenderanno la via di casa, adesso che a Firenze stadio e Viola Park si svuotano resta nell’aria soprattutto la delusione di un popolo intero che però merita di sapere che futuro lo attende. Un popolo che merita di ascoltare programmi più chiari e più ambiziosi di una terza partecipazione in Conference League, che merita una dimensione diversa da quella che la Fiorentina non è riuscita a rendere vincente nonostante due finali raggiunte in un’Europa non tra le più competitive, e in una Coppa Italia che l’anno scorso aveva offerto un cammino persino in discesa. Un’altra delusione cocente da digerire e soprattutto l’ennesima conferma a un mantra che ormai da oltre venti anni non conosce eccezione: mai una gioia.