È NOSTRO, SERVE A NOI QUINDI FATE A MODINO

12.10.2023 00:00 di  Sonia Anichini   vedi letture
È NOSTRO, SERVE A NOI QUINDI FATE A MODINO

Si dice che la meritocrazia esista, quando vogliamo essere buoni o forse illusi, oppure tiriamo in ballo l’ipotesi, non del tutto astrusa, che non ci sono così tanti giocatori bravi a giro. Non so per quale idea propendere ma, in entrambi i casi, noi fiorentini siamo dalla parte di coloro che hanno in questo momento, ma per me anche da molti momenti precedenti, il centrocampista sulla bocca di tutti, quel Bonaventura che a 34 anni torna in Nazionale. Forse i CT precedenti non lo avevano notato, forse giocare nella Fiorentina non attira l’attenzione soprattutto quando navigavi nella parte destra della classifica o forse, come onestamente ha detto lo stesso Jack, ci sono pochi italiani nelle squadre e, aggiungo io, quelli buoni sono ancora meno.

Non voglio addentrarmi nel discorso degli acquisti di stranieri, sul tema degli sgravi fiscali o cose simili perché non ne ho la competenza ma, essendo diversamente (ma molto diversamente) giovane, mi entusiasma vedere come questo vecchietto (nel calcio purtroppo comincia ad esserlo) si riprende il palcoscenico azzurro dopo quello viola. Bonaventura è un ragazzo che mi è sempre piaciuto, sia come persona perché sempre misurato nei modi e nelle parole, sia come calciatore perché ha classe, sa costruire gioco e fa pure gol. Sta vivendo insieme a tutta la Fiorentina un momento magico e Spalletti non ha potuto fare a meno di chiamarlo, come lui stesso ha sottolineato.

Non so se il numero cinque viola scenderà in campo contro Malta o Inghilterra, ma penso che la gratificazione di essersi ritrovato in Nazionale dopo tre anni non può che galvanizzarlo e questo è sempre un buon incentivo anche per la Fiorentina che, oltre a Bonaventura, ha fra i convocati pure Biraghi. Non si offenda il nostro capitano se ho un occhio di riguardo per Jack, ma le sue prestazioni attuali lo portano alla ribalta e non posso che compiacermene in quanto sua storica sostenitrice.

Ho trovato le parole di Bonaventura di questi giorni molto significative, come rimarcare che si può sempre migliorare anche a 34 anni e mi pare che sia una bella lezione di umiltà per tutti quei pischelli che, solo per essere comparsi per due minuti in campo, si sentono Messi. Ho sempre avuto la sensazione che il centrocampista gigliato non facesse parte del gruppo “testa di calciatore buona solo per portare cappello”, come sosteneva il buon Boskov e ritengo per questo che si debba essere molto felici di averlo come leader della Fiorentina. Non ha mancato di ringraziare Italiano che, con la sua fiducia e col lavoro svolto, lo ha portato ad un livello ottimale ed il fatto che Spalletti abbia idee simili al nostro allenatore non può che agevolare questa nuova esperienza azzurra.

Se si vuole essere egoisti, ed io lo sono in quanto assoluta tifosa viola, mi preoccupa pensare che al numero ingente di partite che la Fiorentina gioca e dovrà giocare si aggiungano anche quelle della Nazionale e forse sarebbe stato meglio se poteva riposarsi un pò, ma non esiste che un giocatore possa dire no alle chiamate dell’Italia. Fra le altre cose ho scoperto che Jack, che nella Viola è il più grande, a Coverciano ha trovato qualcuno che lo supera perché nella rosa dei convocati Acerbi lo batte essendo nato un anno prima di lui.

Non resta pertanto che augurare a Jack ogni soddisfazione, consigliandogli di fare “a modino” perché per noi è troppo importante e un po’ mi scoccia condividerlo con altri.

La Signora in viola