CABRAL, JOVIC SARÀ UN BENE O UN MALE? FIRENZE LO ASPETTA
È arrivato in pompa magna durante la sessione di mercato invernale, e con un grosso macigno sulle spalle quale l’eredità di Dusan Vlahovic, allora capocannoniere della Serie A. E in lui, i tifosi viola avevano almeno inizialmente riposto delle grandi aspettative: parliamo di Arthur Cabral.
Il numero 9 brasiliano è costato al club viola ben 16 milioni di euro, bonus compresi, e approdava a Firenze dopo aver siglato 14 reti in 18 partite di campionato con il Basilea, alle quali si aggiungevano i 5 gol in 6 match di Conference League.
Eppure, in maglia viola, nonostante le aspettative, non ha ancora spiccato il volo. Nei suoi primi 6 mesi in riva all’Arno la punta ha infatti messo a referto solamente 2 reti in 14 presenze in Serie A. Complice l’adattamento ad un nuovo campionato e ad un nuovo paese, ma anche la convivenza con Piatek che almeno inizialmente, lo ha spesso segregato alla panchina, Cabral non è ancora riuscito a mettere sugli occhi di tutti il proprio potenziale. O forse anche Vincenzo Italiano lo ha introdotto in un sistema di gioco che non gli si addice? È una domanda alla quale non possiamo dare una risposta dettagliata, poiché finito il primo (mezzo) campionato in maglia viola avrà tempo e modo di inserirsi meglio negli schemi del mister a partire dal ritiro di Moena.
Intanto però la Fiorentina gli affiancherà un altro attaccante, che sembra corrispondere al nome di Luka Jovic. Si tratta di un profilo almeno sulla carta importante, vista anche la cifra con cui il Real Madrid lo prelevò dall’Eintracht, ben 63 milioni di euro.
In conclusione, l’arrivo a Firenze della punta serba può essere per lo stesso Cabral un’arma a doppio taglio: assisteremo ad una crescita del brasiliano grazie agli “insegnamenti” del più esperto ed affermato Jovic, oppure correrà il rischio di essere messo in ombra da un attaccante che parlerà a suon di gol?
Lo staremo a vedere, con la speranza in cuor dei tifosi viola che Cabral possa finalmente brillare e dimostrare di essere il bomber che sembrava quando vestiva la maglia del Basilea.