VIERI, L'arte del "cazzeggio"
Il gusto toscano della battuta. O quella che, con un pizzico di volgarità, si può definire l'arte del cazzeggio. Prendete quello che è successo giovedì sera, a Vila-Real. Vieri segna il gol del vantaggio, tutti i compagni corrono ad abbracciarlo. E lui che fa? Ride e poi corre verso la panchina e punta il dito verso Giambattista Venturati. Ride e dice: «Hai visto che sono ancora io il più forte». Storia di un «cazzeggio», appunto. Perché Venturati conosce l'arte del preparare atleticamente i suoi giocatori. Ma conosce pure il valore della battuta, quando i tempi sono fondamentali: «Via Bobo, lascia perdere, ormai sei un vecchio ». Questo dice lui a Bobo e l'attaccante corre, ride e un po' rosica. «Io vecchio? Io sono ancora il più forte di tutti». E allora tutti ridono. E Liverani, un altro dei giocatori più ascoltati, non fa una piega, ma rilancia: «Perché Bobo è sempre il più forte».
Forte, imprevedibile. Capace di ripartire a 34 anni. Gioca nella Fiorentina, è tornato a Prato, da dove era ripartito ragazzino. Sì, dagli Allievi del Prato furono in tre ad andare al Torino: Vieri, il portiere Toccafondi (il figlio del presidente) e Casati, un centrocampista. Ora Bobo è finalmente tornato a vivere con mamma Nathalie, «perché la mamma è sempre la mamma ». La loro casa sta su in collina, località Bifolchi, e chi se ne frega se qualcuno ironizza sul nome. Bobo ha già segnato due gol in campionato, ha conquistato due rigori decisivi, in Spagna ha festeggiato la sua partita numero 400 segnando la rete numero 196. Gli hanno concesso l'onore della armi. E lui si batte con onore. Il 18 maggio finisce un altro campionato. Il 17 maggio 1941 Amedeo Duca d'Aosta lasciò il monte dell'Amba-Alagi. Le cornamuse scozzesi suonarono le «Rose del Transvaal » solo per lui.