SANTANA,Vi racconto la mia magia

04.09.2007 08:15 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: Gazzetta dello Sport

Quelli che se la sono vista brutta sanno come fare. Tirano dritto. Tirano di testa, di tacco o di punta. Adrian Mutu, per esempio, inventa e poi coglie l'attimo. L'assist è di Mario Santana, l'argentino ritrovato. Il suo tango merita un replay. La palla è sul piede destro? Beh, portarla indietro con il tacco non costa nulla. E poi così è tutto più bello. Disorienta l'avversario, scalda il pubblico. Ora è sul sinistro, il piede giusto. Poi c'è il cross. Naviga leggero sul secondo palo. Qui c'è Mutu e fa 1-1. Due gol in due partite. Il romeno può sorridere: «Perché noi siamo quelli che possiamo giocarcela su ogni campo. Sì, anche in casa del Milan, dei campioni d'Europa. Il mio gol? E come potevo sbagliarlo? L'assist era perfetto e sono ancora più contento che lo abbia fatto Mario, per il ragazzo che è e per quello che ha sofferto». Perché l'argentino ritrovato ha sofferto davvero. Si è rotto, è ripartito, si è rotto un'altra volta. Ha pianto e sudato. E' tornato.
LA GOMMA, AL VOLO E nella sua storia c'è anche un piccolo gesto. Quando entra in campo, sputa la chewing gum e la calcia, al volo. Centro.

Vabbe', i giardinieri di San Siro lo perdoneranno. Perché questo non è un semplice gesto, è un soffio di rabbia. L'uomo dell'assist lo sa: «Tanta rabbia, perché per un anno e mezzo non ho potuto giocare a pallone. E noi viviamo per giocare al pallone, che altro sappiamo fare? E' stata dura, ma ora sono qui e sto bene». E quel colpo? Profuma di sudamerica, ma da dove arrivi lui neppure lo sa: «Ci provo e ci riprovo, certe volte in allenamento lo faccio anche meglio.
L'ho toccata con il tacco, l'avversario ha perso di vista il pallone. Non so se è un gesto tecnico, per me è istinto. Non so come si chiama e neppure dove l'ho visto fare la prima volta. Ma so che l'ha visto anche la mia famiglia, davanti alla tv, giù, in Argentina. Sono felice e voglio andare avanti così, meglio di così».
COGLI L'ATTIMO C'è un'altra storia. E' il 6' della ripresa, Prandelli decide che è meglio far rifiatare Santana. Semioli è pronto. Fagorzi, il massaggiatore viola, richiama l'argentino. «Ce la faccio ancora, mister», dice lui. «Certe volte serve anche coraggio », spiegherà poi l'allenatore. Serve, perché dal piede di Santana è partito l'assist dell'1-1. E' il 56'. Quei cinque minuti hanno cambiato la partita. «La miglior partita in trasferta da quando alleno la Fiorentina », dice Prandelli. Che è già pronto per un'altra sfida: «Presto vedrete anche Vieri esultare e alzare le braccia». A Firenze sono fatti così, hanno una voglia matta di ripartire. Come l'Imperatore di Romania o quell'argentino che viene dal freddo.