Quando Super Mario tifava Viola: il mito del Game Boy Fiorentina

Quando Super Mario tifava Viola: il mito del Game Boy FiorentinaFirenzeViola.it
Ieri alle 23:00News
di Redazione FV

Ci sono oggetti che trascendono la loro funzione primaria per diventare icone, simboli di un'epoca o di un connubio inaspettato. Il Game Boy Pocket della Fiorentina appartiene senza dubbio a questa categoria eletta: un vero e proprio cimelio nato dall'incontro tra il calcio di Serie A e l'universo dei videogiochi, un pezzo da collezione leggendario che fa battere forte il cuore degli appassionati di retrogaming e dei tifosi viola. Immaginare, oggi, un legame così tangibile tra una console portatile e una squadra di calcio ha il sapore della nostalgia, eppure nella seconda metà degli anni '90 questa sorprendente alleanza divenne realtà.

Tutto ebbe inizio quando Nintendo decise di legare il proprio nome all'A.C. Fiorentina, operazione orchestrata attraverso il distributore fiorentino Linea GIG. Quel periodo vide nascere una delle maglie da calcio più iconiche e ricercate di sempre: la casacca viola adornata non solo dal logo della Grande N, ma anche dal baffuto volto di Super Mario.

Già quella maglia divenne istantaneamente un oggetto di culto, un simbolo potente di una sponsorizzazione che osava uscire dai canoni tradizionali. Ma l'apice di questa collaborazione fu un prodotto ancora più esclusivo, quasi mitologico: un Game Boy Pocket in edizione limitatissima, vestito dei colori sociali, o meglio, impreziosito da dettagli unici.

Questo particolare dispositivo si presentava in un elegante colore argento, ma a renderlo inconfondibile erano l'adesivo ufficiale dell'A.C. Fiorentina e, soprattutto, una placchetta speciale raffigurante Super Mario. Qui, però, la storia si tinge di mistero, alimentando il fascino di questo pezzo. Esistono infatti due varianti conosciute: una reca sulla placchetta una numerazione progressiva che suggerirebbe una produzione limitata a 3000 esemplari; l'altra, invece, è priva del logo A.C. Fiorentina al centro e riporta sulla placchetta l'indicazione dell'annata calcistica 1997/1998, senza numero seriale.

Non solo: anche il bundle di giochi incluso nella confezione sembra variare, con alcune versioni contenenti Super Mario Land e Super Mario Land 2: 6 Golden Coins, mentre altre includevano Super Mario Land e Soccer.

L'enigma più fitto riguarda proprio la tiratura. Sebbene la placchetta numerata indichi 3000 unità, i collezionisti più esperti e meticolosi sostengono di non aver mai avvistato esemplari con numerazioni superiori a 700. Questo ha dato adito a speculazioni ben più conservative, che ipotizzano una produzione reale inferiore ai 1000 pezzi, se non addirittura un errore sulla placchetta stessa, con un numero effettivo più vicino ai 300 esemplari.

A complicare ulteriormente il quadro, vi è l'incertezza sulla distribuzione: una delle due versioni fu quasi certamente destinata esclusivamente ai calciatori e allo staff della squadra gigliata, ma quale delle due? L'altra arrivò mai realmente nei negozi? Le fonti sono discordanti, parlando di una possibile commercializzazione limitatissima, forse circoscritta a poche città selezionate, un fantasma commerciale difficile da tracciare a oltre venticinque anni di distanza.

Questo alone di mistero, unito alla scarsità oggettiva, ha trasformato il Game Boy Pocket della Fiorentina in uno degli oggetti più rari e desiderati nel panorama del collezionismo videoludico mondiale. Un vero tesoro tutto italiano, la cui valutazione economica riflette la sua eccezionalità: qualche anno fa, un esemplare è stato battuto all'asta per una cifra superiore agli 8000 euro, un valore da capogiro per un dispositivo che, all'epoca, rappresentava l'avanguardia dell'intrattenimento portatile.

Dalle cartucce alle schedine: l'evoluzione delle partnership ludiche

Ma il rapporto tra la Fiorentina e il mondo del gioco non si è cristallizzato in quell'epoca pionieristica dominata da cartucce e pixel. Il tempo scorre, il panorama delle sponsorizzazioni sportive evolve, e il club viola ha continuato a intrecciare il proprio cammino con aziende legate all'intrattenimento ludico, seppur con forme e finalità diverse.

Un esempio significativo è la partnership più recente siglata con Betclic, azienda leader nel settore delle scommesse sportive e dei giochi online. Come riportato al momento dell'ufficializzazione dell'accordo, questa collaborazione mirava a obiettivi moderni: garantire visibilità al brand all'Artemio Franchi, sviluppare progetti dedicati ai tifosi integrati nelle piattaforme digital e social del club, e creare attività congiunte online e offline per un coinvolgimento sempre più interattivo del tifoso.

Si tratta di un chiaro segnale dei tempi, un passaggio dal videogioco inteso come puro entertainment, incarnato da Nintendo e Super Mario, a forme di gioco legate alle scommesse e all'azzardo legale.

Tuttavia, osservando la storia delle sponsorizzazioni viola, emerge una nota interessante. Nonostante l'apertura verso partner come Betclic, attivi nel betting, la Fiorentina sembra aver mantenuto nel corso degli anni una certa distanza dal mondo dei casinò, sia online che fisici. Questa apparente ritrosia verso il mondo dei casinò tradizionali rende quindi altamente improbabile immaginare, oggi come ieri, giochi simbolo come Plinko associati alla maglia viola.

Le motivazioni dietro questa linea potrebbero essere molteplici: da precise scelte etiche del club volte a tutelare la propria immagine e quella dei propri tifosi, a considerazioni legate alle specifiche regolamentazioni sulle sponsorizzazioni del gioco d'azzardo che si sono succedute nel tempo.

In conclusione, la storia del Game Boy Pocket della Fiorentina non è solo l'aneddoto di un oggetto incredibilmente raro, ma il punto di partenza per osservare come il rapporto tra un club di calcio e l'universo del gioco si sia evoluto. Dal device Nintendo, simbolo di un'era quasi ingenua e pionieristica, alle moderne strategie di engagement digitale con sponsor del betting come Betclic, la Fiorentina ha percorso un sentiero che riflette i cambiamenti della società e del marketing sportivo.

Quel Game Boy color argento rimane però un'icona unica, un ponte tra passato e presente, testimone silenzioso di un connubio irripetibile e oggetto del desiderio che continua ad alimentare i sogni dei collezionisti di tutto il mondo.