PRADÈ, RINNOVO ARRIVATO NEL MOMENTO PIÙ DURO: MI HA COMMOSSO. CHIESA E RIBERY...
Daniele Pradè, direttore sportivo della Fiorentina ha rilasciato un'intervista a Sky Sport 24 nella quale ha parlato della sua battaglia contro il Covid-19. Queste le sue dichiarazioni: "Ho vissuto questa esperienza in prima persona e mi sento portavoce di determinati concetti importanti. Il mio primo pensiero va a tutte le famiglie che hanno perso i loro cari in modo tragico senza salutarli e senza fare un funerale. I due messaggi sono i seguenti: il primo è positività. Ho portato il virus in casa, l'ho trasmesso a mia moglie a mia figlia, ai miei cognati e ai miei nipoti e soprattutto ai miei suoceri che sono stati ricoverati per trenta giorni. E nella sfortuna, sono stati ricoverati allo Spallanzani che è uno dei posti primari nel mondo per quanto riguarda il virus. Il mio grazie va a tutte le persone che si sono fatte valere perché viviamo grazie a loro".
Qual è stato il momenti più brutto e quello più bello?
"Il momento più brutto è stato vedere, mano a mano, che la mia famiglia si stava ammalando tutta. Il virus è bastardo, subdolo, e dobbiamo capire come cambiare ed essere attenti alle precauzioni, alle distanze. Io mi sento di dare questo messaggio, sarà un portavoce assoluto di questo. Quando hai tante precauzioni e tanta attenzione il calcio può essere un veicolo giusto per far capire questa nuova nostra vita. Ci dovremmo convivere fino a che non verrà trovato un vaccino".
Che cosa vuole comunicare a chi vuole giocare?
"Noi come Fiorentina abbiamo avuto tantissimi casi: è successo per la nostra grande attenzione. Noi ci siamo chiusi ed abbiamo preso tutte le precauzioni, ma non c'erano tamponi e non c'era il sierologico. Stando all'interno di un centro lo abbiamo sviluppato in tanti. E' importante ricominciare perché ci deve essere un rinascimento che deve partire dalle cose popolari come il calcio oltre al fatto che ci lavorano tantissime persone: è un discorso comunque a livello sociale".
Come si immagina la ripartenza?
"La cosa più brutta sarà giocare senza tifosi, ma è un male necessario. Al resto ci abitueremo, ci vorrà del tempo, ma ci abitueremo".
Chi le è stato più vicino della Fiorentina in questo periodo?
"Quello che mi è successo all'interno della Fiorentina è particolarissimo: Commisso e sua moglie mi ha chiamato tutti i giorni, Barone tre volte al giorno. Il mondo del calcio mi è stato vicino, il calcio non è un mondo brutto ed è meglio di molti altri. Tutti sapevano, i giornalisti a Firenze eppure nessuno ha scritto niente. Un presidente che mi è stato molto vicino è stato Lotito e sua moglie che mi hanno chiamato quasi tutti i giorni. Significa che in questi anni oltre al professionismo mi sono stati riconosciuti determinati valori".
Cambierà anche il suo lavoro?
"Il nostro tornerà alla normalità con il tempo. La fase più importante inizierà dal 18 maggio, non si può lavorare via Skype, ma ci dobbiamo vedere. Staremo più a distanza, prenderemo le precauzioni, ma tutto deve tornare alla normalità con intelligenza. Io ero in scadenza di contratto, ma mi è stato mandato il mio rinnovo il giorno di Pasqua per mail. Mia suocera era ricoverata, sono stato più di 60 giorni senza vedere mia madre, ora non c'è più bisogno di firmarlo (ride, ndr). Quel gesto mi ha commosso".
Può questa crisi economica costringervi a valutare offerte per Chiesa e Castrovilli?
"Noi siamo una società forte e sana, ma logicamente, come tutte le società del mondo, dovremo stare attenti a bilancio perché mancheranno diverse entrare, ma non servirà svendere. I giocatori forti avranno sempre prezzi importanti, chi avrà un abbattimento dei prezzi saranno i calciatori medi e forse potrebbe essere un bene. A gennaio abbiamo fatto un mercato importante per la prossima stagione, dobbiamo completarla e sappiamo come fare. Ancora non sappiamo niente sul futuro della stagione in essere e sulla prossima quindi è ancora un po' nebuloso. Non sarà un mercato dopato come i due anni precedenti".
La conferma di Iachini dipenderà dalla fine della stagione?
"C'è un rapporto talmente bello tra noi, il presidente e Barone... A fine stagione, come da accordi, ci metteremo a sedere e valuteremo: vediamo quello che sarà il proseguio e quello che succederà in queste 12 partite dopodiché prenderemo una decisione".
Ribery si sente coinvolto nel progetto Fiorentina?
"Franck è felicissimo di vivere a Firenze, di vivere il progetto. Ci troveremo giovani cresciuti e maturati, lui è dentro il progetto al 100%".
Sarà più difficile prendere giocatori alla Ribery?
"Bisognerà essere creativi, sarà un mercato visto e ricorretto, ma quando una società è forte come noi si può arrivare a tanti obiettivi. L'importante è arrivare ad essere un punto di arrivo e non di partenza: fondamentale scegliere quelli giusti e quelli che vogliono venire a Firenze".
Commisso ha escluso la possibilità di scambi per Chiesa. E' ancora questa la linea?
"Quello che dice il presidente è legge. Noi non vogliamo far partire nessuno, è questa la nostra forza. Chi sta qui deve avere voglia di stare qui, c'è un cambiamento di direzione, i calciatori lo sanno. Anche con Chiesa abbiamo un rapporto buonissimo così come con la sua famiglia: vedremo quello che succederà, le decisioni saranno di tutti e due, ma si parla di lavoro".
La Fiorentina è una squadra giovane.
"Sarà la nostra forza del futuro, il nostro serbatoio. Abbiamo investito 70 milioni di euro nel centro sportivo per far crescere i giovani possibilmente italiani. Commisso è una persona genaloide, ti trasmette il suo DNA, la sua umiltà: è un manager che si è costruito da solo, che ha voluto studiare, che ancora oggi guida la macchina da solo. Se lo lasciano lavorare otterrà grandi risultati, vuole lasciare qualche cosa importante per la città".
Cosa manca ancora per alzare l'asticella?
"Ci vuole tempo per raggiungere squadre già forti che hanno il fatturato il triplo del tuo. Chapeau a Lazio, Atalanta, Roma... Il Milan stesso sta avendo difficoltà. Già dal prossimo anno vorremmo fare qualcosa in più. Il presidente Sensi mi diceva sempre che di calciatori, procuratori, allenatori ce ne sono sempre moltissimi, ma di presidenti che mettono i soldi ce ne sono pochi: questa è la mia risposta".
Che effetto le ha fatto vedere altre positività alla ripresa degli allenamenti?
"Me lo immaginavo. Ognuno di noi si negativizza in tempo diverso... Sono tutti asintomatici, stanno bene perché la curva del virus ora sta decrescendo anche per loro. Spero di averli a disposizione già questa settimana. Io ho avuto bisogno di 48 giorni per tornare negativo. Per i miei suoceri ho avuto paura, mio suocero ha fatto rianimazione. Li vedi andare via in ambulanza e non sai quando li rivedi, ne ho voluto parlare in una trasmissione sportiva... Noi siamo stati un piccolo focolaio, 9 persone, ma questo è il mio mondo e lo sport è un veicolo particolare".
Si è mai pentito di non essere rimasto qualche giorno in più a Firenze?
"E' normale colpevolizzarselo. Io sono tornato a casa ed era già 5 giorni che erano in isolamento. Io stavo benissimo quando sono tornato a casa, nessuno sapeva delle positività dei nostri calciatori perché è stato dalla settimana successiva che sono iniziati i tamponi ai giocatori. Certamente nessuno di noi sa quanto è il periodo di incubazione".
Ha adesso quella carica di dire: 'Adesso spacco tutto'?
"Mi sento di ridare a questa gente, a Commisso, a Barone, il massimo di me stesso. Mi sento stanco fisicamente, ma con una forza mentale incredibile. Noi stiamo dando un grande contributo, abbiamo avuto il caso del nostro medico che è stato ricoverato ed ha avuto il Covid: devo ringraziarlo perché si è messo in prima linea, ma meglio di chi ha preso questa malattia, anche per gestire il post, non c'è nessuno".
Il calcio che verrà come sarà?
"Bello come è stato prima. Più intelligente, ci sarà un rinascimento di tantissime cose anche di alcuni valori".